Recensione
“Marilyn ha gli occhi neri” è un film da non perdere, intenso e divertente
“Marilyn ha gli occhi neri” è un film che tocca il cuore, dolce e delicato, carico di ironia. Simone Godano attraverso la macchina da presa posa il suo sguardo sul disagio mentale, leggero come una piuma, si addentra nella diversità in modo empatico. Il film, costruito con grande accuratezza, si poggia su una potente sceneggiatura, scritta da Giulia Steigerwart, dove i dialoghi sono freschi, e ogni parola è pesata. Se a questo aggiungiamo prove attoriali particolarmente riuscite, il gioco è fatto!
L’inizio è scoppiettante, è fa capire immediatamente il tenore della narrazione, e come la musica sia un fattore determinante della costruzione narrativa. In un film che ha un suo punto di forza nella definizione accurata dei personaggi, il racconto si muove in modo comunque corale, in un incastro di tasselli che vanno a comporre una realtà a dir poco disfunzionale. Il disagio porta isolamento, senso di inadeguatezza, frustrazione, ma attorno a queste persone che frequentano un centro diurno di supporto, c’è anche tanto affetto.
Diego e Clara
Diego deve frequentare il centro perché altrimenti perderebbe la possibilità di vedere la figlia, mentre Clara fa finta di essere li per sbaglio, perché lei sta bene, è un’attrice, non ha tempo da perdere, è tutto un’equivoco. Stefano Accorsi e Miriam Leone mostrano sullo schermo un grande affiatamento, che permette al girato di procedere armonioso, senza pause. I due dominano la scena, aprendo pian piano se stessi l’uno all’altro, scoprendo che l’unione dà la forza di andare avanti, e la felicità passa attraverso l’accettazione di stessi e dei propri limiti.
Diversità e accettazione di sé
In un periodo sociale complesso come quello in cui viviamo, “Marilyn ha gli occhi neri” proclama a chiare lettere la diversità come valore, e senza tentennamenti mostra come realtà e finzione, col dominio della vita virtuale dettata dall’abuso dei social, si confondono. Lo strapotere di una maggioranza omologata, che pensa di aver ragione solo perché maggioranza, viene qui messa in discussione, mettendo al centro l’individuo. (Viene in mente la famosa battuta di Roberto Benigni ne “Il mostro” durante la riunione di condominio: “Vaff…..alla maggioranza!”.) Nelle difficoltà di queste persone ciascuno può riconoscere, a vario livello, le proprie fragilità, e prendere coscienza di come ognuno di noi a volte si nasconde a se stesso, in nome di un’accettazione collettiva che dà conforto.
“Marilyn ha gli occhi neri” è un film allegro, spensierato, con un cast che offre allo spettatore personaggi variopinti per i quali è impossibile non provare simpatia. Sosia, Chip, Susanna e Giona hanno il volto di Mario Pirello, Andrea Di Casa, Orietta Notari e Valentina Oteri. Particolarmente riusciti i personaggi di Aldo, papà di Diego, Interpretato da Marco Messeri, e di Paris, il medico che coordina il centro, cui presta anima e determinazione Thomas Trabacchi.
Maria Grazia Bosu
Trama
- Regia: Simone Godano
- Cast: Stefano Accorsi, Miriam Leone, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Andrea Di Casa, Orietta Notari, Marco Messeri, Giulia Patrignani
- Genere: Commedia, colore
- Durata: 110 minuti
- Produzione: Italia, 2021
- Distribuzione: 01 Distribution
- Data di uscita: 14 ottobre 2021
“Marilyn ha gli occhi neri” è il terzo lungometraggio di Simone Godano, che ha ideato il soggetto, come per i suoi lavori precedenti, assieme a Giulia Louise Steigerwalt.
Marilyn ha gli occhi neri: trama
Lui non sa mentire, lei sa solo mentire: una coppia improbabile alle prese con un progetto impossibile.
Clara (Miriam Leone) è una professionista nel creare bugie che, all’occorrenza la levano dai guai, o le permettono di creare una realtà alternativa più gradevole rispetto a quella che vive. E’ talmente abituata a mentire che finisce per credere lei stessa alle invenzioni che crea. Vitale e caotica, ha qualche problema a tenere a freno le sue pulsioni.
Diego (Stefano Accorsi) è il suo esatto contrario, un uomo provato dalle vicende della vita, con varie psicosi e continui attacchi d’ira, un problema questo che potrebbe compromettere il rapporto con sua figlia.
I due si incontrano in un Centro Diurno per il rehab di persone disturbate, dove gli viene affidata una Mission Impossible: cucinare per persone esterne al Centro. Il lavoro di gruppo non sarà semplice, ma darà a tutti la possibilità di conoscere meglio se stessi e sperimentare relazioni affettive che credevano una lontana chimera.