Il materiale emotivo” ha inaugurato, la sera del 25 settembre 2021, al Petruzzelli, il Bif&ST, International Film Festival di Bari, e sarà disponibile nelle sale cinematografiche dal 7 ottobre, in ben trecento copie. Settimo film da regista di Segio Castellitto, che ne è anche interprete, è un film che nasce molto lontano, girato tutto in interni al famoso teatro 5.
Il materiale emotivo: da un’idea di Ettore Scola
Il film è tratto da “Un drago a forma di nuvola” una sceneggiatura di Ettore Scola. “E’ difficile parlare di qualcosa cui si è lavorato tre anni fa, quando eravamo diversi da quello che ora siamo”, ha detto il regista, definendo il film soave, “perché abbiamo deciso di rinunciare a quelle che sono le tinte forti. Sono stato allievo di Ettore, che negli anni mi ha fatto dono della sua amicizia, più di quanto io per pudore non abbia mai raccontato, è lui che è venuto verso di me, come fanno solo i grandi. Quando lessi questa storia, dalla quale lui ha tratto una graphic novel, mi piacque essere io a realizzare la sua ultima idea. Sapevo, e lo sapeva anche lui, che aveva qualcosa di non concluso. Margareth ha riscritto completamente la storia.”
Personaggi prigionieri degli spazi
“L’idea centrale della scrittura sta nella metafora del teatro, non è un caso che il film si apre con un sipario, e stabilisce un patto inconsapevole col pubblico: ciò che si vede non è finto, è rappresentato, quindi è più vero del vero. Una storia che io ho cercato di mettere in scena senza i cazzotti del melodramma, ma appuntando le cose. I personaggi sono prigionieri degli spazi: il primo carcere è la piazza di Parigi, il secondo carcere la libreria del protagonista, terzo la soffitta (come nei romanzi), poi l’acquario, poi sedia a rotelle, e poi c’è Vincenzo, che vive in maniera inadeguata, prigioniero dei suoi libri”.
Prosegue l’attore: “L’attualità uccide, la letteratura, il cinema, quando è nobile, ci rende liberi. A volte penso a quando vediamo al tg scene dure, come il ragazzino lanciato oltre il muro, e continuiamo a mangiare, poi andiamo a letto e piangiamo leggendo la storia di un gatto: ciò che è rappresentato ti guarisce! Ogni parola scritta su una pagina sono immagini inespresse, non è un ascolto passivo, la seconda parte la scriviamo noi. In questo senso penso che il film sia una scommessa, quando i carceri vengono buttati giù, l’unico a rimanere intrappolato, volontariamente, é Vincenzo: lui balla da solo!”
Berenice Bejo, Matilda De Angelis e il resto del cast
“Le attrici del film sono formidabili per motivi diversi. Matilda ha fatto il film due anni fa, prima dei suoi exploit internazionale, e credo abbia conservato la disciplina che mi ha dimostrato, docile dentro un progetto ma pronta a metterci del suo. Bérénice è la grande attrice che sappiamo, ha preso il personaggio è l’ha rivoltato, l’ho diretta recitando. Bérénice ha un talento sterminato, una sapienza che sa confutare bene, sa far dimenticare la tecnica che ha, riesce a sembrare casuale, una dote che riconosco anche a me, è stata molto generosa. Ho la fortuna nonostante gli anni, quest’anno faccio cento film e non ho più la smania di dover dimostrare niente, di vedermi proporre film che mi piacciono.” Poi ha aggiunto: “Non credo di essere adatto a fare il regista, ci vuole un fisico bestiale, ed io ho capito che non ce l’ho. Poi ho uno in casa chi i film li fa bene, magari mi farà recitare per lui. Quando faccio l’attore lo faccio raccontando, io non credo nella performance, noi siamo raccontatori.”
Castellitto ha poi proseguito spiegando le altre sue scelte riguardo al cast: “Ho scelto Clementino perché Troisi é morto! Io nei film uso spesso i cantanti, essendo dei dilettanti ti portano qualcosa di sconnesso ma divertente. Clementino viaggia nel film con la sua simpatia”. Riguardo poi il ruolo della Milo: “Sandra Milo era bellissima, non gliene fregava niente di stare li, dei ricordi, Io invece ho avuto il camerino di Federico ed ero emozionato. Per noi che proveniamo dal teatro il cinema è un’amante, il teatro è tua nonna, dalla quale torni”.
Il materiale emotivo
“Il mio materiale emotivo penso sia quello di tutti, corpo e anima vivono in noi, siamo tutti materia emotiva, soprattutto in un epoca in cui si è instaurato un distanziamento che era già iniziato da tanto. Oramai litighiamo, ci lasciamo, ci diciamo tutto col cellulare. Io spero che il pubblico più sensibile si chieda cos’è il proprio materiale emotivo.
Nel soggetto originale le citazioni ‘letterarie’ erano staccate dai personaggi, il nostro lavoro è stato mettere ciò che avrebbe insegnato ai personaggi. Vorrei che fosse chiaro che parliamo di letteratura popolare, il mio scrittore preferito è Simenon. Io poi faccio i film da spettatore, quelli che sarei andato a vedere. Ogni film ha il suo pubblico, il film va bene se porta a casa quel pubblico cui si rivolge. A me ha molto emozionato girare il film, ho avuto la fortuna di avere una troupe che mi è stata affianco, il viaggio delle riprese è stato molto consolante. Le musiche sono la prima cosa cui penso e a volte ci hanno influenzato la scrittura, come Vasco in “Non ti muovere” e “Fortunata”, perché dicono le cose in altro modo”.
Non manca un pensiero all’attuale situazione delle sale cinematografiche
In molti si chiedono perché si può tornare allo stadio o ad altre manifestazioni ed i cinema e i teatri, pur essendo più sicuri di tanti altri contesti, rimangono ancora enormemente penalizzati dalle restrizioni causate dalla pandemia.
Per Castellitto tutto dipende “dal potere di acquisto che riesci a mettere sul tavolo. Io sono romanista, a me ieri sera vedere la curva sud rumorosa mi rendeva felice. Evidentemente gli interessi intorno al calcio sono diversi, rispetto a quelli che ci sono in una stagione di prosa, o ad un esercizio cinematografico. E comunque ci siamo fatti sentire poco. In Italia siamo passati dalla paura della malattia a quella del vaccino, la gente è confusa”.
Conclude Paolo Del Brocco per RaiCinema: “Questo è un film molto emozionante, bellissimo tecnicamente, io mi sono portato a casa a scritta della libreria. Posto che viviamo in un’epoca in cui è importante far vedere i bei film, l’incasso è importante, ma in questo momento è importante che la gente capisca che c’è un bel cinema di sentimenti. Il film ha successo se ha il suo pubblico, un grande successo se ha un pubblico internazionale.
Noi come servizio pubblico abbiamo una responsabilità in più, il giorno che esce un film siamo soddisfatti di aver contribuito a fare un’opera cinematografica.
Produttivamente questo è un film importante come investimento, è costato credo 5 o 6 milioni”. Il commiato lo fa Castellitto che ritiene che: “se c’è una cosa buona di questa esperienza dolorosa della pandemia è che sopravviverà la qualità, si sopravvive se cerchiamo cose belle nel rispetto dichi occupa quelle sedie”.
Maria Grazia Bosu
26/09/2021