Biografia
Mario Martone è un regista cinematografico che ha iniziato la sua carriera in ambito teatrale con lo spettacolo “Faust e la quadratura del cerchio”. Ha esordito dietro la macchina da presa con “Morte di un matematico napoletano” grazie al quale, al Festival di Venezia 1993, ha ricevuto il Gran Premio della giuria come Miglior Regista esordiente.
Mario Martone: un regista in bilico tra teatro e cinema
(Napoli, 20 novembre 1959)
Mario Martone nasce a Napoli il 20 novembre del 1959. Per tutta la sua vita spazia dal teatro alla Settima Arte. C’è da dire che il suo linguaggio cinematografico è un ibrido tra le due arti e riesce a declinare i tempi e le prospettive che le caratterizzano.
Il debutto sul grande schermo arriva per Mario Martone nel 1992 con il ritratto di un uomo straordinario nel suo genere: si tratta di Renato Caccioppoli, un genio della matematica nonché intellettuale comunista, avversato dai suoi stessi compagni. “Morte di un matematico napoletano”, che gli vale un Leone d’Argento Gran Premio della Giuria, è interpretato da Carlo Cecchi ed è il primo capitolo della trilogia napoletana. Ne è protagonista un uomo tormentato dall’alcolismo e abbandonato dalla moglie, che nonostante tutto non ha perso il suo smalto. Cecchi, con indosso solo una canottiera sotto l’impermeabile sgualcito e sporco, gli abiti del professore negli ultimi anni di vita, incarna letteralmente l’uomo che è diventato, nel bene e nel male, una leggenda.
Un artista a tutto tondo con Napoli nel sangue
Il film successivo, il mediometraggio “Rasoi” del 1992, è la versione cinematografica di uno spettacolo teatrale di Enzo Moscato del 1991 (nel cast come attore). Una serie di personaggi diversi, da un re e una regina grotteschi a uno scugnizzo, passando per un cantante, raccontano la cloaca “Napoli” da vari punti di vista. È un atto d’amore per la sua città devastata il film di Martone, che dirige gli attori che lo seguono da sempre come Toni Servillo, Licia Maglietta e Iaia Forte.
È un noir psicologico “L’amore Molesto” del 1996, tratto dal romanzo omonimo di Elena Ferrante, il secondo lavoro di Martone dedicato alla sua città. In una Napoli, fotografata da Luca Bigazzi in una alternanza di B/N e rosso saturo, torna Delia (Anna Bonaiuto), donna irrisolta, dopo la morte della madre Amalia (Angela Luce). Con un continuo crescendo, lo spettatore entra nel passato pieno di fantasmi di una giovane che ha subito violenza da bambina. In un gioco di specchi la figlia rivive quasi nei ricordi della madre, donna sensuale e libera. Il finale del film, con la colonna sonora di Daniele Sepe è un ritorno alla vita simboleggiato da un abito rosso fuoco indossato da una nuova Delia. Il film è presentato con successo a Cannes e prende una serie di nomination ai David di Donatello.
Martone nel 1997 gira uno dei sette episodi del film “I vesuviani”, in cui dirige Toni Servillo. La storia è tratta da una messa in scena teatrale dello stesso regista al Teatro Nuovo di Napoli “I sette contro Tebe” del 1996.
Girato nel 1998, “Teatro di guerra” è la perfetta commistione tra cinema e teatro, visto che le prove mostrate nel film sono quelle vere della rappresentazione teatrale. Uno spettacolo dovrebbe andare in scena a Sarajevo da Napoli, ma non ci arriverà mai. Si cita in qualche modo il living theatre e i vicoli stretti dei Quartieri Spagnoli fanno da sfondo ad una guerra metaforica con un cast di attori ripresi dalla stessa pièce teatrale.
Va male, ed è forse la prima volta al cinema per Martone, “L’odore del sangue” del 2004 tratto da un romanzo di Parise. Il film è ambientato a Roma, e per l’occasione il regista non ha riunito tutti i suoi collaboratori davanti ad un film prima delle riprese, una pratica scaramantica da buon napoletano.
La trilogia di Mario Martone sull’Italia e i primi due capitoli di quella napoletana
Con “Noi credevamo” del 2010, Mario Martone inizia quella che potrebbe essere una storia in tre capitoli sul nostro paese. Il regista si dedica al Risorgimento con una storia corale divisa in quattro capitoli con un cast stellare che vede insieme il top del cinema italiano.
Segue nel 2014 “Il giovane favoloso” con uno straordinario Elio Germano nei panni di Giacomo Leopardi, una interpretazione che gli vale a Venezia il Premio Pasinetti. La trilogia si chiude con “Capri-Revolution” del 2018 anche questo in concorso a Venezia. Ambientato in una comune hippy fondata dal pittore Karl Diefenbach tra il 1900 e il 1913, è forse dei tre film il meno riuscito.
Va molto meglio, e probabilmente perché il regista sa bene di cosa parla, “Il sindaco del Rione Sanità” portato in concorso a Venezia nel 2019. Si tratta della versione cinematografica di uno spettacolo di Martone del 2017, una rilettura in chiave contemporanea del testo di de Filippo. Il regista fa muovere i personaggi eduardiani in scenari attuali. Don Antonio Barracano, quello che deve dirimere tutte le “questioni” del quartiere Sanità, sembra vivere, ma solo apparentemente in un episodio della serie “Gomorra”. In realtà, Martone è bravissimo a mischiare le carte in tavola, rispettando alla lettera il testo originale, ridandogli una nuova linfa vitale. Gli attori sono tutti giovanissimi e sono in gran parte gli stessi della versione teatrale.
Bello e monumentale “Qui rido io”, passato senza alcun risultato a Venezia 2021, pur meritandosi più di un premio, se non il Leone d’Oro. Il film, tuttavia, ha un grande successo di incassi e di critica e riporta in luce un personaggio come Scarpetta che ha rivoluzionato il teatro tradizionale napoletano, così come Mario Martone ha fatto e sta facendo in quello contemporaneo dall’inizia della sua carriera.
Daniele Romeo
Filmografia
Cinema
- Morte di un matematico napoletano (1992)
- Rasoi (1993)
- Miracoli – Storie per corti (1994) – episodio Antonio Mastronunzio pittore sannita
- L’amore molesto (1995)
- I vesuviani (1997) – episodio La salita
- Teatro di guerra (1998)
- L’odore del sangue (2004)
- Noi credevamo (2010)
- Il giovane favoloso (2014)
- Capri-Revolution (2018)
- Il sindaco del rione Sanità (2019)
- Qui rido io (2021)
Televisione
- Tango glaciale (1983)
- Perfidi incanti (1985)
- Il desiderio preso per la coda (1986)
- Il barbiere di Siviglia (2020)