Biografia
Julianne Moore, nome d’arte di Julie Anne Smith, è un’attrice statunitense che, partecipando a film di grande successo, si è guadagnata la fama e molti premi, tra cui un Premio Oscar, tre Golden Globe, due Premi Emmy, un Premio BAFTA e due Screen Actors Guild.
Julianne Moore, un’attrice dell’ “altra Hollywood”
(Fayetteville, USA – 3 dicembre 1960)
La rossa Julia è nata il 3 dicembre a Fayetteville, nel Nord Carolina, da Anne Love, assistente sociale psichiatrica di origini scozzesi, e dal Colonnello Peter Moore Smith, di origini albanesi.
A causa del lavoro del signor Smith la famiglia cambia spesso città, negli Stati Uniti e in Europa. Julia frequenta diverse scuole, si diploma nel 1979 in Germania, all’American High School di Francoforte e, nonostante sia animata da una grande passione per il teatro, per far felici i genitori si laurea, e col massimo dei voti, in Belle Arti, alla Boston University.
Solo in seguito si iscrive alla University School of Performing Art, dove in meno di due anni si diploma in recitazione drammatica.
Julianne Moore, a New York l’esordio cinematografico
A ventiquattro anni si trasferisce a New York, si mantiene lavorando come cameriera, inizia a recitare nei teatri off-Broadway e, dopo il successo della piéce “Serious Money”, lavora anche per la televisione.
Il debutto cinematografico è del 1990 con un horror, “I delitti del gatto nero” di John Harrison, cui segue nel 1992 una parte in “La mano sulla culla”, thriller di Curtis Hanson con Rebecca De Mornay.
Deve adottare il nome di Julianne unito al secondo cognome del padre, perché esistono altre attrici di nome Julia Smith e Julia Moore. Nel 1993 è in ben tre film: nella deliziosa commedia di Jeremiah S. Chechik, “Benny & Joon”, con Mary Stuart Masterson, Aidan Quinn e Johnny Depp; nel thriller “Il fuggitivo”, di Andrew Davis, con Harrison Ford e Tommy Lee Jones, dove veste i panni di una dottoressa; nel corale “America oggi” di Robert Altman.
Julianne Moore, l’ascesa della carriera
Nel 1994 è la protagonista dell’intenso film di Louis Malle “Vanya sulla 42ª strada”, liberamente ispirato a ‘Zio Vania’ di Checov. Quella della Moore è oramai una carriera in continua ascesa: tra le pellicole di questi anni ricordiamo la divertente commedia di Chris Columbus “Nine Months – Imprevisti d’amore”, del 1995, dove duetta con Hugh Grant, in un cast che vede uno strepitoso Robin Williams vestire i panni di un ginecologo pasticcione; sempre nel 1995 affianca Peter Falk nella commedia amara di Peter Yates “Un adorabile testardo”; nel 1997 Steven Spielberg la vuole nell’avventuroso “Il mondo perduto – Jurassic Park”, con Jeff Goldblum, il cui successo rafforza la sua fama a livello internazionale; e sempre nel 1997 è in uno dei capolavori dei fratelli Coen, “Il grande Lebowski”, film brillante che ha per protagonista ‘Drugo’, uno sfaccendato sereno, che vede la sua vita scombussolata da una macchia sul suo tappeto, uno Jeff Bridges in stato di grazia.
Il 1997 regala all’attrice la nomination come Migliore Attrice non Protagonista agli Oscar e ai Golden Globe per il ruolo della porno star nella commedia “Boogie Nights – L’altra Hollywood”, seconda prova dietro alla macchina da presa di Paul Thomas Anderson, che rivede la libertà nel trasgredire, propria degli anni ’70, attraverso l’industria cinematografica del porno.
Julianne Moore, tra classici e film d’autore
Nel 1998 è tra i protagonisti del remake dell’hitchcockiano “Psycho“, ad opera di Gus Van Sant. Nel 1999 è nella trasposizione, ad opera di Oliver Parker, di “Un marito ideale” di Oscar Wilde, con Rupert Everett, Minnie Driver, Jeremy Northam e Cate Blanchett, interpretazione che gli vale la nomination ai Golden Globe come Migliore Attrice; la stessa che conquista, assieme ad una seconda nomination all’Oscar, stavolta come Migliore Attrice, per il drammatico “Fine di una storia” di Neil Jordan, dove è affiancata da Ralph Fiennes.
Nel 1999 lavora ancora con Altman nella commedia corale “La fortuna di Cookie” e, nel 2000, è nell’altrettanto corale “Magnolia”, diretto da Paul Thomas Anderson, che, facendo tesoro delle lezioni di Altman, porta sul grande schermo una storia di ordinaria dolorosa quotidianità, di solitudine, di uomini affannosamente in fuga da se stessi, con una profondità emotiva eccellente.
