Una commedia dal gusto amaro arricchita da esilaranti imprevisti
Regia: Paolo Genovese – Cast: Sergio Castellitto, Marco Giallini, Claudia Gerini, Carolina Crescentini – Genere: Commedia, colore, 120 minuti – Produzione: Italia, 2013 – Distribuzione: Medusa Film – Data di uscita: 29 novembre 2013.
La solitudine di Leone (Sergio Castellitto) è subito visibile nei suoi occhi: è un uomo di cinquant’anni e per non passare il giorno di Natale da solo s’inventa una famiglia ideale, affittando una compagnia di attori. Tutto deve funzionare alla perfezione, come ripete il capocomico Fortunato (Marco Giallini): “Dev’essere buona la prima, sempre!”
“Una famiglia perfetta” è una storia divertente, stravagante, in cui realtà e finzione si mescolano continuamente, e in cui i piani del racconto sono sempre molteplici.
Da una parte c’è una sorta di vera famiglia, quella della compagnia, che ha al suo interno altre sottodinamiche, come il matrimonio tra Fortunato e Carmen (Claudia Gerini), che nella messa in scena deve interpretare la moglie di Leone, o l’amore che Sole (Carolina Crescentini) nutre per Fortunato, che interpreta proprio suo marito, e dall’altra c’è quella finta che viene portata sotto gli occhi del cinico e strambo committente.
Nel corso del film questi piani si confondono, le dinamiche si sovrappongono, fino al punto in cui si farà fatica a distinguere le emozioni, le sensazioni realmente provate da quelle recitate, un effetto dato anche dall’estrema naturalezza della recitazione arrivando, in tanti momenti, ad avere effetti comici, esilaranti.
Ogni personaggio è ben delineato e con un carattere preciso e forte, il regista riesce a creare tra tutti un’alchimia potente che quasi buca lo schermo, ci si vuole sentire parte di quella sgangherata compagnia, che paradossalmente restituisce davvero un’idea di famiglia.
Ma la famiglia perfetta non esiste, è un’utopia, lo sanno tutti, e il regista attraverso il personaggio di Leone mette in luce proprio le difficoltà del crearla: metterà infatti in crisi ogni componente in gioco, cercando di evidenziare i difetti e le contraddizioni dell’istituzione in sé.
Il film ha il grande pregio di affrontare temi, non proprio leggeri, come la solitudine e le scelte ineluttabili della vita, giocando sempre sul filo dell’ironia, non restituendo mai una smorfia ma un sorriso, quando non è una fragorosa risata.
Il tutto nella cornice del bellissimo e incantevole borgo medievale di Todi.
Paola Rulli