Recensione
Ero in guerra e non lo sapevo: la storia vera dell’omicidio Torregiani
E’ tratto dal libro omonimo del figlio del gioielliere ucciso dai Pac nel 1979 il film diretto da Fabio Resinaro. Protagonista nei panni della vittima Francesco Montanari, già diretto dal regista in lavori precedenti. Diciamolo, in Italia il cinema ha provato diverse volte a raccontare gli anni di piombo, con risultati non sempre esaltanti. In questo caso, vista la matrice letteraria e autobiografica del co-protagonista Alessandro Torregiani, rimasto paraplegico dopo l’attentato di matrice terroristica per un proiettile vagante, è chiaro che siamo davanti ad una chiave di lettura intima e poco politica. In scena c’è l’uomo Pierluigi Torregiani, imprenditore e padre di famiglia, nelle due settimane precedenti alla sua morte.
Il regista mette al centro della narrazione sempre e soltanto la sua figura nervosa di imprenditore, a tratti un po’ ‘bauscia’. Lo cala nella Milano violenta di quegli anni, raccontata egregiamente da Mario Caiano nell’omonimo film, senza dimenticare l’affresco sul tema realizzato da Carlo Lizzani nel 1968 con “Banditi a Milano”. In questo clima di malcontento prosperano i gruppi terroristici di sinistra: Gruppi d’Azione Partigiana (GAP), Nuclei Armati Proletari (NAP), Prima Linea (PL), i Comitati Comunisti Rivoluzionari (Co.Co.Ri), i Prioletari Armati per il Comunismo (PAC), le Brigate Rosse (BR) e diversi altri di destra. Come è noto furono esponenti dei Pac a colpire Torregiani, reo di aver reagito con la sua pistola ad una rapina avvenuta in un ristorante.
Ero in guerra e non lo sapevo: una vicenda intima e dolorosa che ha lasciato tracce nella storia del paese
La narrazione è corale e mette al centro la famiglia del gioielliere, composta dalla moglie Elena e dai tre figli adottati dalla coppia. La figura di Pigi, come lo chiamano in famiglia, appare come quella di un uomo che non ha paura e quasi sfida i suoi nemici. Il terrorismo c’è in filmati di repertorio dell’epoca, tra cui quello sulla strage nera di Piazza Fontana, in un piccolo frame. La ricostruzione storica è estremamente accurata negli interni e negli abiti dei protagonisti. Molto meno presente, invece, una analisi della situazione politica. Vivono tutti in un microcosmo, influenzato certamente dal contesto storico. Montanari è irriconoscibile nel suo ruolo e riesce perfettamente ad incarnare la figura di Torregiani, che va quasi consapevolmente incontro alla morte. La bella colonna sonora enfatizza ossessivamente i momenti più drammatici.
Un dolore ancora vivo nel cuore di Alessandro Torregiani
Il film parla di un dolore personale mai sopito e non degli anni di piombo, che l’Italia evidentemente non ha ancora metabolizzato. Si chiude infatti con i nomi dei due presunti assassini, che in realtà risultarono innocenti, senza neanche citare Cesare Battisti, che fu accusato, per una volta ingiustamente, dell’omicidio, perché non presente sul luogo. “Ero in guerra e non lo sapevo” sarebbe potuto essere un film politico, ma parte dal punto di vista intimo e personale del figlio/autore (del libro) che è evidentemente ancora troppo coinvolto emotivamente nelle vicende per poter affrontare l’impresa. Cosa peraltro molto comprensibile umanamente. E’ difficile fare i conti con un passato così doloroso, staccandosi dal proprio vissuto per affrontare una disamina più ad ampio raggio dell’epoca che attraversava il nostro paese.
Ivana Faranda
Trama
- Regia: Fabio Resinaro
- Cast: Francesco Montanari, Laura Chiatti, Juju Di Domenico, Alessandro Di Tocco, Mariavittoria Dallasta, Gianluca Gobbi, Pier Giorgio Bellocchio, Stefano Fregni, Luca Guastini, Gualtiero Burzi, Stefania Micheli
- Genere: biografico, drammatico, colore
- Produzione: Italia, 2021
- Durata: 93 minuti
- Data di uscita: 24 gennaio 2022
“Ero in guerra ma non lo sapevo” è un film di Fabio Resinaro, con Laura Chiatti e Francesco Montanari. Il film racconta in maniera coinvolgente gli ultimi giorni di vita di Pierluigi Torregiani, titolare di una gioielleria alla periferia nord di Milano, ucciso in un agguato dai Pac, Proletari Armati per il Comunismo, nel 1979.
Ero in guerra ma non lo sapevo: la trama
Milano, fine anni ‘70. Pierluigi Torregiani, un gioielliere che si è fatto da sé, subisce un tentativo di rapina in cui muore un giovane bandito. Non è stato lui a sparare, ma molti giornali lo accusano di essere un giustiziere borghese. La tensione politica dell’epoca lo rende un obiettivo perfetto per i PAC, gruppo di terroristi guidato da Cesare Battisti, che individuano in lui un colpevole da punire. Torregiani e la sua famiglia ricevono minacce di morte: il pericolo è così concreto che gli viene assegnata una scorta. Ma le intimidazioni non si fermano: sempre più invasive, lo condizionano nel lavoro e soprattutto nei rapporti con i famigliari, che si consumano fino a sfiorare la rottura. Ero in guerra ma non lo sapevo racconta un uomo che, sotto attacco suo malgrado, vive una profonda crisi familiare che si ‘ricompone’ solo dopo la sua morte, avvenuta per mano di sedicenti rivoluzionari.