Julianne Moore, i primi riconoscimenti artistici
Nel 2001 affianca Anthony Hopkins in “Hannibal” di Ridley Scott, nel ruolo che fu di Jodie Foster, ma è nel 2002 che l’attrice raggiunge un risultato clamoroso con due nomination all’Oscar in due diverse categorie: come Attrice non Protagonista per il ruolo nel drammatico “The Hours” di Stephen Daldry dove affianca Meryl Streep e Nicole Kidman, con le quali condivide l’Orso d’Oro al Festival di Berlino, e quella come Migliore Attrice Protagonista per “Lontano dal paradiso”, di Todd Haynes, ruolo che le regala la Coppa Volpi al Festival di Venezia per la Migliore Interpretazione Femminile. Haynes mette in scena un dramma ambientato nella borghesia perbenista degli anni cinquanta, dove la Moore interpreta in maniera magistrale il tormento della protagonista Cathy, che scopre la bisessualità del marito, ruolo ricoperto da Dennis Quaid, in un’epoca in cui il solo parlare di certi argomenti era considerato indecorosa.
Tra i film degli ultimi anni ricordiamo: “Laws of Attraction – Matrimonio in appello”, commedia di Peter Howitt del 2004, dove fa coppia col fascinoso Pierce Brosnan; “Uomini & donne – Tutti dovrebbero venire…almeno una volta!”, commedia di Bart Freundlich del 2005; “I figli degli uomini”, film drammatico di Alfonso Cuaròn, con Clive Owen e Michael Caine; “Io sono qui”, film musicale di Todd Haynes sul mondo di Bob Dylan; “Blindness”, film drammatico di Fernando Meirelles, del 2008, in cui la Moore è affiancata da Mark Ruffalo.
L’ instancabile Julianne Moore
Nel 2009 è con Liam Neeson e Amanda Seyfried in “Chloe – Tra seduzione e inganno”, diretto da Atom Egoyan; nel 2010 nuova nomination all’Oscar come Attrice Protagonista per “A Single Man”, eccellente prova alla regia di Tom Ford, che racconta il dramma di George, Colin Firth, incapace di vivere dopo la morte del suo compagno di vecchia data.
Premiata al Festival del Film di Roma 2010, ha presentato “I ragazzi stanno bene”, deliziosa commedia di Lisa Cholodenko, che offre al pubblico la storia, in parte autobiografica, di Nic, la Benning, e Jules, la Moore, coppia di fatto, mamme di due ragazzi grazie a un donatore di sperma, che devono superare non poche difficoltà impreviste, quandola prole vuole conoscere il donatore, Mark Ruffalo.
È sugli schermi nel 2011 col drammatico “Backwoods” e con la commedia “Crazy, Stupid Love”. L’anno dopo fa parte di una famiglia allo sbando, composta da Robert De Niro e Paul Dano in “Being Flynn” di Paul Weitz; si cimenta ancora nel ruolo di mamma, ma stavolta dai contorni negativi, in “Carrie” di Kimberly Peirce (2013), il remake del film del 1976 diretto da Brian De Palma. Julianne Moore è la madre di Carrie, un fanatica religiosa che spinge all’emarginazione la figlia. L’esordiente Joseph Gordon-Levitt la inserisce poi nel cast del film “Don Jon” sulla dipendenza dal porno e dal sesso. Ma il 2013 le regala altre due pellicole: è un’insegnante frustrata in “The English Teacher” di Craig Zisk e ancora una volta una mamma in “Seventh Son” diretta da Sergei Bodrov.
Nella vita reale, l’instancabile Julianne è davvero mamma di due figli, avuti col suo terzo marito, il regista e produttore Bart Freundlich.
Nel 2017 collabora nuovamente con il regista Todd Haynes nel film “Wonderstruck“, presentato lo stesso anno al Festival di Cannes. Partecipa anche al sequel della fortunata saga di spionaggio di Kingsman, “Kingsman – il cerchio d’oro”, in cui interpreta il villain principale, e a “Suburbicon” di George Clooney, in cui affianca Matt Damon.
