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Oltre i confini del male – Insidious 2 – Recensione

Retrò e stravagante il secondo capitolo delle vicende della famiglia Lambert firmato James Wan

(Insidious Chapter 2) Regia: James Wan – Cast: Leigh Whannell, Angus Sampson, Rose Byrne, Lin Shaye, Patrick Wilson – Genere: Horror, colore, 105 minuti – Produzione: USA, 2013 – Distribuzione: Sony Pictures – Data di uscita: 10 ottobre 2013.

insidious2James Wan ritorna sul grande schermo con il sequel dell’amato e odiato horror “Insidious” del 2011. La novità? Una scelta registica chiaramente da B-movie. Quel genere a basso costo un po’ bistrattato dai professoroni della critica cinematografica, in cui erano il make-up, le maschere di vampiri, zombie e altri mostri vari a terrorizzare gli spettatori negli anni Settanta.  In quegli anni il regista Roger Corman aveva fatto successo con un genere nuovo, nel 2013 James Wan utilizza gli stessi linguaggi, nel tentativo ben riuscito di trasmetterci qualcosa di nuovo e contemporaneo. Il suo nome, legato alla saga di film horror “Saw”, del quale ha realizzato un primo cortometraggio nel 2004, per poi dirigere nello stesso anno il primo capitolo della saga, “Saw – L’enigmista”, è oramai celebre in tutto il mondo.

“Oltre i confini del male – Insidioius 2 ” riprende la questione lasciata in sospeso da “Insidious”: la famiglia di Josh e Renai Lambert (interpretati da Patrick Wilson e Rose Byrne) è perseguitata da forze malvagie. Nonostante Josh abbia già salvato il figlio Dalton (Ty Simpkins) dai demoni che cercavano di imprigionarlo nell’altrove, questi continuano comunque a tormentarli. Nel capitolo due, è Josh ad essere posseduto da una presenza malevola, una signora velata, che lo spinge a terrorizzare i propri parenti. Per fortuna lo spirito dell’amica medium Elise Reiner (Lin Shayne), uccisa nel primo film, torna ad aiutare la famiglia Lambert a capire perché vengono seguiti ovunque dalle fastidiose forze malvagie.

Questa pellicola, che si lascia guardare anche da chi non ha visto il primo capitolo, struttura una storia che costruisce la tensione attraverso un meccanismo di sottrazioni che attanagliano lo spettatore, non solo con banali espedienti in stile “mostro che balza fuori all’improvviso”, ma anche con artifici più sottili che richiamano lo stile di Dario Argento. La sceneggiatura piena zeppa di rimandi al primo episodio, ben progettata e frizzante nelle trovate, è l’ingrediente primario del gusto estetico barocco e volutamente “artigianale” del regista malese. ll sonoro è uno dei mezzi portanti di Wan: le parole bisbigliate dai fantasmi, gli scricchiolii delle porte, i pianti della neonata, giungono in modo improvviso, tanto quanto le “apparizioni” sinistre che da un certo punto in poi popolano la mente e lo spazio abitativo della famiglia.

La recitazione risulta nel complesso di buona qualità, con attori perfettamente aderenti alla loro parte: Patrick Wilson è perfetto nel ruolo del cattivo. Qualche tocco umoristico, come le scene dei due cameraman “dell’occulto” sprovveduti, non turba la tetra atmosfera tipica da horror.

Il regista sembra perdere la bussola nel finale, continuando a gettare carne sul fuoco, forse esagerando e confondendo lo spettatore; egli, nelle ultime battute, sembra inoltre suggerirci un ulteriore terzo capitolo della saga.

Sommando il tutto, “Insidious 2 – Oltre i confini del male” non è un cattivo film, di gran lunga superiore a roba come “Paranormal Activity”. Un lavoro che a confronto con il primo, nonostante alcuni momenti di tensione, non è capace di farci sobbalzare dalla paura, infondendoci la terribile sensazione che lo sguardo di qualcuno o qualcosa alle nostre spalle ci osservi mentre noi guardiamo il film. Mancanza probabilmente data dalla presenza di sfumature ironiche che smorzano l’atmosfera lugubre delle ambientazioni.

Giulia Surace

Oltre i confini del male – Insidious 2 – Recensione

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