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Gagarine – Proteggi ciò che ami (2020)

Recensione

Gagarine – Proteggi ciò che ami: una favola contemporanea improntata sul realismo magico

Gagarine - Proteggi ciò che ami

Parte da un evento reale e da un luogo topico “Gagarine – Proteggi ciò che ami” dei registi Fanny Liatard e Jérémy Trouilh. La location, mai così importante, è la Cité Gagarine, un quartiere costruito a Ivry-sur-Seine dal Partito Comunista francese nel 1963, inaugurato lo stesso anno dal russo Yuri Gagarin e distrutto nel 2019 poco dopo le riprese del film. Il protagonista si chiama quasi come il cosmonauta ed è un appassionato di viaggi spaziali, che rimette piede in terra quando la sua casa sta per essere demolita.

Gagarine – Proteggi ciò che ami (2020)

Il film non racconta solo la distruzione di un luogo fisico ma quella di una comunità multietnica, di cui il ragazzo fa parte. Con lui ci sono il suo amico Houssam e la bella Diana (Lyna Khoudri) di origine rom. I registi portano lo spettatore nel cuore del complesso in mattoni rossi in stato di abbandono. Youri (Alseni Bathily) usa il suo talento creativo per rimettere a posto il possibile ed evitare il peggio.

La narrazione scelta dagli autori è all’insegna del realismo magico. Nel film appaiono i veri abitanti del luogo e lo stesso dicasi degli operai che invadono fisicamente uno spazio utopico. Tra appartamenti privi di vita, resta solo Youri e un pusher disadattato. Il primo crea un universo visionario che prende la forma di una navicella spaziale autosufficiente con acqua e cibo autoprodotto. Ed è proprio lui che, chiuso nel fortino da solo, cerca disperatamente di salvare il quartiere resistendo fino allo stremo.

Una narrazione metaforica sul corpo sociale

Gagarine - Proteggi ciò che ami scena

C’è una continua sovrapposizione di reale e non in “Gagarine – Proteggi ciò che ami”. Le persone che abitano gli spazi sono un tutt’uno con gli stessi che, una volta abbandonati, restano pieni di vecchie foto e cartoline appese su un muro distrutto. La navicella spaziale di Youri è il cuore pulsante del film, illuminata da luci fredde come quelle dello spazio e dalle costellazioni.

In questo lavoro c’è anche un plot amoroso ed è quello della relazione difficile tra il ragazzo e la rom, scelta assolutamente non casuale. I registi, infatti, parlano d’integrazione, di possibilità di poter vivere insieme sotto lo stesso tetto tra persone di cultura differente accomunata da un disagio sociale.

Appare in un ruolo piccolissimo ma non da poco Dennis Lavant, l’attore feticcio di Leos Carax, un folletto perfetto per un film del genere. Il resto del cast è fatto in parte, come già detto, dagli stessi abitanti della Citè Gagarine, che per fortuna dei registi era ancora in piedi ai tempi del set.

Notevoli i ragazzi protagonisti, da Lyna Khoudri giovane promessa di “Non conosci Papicha” a Jamil McCraven già nel cast di “Nocturama” di Bonello nei panni del miglior amico di Youri. Da citare senz’altro, Alseni Bathily, al suo primo ruolo importante, con gran parte del film sulle spalle.

La pellicola di Fanny Liatard e Jérémy Trouilh è uno straordinario viaggio visivo nell’utopia ed è uno di quei film che servono a ricordarci che si può vincere contro il potere solo facendo squadra, per assistere insieme a uno spettacolo come quello finale che solo la settima arte può dare: un sogno nel sogno. Un’ulteriore conferma, se mai servisse, sullo stato di salute del cinema francese che non cessa mai di stupire.

Daniele Romeo

Trama

  • Regia: Fanny Liatard, Jérémy Trouilh
  • Cast: Lyna Khoudri, Alseni Bathily, Jamil McCraven, Finnegan Oldfield, Farida Rahouadj, Denis Lavant, Cesar ‘Alex’ Ciurar, Rayane Hajmessaoud, Hassan Baaziz, Salim Balthazard
  • Genere: Drammatico, colore
  • Durata: 95 minuti
  • Produzione: Francia, 2020
  • Distribuzione: Officine Ubu
  • Data di uscita: 19 maggio 2022

Gagarine poster“Gagarine – Proteggi ciò che ami” è un film drammatico francese diretto dagli esordienti Fanny Liatard e Jérémy Trouilh, presentato al Festival di Cannes 2020. Il lavoro segue le vicende del complesso residenziale a Ivry-sur-Seine chiamato Cité Gagarine, situato a sud di Parigi, dove la pellicola è stata girata poco prima che venisse demolito nell’estate del 2019.

L’opera prende le mosse dal cortometraggio omonimo del 2015 dei registi. I due hanno intervistato i residenti di Cité Gagarine su richiesta degli architetti che ne stavano progettando la demolizione.

La pellicola è stata premiata al Festival di Roma 2020, ha ottenuto una candidatura agli European Film Awards e 3 candidature ai Lumiere Awards.

Gagarine – Proteggi ciò che ami: la trama del film

Youri (Alseni Bathily) è un sedicenne che da grande vorrebbe diventare cosmonauta. Il ragazzo è nato e cresciuto nella Cité Gagarine, un complesso residenziale fatto di palazzi di mattoni rossi che, quando fu costruito negli anni Sessanta, era considerato un simbolo architettonico di modernità. Yuri Gagarin inaugurò il progetto che poi prese il suo nome. Si trattava di un’opera urbanistica di trecentosessantacinque appartamenti realizzati in alti edifici, per ospitare tutti gli abitanti delle baraccopoli alla periferia di Parigi.

Con il passare del tempo il degrado a Cité Gagarine è aumentato, tanto da prendere in considerazione la sua demolizione. Youri non vuole rassegnarsi alla ‘caduta’ di quella che sente casa sua. Mentre i vicini abbandonano le loro abitazioni, il giovane fa di tutto per evitare che la distruzione avvenga.

I registi hanno utilizzato materiali d’archivio dell’inaugurazione della Cité Gagarine, con la visita di Jurij Gagarin, oltre alle riprese effettuate della demolizione dell’edificio nel 2019.

Trailer

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