Massimo Racca
Filmografia
Julianne Moore Filmografia – Cinema
- I delitti del gatto nero, regia di John Harrison (1990)
- La pistola nella borsetta, regia di Allan Moyle (1992)
- La mano sulla culla, regia di Curtis Hanson (1992)
- Body of Evidence – Corpo del reato, regia di Uli Edel (1993)
- Benny & Joon, regia di Jeremiah Chechick (1993)
- Il fuggitivo, regia di Andrew Davis (1993)
- America oggi, regia di Robert Altman (1993)
- Vanya sulla 42esima strada, regia di di Louis Malle (1994)
- Un adorabile testardo, regia di Peter Yates (1995)
- Safe, regia di Todd Haynes (1995)
- Nine Months – Imprevisti d’amore, regia di Chris Columbus (1995)
- Assassins, regia di Richard Donner (1995)
- Surviving Picasso – Sopravvivere a Picasso, regia di James Ivory (1996)
- Jurassic Park II – Il mondo perduto, regia di Steven Spielberg (1997)
- I segreti del cuore, regia di Bart Freudlich(1997)
- Boogie Nights – L’altra Hollywood, regia di Paul Thomas Anderson (1997)
- Il grande Lebowski, regia di Ethan Coen e Joel Coen (1997)
- Hellcab – Un inferno di taxi, regia di Mary Cylbulski e Jhon Tintori (1998)
- Psycho, regia di Gus Van Sant (1998)
- La fortuna di Cookie, regia di Robert Altman (1999)
- Un marito ideale, regia di Oliver Parker (1999)
- Fine di una storia, regia di Neil Jordan (1999)
- La mappa del mondo, regia di Scott Elliott (2000)
- Magnolia, regia di Paul Thomas Anderson (2000)
- The Ladies Man, regia di Reginald Hudlin (2000)
- Hannibal, regia di Ridley Scott (2001)
- Evolution, regia di Ivan Reitman(2001)
- World Traveler, regia di Bart Freudlich (2001)
- The Shipping News, regia di Lasse Hallstrom (2001)
- Lontano dal Paradiso, regia di Todd Haynes (2002)
- The Hours, regia di Stephen Daldry (2002)
- Marie e Bruce – Finché divorzio non vi separi, regia di Tom Cairns (2004)
- Laws of Attraction – Matrimonio in appello, regia di Peter Howit (2004)
- The Forgotten, regia di Joseph Ruben (2004)
- Uomini & donne – Tutti dovrebbero venire… almeno una volta!, regia di Bart Freundlich (2005)
- The Prize Winner of Defiance, regia di Jane Anderson (2005)
- Il colore del crimine, regia di Joe Roth (2006)
- I figli degli uomini, regia di Alfonso Cuaròn (2006)
- Next, regia di Lee Tamahori (2007)
- Io non sono qui, regia di Todd Haynes (2007)
- Savage Grace, regia di Tom Kalin (2007)
- Blindness, regia di Fernando Meirelles (2008)
- Eagle Eye (Voce) (Non accreditata) (2008)
- The Private Lives of Pippa Lee (2009)
- Chloe – Tra seduzione e inganno, regia di Atom Egoyan (2009)
- A Single Man, regia di Tom Ford (2009)
- Shelter, regia di Måns Mårlind, Björn Stein (2010)
- I ragazzi stanno bene, regia di Lisa Cholodenko (2010)
- Elektra Luxx, regia di Sebastian Gutierrez (2010)
- Crazy, Stupid Love, regia di Glenn Ficarra, Jhon Requa (2011)
- Being Flynn, regia di Paul Weitz (2012)
- Carrie, regia di Kimberly Peirce(2013)
- Don Jon, regia di Joseph Gordon-Levitt (2013)
- The English Teacher, regia di Craig Zisk (2013)
- Seventh Son, regia di Sergei Bodrov (2013)
- Non-Stop, regia di Jaume Collet-Serra (2014)
- Maps to the Stars, regia di David Cronenberg (2014)
- Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 1, regia di Francis Lawrence (2014)
- Still Alice, regia di Richard Glatzer e Wash Westmoreland (2014)
- Il settimo figlio, regia di Sergei Bodrov (2015)
- Freeheld – Amore, giustizia, uguaglianza, regia di Peter Sollett (2015)
- Maggie’s Plan, regia di Rebecca Miller (2015)
- Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte II, regia di Francis Lawrence (2015)
- Wonderstruck, regia di Todd Haynes (2017)
- Kingsman – Il cerchio d’oro (Kingsman: The Golden Circle), regia di Matthew Vaughn (2017)
- Suburbicon, regia di George Clooney (2017)
Julianne Moore Filmografia – Televisione
- Così gira il mondo – serie TV, 19 puntate (1985-2010)
- Un difficile addio (The Last to Go), regia di John Erman – film TV (1991)
- Omicidi e incantesimi (Cast a Deadly Spell) – film TV, regia di Martin Campbell (1991)
- 30 Rock – serie TV, 6 episodi (2009-2013)
- Game Change – film TV, regia di Jay Roach (2012)