Biografia
Pablo Larraín Matte è un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico cileno che con i suoi lavori riesce a raccontare in modo ineguagliabile le contraddizioni e la storia del suo paese e della politica.
Pablo Larraín, Cile grande amore
(Santiago del Cile, 19 agosto 1976)
Pablo Larraín Matte nasce il 19 agosto del 1976. I suoi genitori sono entrambi politici conservatori: il padre è Hernán Larraín , ex presidente dell’Unione Democratica Indipendente, la madre è il ministro Magdalena Matte. L’autore ha modo di conoscere gli ultimi momenti della dittatura di Pinochet, il cui clima trasparirà in molte delle sue opere politico-allegoriche. Dopo aver studiato comunicazione all’Universidad de Artes, Ciencias y Comunicación (UNIACC) di Santiago, Pablo Larraín fonda Fábula, una società di produzione audiovisiva e pubblicitaria.
Il cineasta esordisce dietro la macchina da presa nel 2006 con “Fuga”, storia di un pianista ossessionato da una creazione musicale, tanto da perdere il senno.
La trilogia antipinochetiana
Nel 2007 realizza “Tony Manero”, critica spietata al regima di Pinochet, inserita nella vicenda di Raùl Peralta, un uomo privo di cultura, che vive nel mito del personaggio interpretato da John Travolta, che dà il titolo al film, e che arriva a un punto di non ritorno in una follia omicida che non risparmierà nemmeno chi gli è più vicino. La discesa agli inferi del protagonista è chiaramente leggibile come una metafora della dittatura spietata vissuta dal popolo cileno. Con questo lavoro, Larraín conquista il pubblico internazionale che lo conosce al Torino Film Festival, dove vince il premio per il Miglior Film, e al Festival di Cannes dove la pellicola figura nella sezione Quinzaine des Réalisateurs.
Sia questa che la precedente regia si soffermano su uomini guidati da un’idea fissa tanto da raggiungere il baratro per essa.
“Tony Manero” è il primo lungometraggio di quella che è definita la trilogia antipinochetiana, composta da “Post Mortem” (2010) e “No – I giorni dell’arcobaleno” (2012)
In “Post Mortem”, presentato in concorso alla 67esima Mostra del cinema di Venezia, politica e vita si intrecciano facendoci rivivere l’11 settembre del 1973, attraverso le vicissitudini di Mario, un funzionario addetto alla trascrizione delle autopsie in un ospedale di Santiago del Cile. Pur essendo un uomo debole e sbiadito, innamorato segretamente della sua vicina di casa, il regista ce ne restituisce un’immagine efficace che ben esprime il caos di un paese che da lì a poco sarebbe stato sconvolto dal colpo di Stato di Pinochet.
Il successivo “No – I giorni dell’arcobaleno”, candidato agli Oscar come Miglior Film Straniero e presentato alla 65ª edizione del Festival di Cannes, racconta la campagna pubblicitaria a favore del “No” del plebiscito del 1988, grazie al quale Pinochet perse il proprio potere. Il tema della propaganda affrontato nella pellicola, interpretata da uno splendido Gael García Bernal, chiude la trilogia ma non mette un punto sulla narrazione di uno dei momenti più bui del Cile.
Prima dei biopic
Nel 2015 con “Il Club”, Orso d’Argento e Gran Premio della Giuria al Festival di Berlino, Pablo Larraín punta i riflettori sulla pedofilia e tutti gli atti scellerati commessi dall’esercito di Pinochet, nascosti e custoditi da una suora in una remota casa proprietà della Chiesa. La pellicola tratta un tema scomodo e complesso, creando una sensazione di disgusto nello spettatore, pur senza avallare teorie o esprimere giudizi.
I film biografici
La prima pellicola biografia del regista cileno è “Neruda” (2016), in Concorso al Festival di Cannes 2016 nella sezione Quinzaine des Réalisateurs, che ripercorre in una sorta di road movie la fuga dal Cile del grande poeta, dopo che nel 1948 il governo di Gabriel Gonzalez Videla decide di condannare il comunismo alla clandestinità. Nei panni di Oscar Peluchonneau troviamo Gael García Bernal.
Intenso il successivo “Jackie” (2016), in cui la first lady americana è protagonista assoluta all’indomani dell’omicidio del Presidente Kennedy. Ancora una volta è la politica con tutta la sua strumentalizzazione mediatica a essere al centro della narrazione, pur dietro lo splendore di una Natalie Portman che ben esprime l’eleganza nella disperazione di Jacqueline Kennedy. Il film, presentato in concorso alla 73ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, riceve il riconoscimento per la migliore sceneggiatura e tre candidature ai Premi Oscar nella categoria Miglior colonna sonora, Migliori costumi e Miglior attrice protagonista a Natalie Portman.
Racconta le vicende di una ballerina “Ema” (2019), in cui la protagonista è consumata dal senso di colpa nei confronti del bambino adottato e poi riportato in orfanotrofio in seguito a un drammatico incidente. Nel film Pablo Larraín torna a dirigere Gael García Bernal.
Ancora biopic con “Spencer “(2021), presentato al Festival di Venezia, e incentrato sui giorni che Lady D., interpretata da Kristen Stewart, visse nella tenuta della famiglia reale del Norfolk durante le vacanze di Natale, quando decise di lasciare il marito.
Daniele Romeo
Filmografia
Pablo Larrain Filmografia – Cinema
Regista
Fuga (2006)
Tony Manero (2008)
Post Mortem (2010)
No – I giorni dell’arcobaleno (No) (2012)
Il club (El club) (2015)
Neruda (2016)
Jackie (2016)
Ema (2019)
Spencer (2021)
Sceneggiatore
Fuga (2006)
Tony Manero (2008)
Post Mortem (2010)
Il club (El club) (2015)