Recensione
Querido Fidel: un’opera prima di Viviana Calò sull’importanza dei sogni
Emidio (Gianfelice Imparato) è un signore napoletano che vive indossando ogni giorno una divisa militare cubana. Figlio di un caduto italiano a Cuba, è in contatto da sempre con Fidel Castro, da cui riceve una lettera ogni mese. In casa sua non si mangiano spaghetti ma Moros & Cristianos ovvero riso e fagioli neri.
L’uomo è assecondato amorevolmente dalla moglie Elena (Alessandra Borgia) e profondamente rispettato dalla piccola Celia, nipote e figlia di suo figlio Ernesto (Marco Mario De Notaris), l’unico che mal sopporta la stranezza del padre. Lui vorrebbe infatti viversi i privilegi del mondo capitalista.
Un pezzo di Guerra Fredda a Napoli
La giovane regista Viviana Calò parte da un personaggio surreale per raccontare un pezzo di Guerra Fredda a Napoli. Per Emidio, la sua città è una sorta di avamposto dell’Havana e ci si muove senza farsi troppi problemi sulle opinioni altrui. Ha un solo amico e complice: Tommaso (Ninni Bruschetta) un compagno del partito Comunista, da cui Emidio è stato allontanato.
Immaginiamo che tutti possano aver avuto in famiglia quello strano di cui vergognarsi un po’. Succedeva anche in “La Kryptonite nella borsa” del 2011 diretto da Ivan Cotroneo, solo che in quel caso si trattava di Gennaro aka Superman, cugino del giovane protagonista. Non a caso, il film era ambientato nella capitale partenopea e i toni erano da favola con una famiglia a dir poco speciale. Lo stesso Emidio è un antieroe perso in un sogno di un glorioso passato comunista con un leader carismatico che venera, la cui sola esistenza è linfa vitale per una esistenza grama.
La prima parte del film è tutta sull’onda della leggerezza ed è solo il preludio di un epilogo molto più complesso che mette in primo piano il personaggio di Elena, il vero Deus ex Machina, quella che permette al protagonista di vivere il suo sogno. La sua scomparsa arriva nel pieno di una serata cubana e apre un mondo a sé stante, che si fissa in una inquadratura che sembra un quadro di una tavola apparecchiata che non viene toccata in un tempo sospeso.
Querido Fidel: Una storia al femminile sull’importanza dell’amore
Per scelta registica, il tempo della narrazione si velocizza improvvisamente mostrando Celia cresciuta, che deve prendere le redini della famiglia. Come su un palco teatrale, tutto sembra immutato finché non si apre una scatola magica, che racconta a 360° la figura di Elena. Sono le donne della famiglia e una misteriosa in particolare, le chiavi di volta di una storia sul matriarcato. Questo, sul fronte delle vicende personali dei personaggi, ma c’è un altro punto di vista in questo film ed è quello politico messo sottotraccia.
Emidio, in fondo diventa il testimone silenzioso della scomparsa dei valori del grande Partito Comunista italiano che diventa PD con le conseguenze che tutti noi conosciamo. Il tema è solo accennato ma riesce comunque a passare allo spettatore. In realtà, il focus dell’opera è quello di imparare a cavalcare i sogni, per quanto essi possano apparire folli.
Imparato recita per sottrazione, rendendo un personaggio, che poteva facilmente diventare grottesco, credibile e rigoroso. Funziona molto bene anche la sua interazione con Ninni Bruschetta presente per il tempo giusto e perfetto antagonista. Ottime le interpretazioni di Alessandra Borgia, di Celia da bambina (Sonia Scarpato) e da adolescente (Antonella Stefanucci) e infine di Marco Mario De Notaris.
“Querido Fidel” non è perfetto, questo va detto, ma si tratta di una produzione indipendente, che va apprezzata anche solo per gli sforzi produttivi fatti.
Ivana Faranda
Trama
- Regia: Viviana Calò
- Cast: Gianfelice Imparato, Alessandra Borgia, Marco Mario De Notaris, Marcella Spina, Antonella Stefanucci, Valentina Acca, Antonino Bruschetta, Jhon Narváez, Agamenon Quintero, Salma Tafur
- Genere: Commedia, colore
- Durata: 91 minuti
- Produzione: Italia, 2021
- Distribuzione: TeleAut produzioni
- Data di uscita: 18 novembre 2021
“Quirido Fidel” è il primo lungometraggio della regista Viviana Calò, membro del collettivo indipendente TeleAut, diventato successivamente società di produzione cinematografica, che ha coprodotto con Audioimage e Eschimo.
Quirido Fidel: la trama
Emidio (Gianfelice Imparato) vive a Napoli nel mito di Fidel, per cui ha combattuto ed è morto il padre. Intrattiene da sempre una corrispondenza epistolare con lui. Vive secondo i criteri del socialismo cubano insieme alla sua famiglia. Il sogno si spezza per la scomparsa della moglie Elena (Alessandra Borgia).
Una favola sul potere dei sogni
Nel 1991, il protagonista del film ha trasformato la sua casa in una fortezza del socialismo ma si trova a fare i conti con il mondo che cambia sempre più velocemente. Vestito nell’uniforme rivoluzionaria cubana, controlla i prezzi dei beni di prima necessità ed è rispettato da tutta la sua famiglia, a parte il figlio Ernesto appassionato imperialista. Per dodici anni riceve una lettera al mese da Fidel, finché la verità verrà fuori e toccherà a Celia, la nipote cresciuta, ricomporre i cocci della famiglia in pezzi.
Gianfelice Imparato nei panni di Emidio è stato premiato come Miglior Attore al Bif&st di Bari, che ha insignito la regista del premio come miglior regista.