Biografia
Jean Renoir è un regista, sceneggiatore e scrittore francese, secondogenito del pittore impressionista Pierre-Auguste Renoir. Può vantare una lunga carriera a partire dal 1924, in cui gira ben nove film muti.
Jean Renoir: il regista delle “grandi illusioni”
(Parigi, 15 settembre 1894 – Los Angeles, 12 febbraio 1979)
Jean Renoir, nato a Parigi il 15 settembre del 1894, è stato uno dei registi francesi più sensibili e lirici fra quelli formatisi prima della Seconda Guerra Mondiale.
Jean è il secondogenito del celebre pittore impressionista Pierre-Auguste Renoir, noto per capolavori quali “Ballo al Moulin de la Gallette” o la serie delle “Grandi bagnanti”.
Il piccolo Jean cresce dunque nel quartiere bohemien di Montmartre, fra numerose sollecitazioni artistiche e intellettuali. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale si arruola in cavalleria e viene ferito a una gamba, rimanendo definitivamente claudicante. Durante la lunga convalescenza dalle ferite di guerra, Jean Renoir scopre il cinema, rimanendo colpito soprattutto da Chaplin e da Von Stroheim.
Jean Renoir: il fantastico mondo del cinema muto
Ben presto decide di lanciarsi nel campo della produzione di muti, alcuni dei quali interpretati da sua moglie, la modella Catherine Hessling. Per un lungo periodo i film di Renoir non hanno successo e il regista deve attendere gli anni ’30 e il sonoro per attirare l’attenzione del pubblico. Il suo “Boudu salvato dalle acque” (1932) vede una famiglia piccolo borghese alle prese con l’invadente barbone Boudu che il capofamiglia ha incautamente salvato mentre annegava nella Senna.
Altri capolavori di questa stagione produttiva sono “Il delitto di monsieur Lange” (1935), una drammatica storia di riscatto sociale e ricerca di giustizia, e “La scampagnata” (1936) che uscirà solo nel 1940. Renoir è coinvolto nell’esperienza del Fronte Popolare, un governo di sinistra attorno al quale si stringono numerosi intellettuali quali Prévert, Piscator o Aragon. Le sue storie, già influenzate dal naturalismo lirico di Maupassant, si focalizzano soprattutto sulla descrizione della vita di ogni giorno, sulla ricerca della libertà da parte degli individui e sulla necessità di maggior giustizia sociale. I lungometraggi di questa periodo influenzeranno profondamente, nel decennio successivo, la nascita del Neorealismo italiano.
Jean Renoir: avanti negli anni
Nel 1937, Renoir trasforma le sue aspirazioni pacifiste in un inno alla comprensione fra gli individui girando “La Grande Illusione”, storia del conflitto fra alcuni prigionieri di guerra francesi e un vecchio ufficiale prussiano, magnificamente interpretata da un giovane Jean Gabin e un commovente Von Stroheim. Il film, premiato a Venezia, è successivamente vietato nella Germania nazista e nell’Italia fascista per la sua esplicita denuncia dell’assurdità della guerra.
“La Marsigliese” (1938), che ricostruisce le vicende della Rivoluzione Francese, è forse l’estremo momento di riflessione sul turbolento periodo politico che la Francia attraversa prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Poco prima del precipitare della situazione, Renoir trova il tempo per realizzare “La regola del gioco” (1939) una divertita satira della società francese che è attualmente considerata una delle sue opere migliori. Il film non ha però molto successo e ben presto la Francia è sconvolta dalla guerra e dalla crudele occupazione nazista. Il regista francese decide di fuggire negli USA insieme alla sua famiglia, anche se si adatta male al sistema produttivo hollywoodiano.
Forse il più interessante dei suoi lavori americani è “Il diario di una cameriera” (1946), adattamento del noto romanzo di Octave Mirabeau, con Paulette Goddard e Burgess Meredith. Nel 1949, Renoir visita l’India dove gira “Il fiume”, una storia di formazione di tre ragazze nell’India coloniale, molto incentrata sul rapporto fra uomo e natura. Il lungometraggio è ancora una volta premiato a Venezia, oltre a influenzare a lungo il nascente cinema indiano. Tornato in Francia si dedica a una trilogia di commedie musicali, girate in uno splendido technicolor.
“La carrozza d’oro” (1952) con Anna Magnani, che diventa uno dei film preferiti del giovane Truffaut, “French Cancan” (1955) e “Eliana e gli uomini” (1956). Successivamente, il regista rallenta il ritmo di lavoro e anche l’ispirazione sembra avere pochi guizzi, con l’eccezione dell’angoscioso “Il testamento del mostro” (1959), libero adattamento della storia del dottor Jeckyll. I suoi ultimi lavori, negli anni ’60, vengono girati per la televisione, mentre il tempo libero viene utilizzato per scrivere una monumentale biografia dedicata al padre. Nel 1970 Renoir ritorna in America e si stabilisce a Los Angeles, nel quartiere di Beverly Hills, dove muore il 12 febbraio 1979.
Fabio Benincasa
Filmografia
Jean Renoir Filmografia – Regista – Cinema
- Catherine ou Une vie sans joie co-regia Albert Dieudonné (1924)
- La ragazza dell’acqua (1925)
- Nanà (1926)
- Sur un air de Charleston o Charleston Parade (Cortometraggio) (1927)
- Marquitta (1927)
- Tire-au-flanc (1927)
- Le tournoi dans la cité (1928)
- La piccola fiammiferaia (1928)
- Le bled (1929)
- La purga al pupo (1931)
- La cagna (La Chienne) (1931)
- La notte dell’incrocio (1932)
- Chotard et Cie (1932)
- Boudu salvato dalle acque (1932)
- Madame Bovary (1933)
- Toni (1935)
- La vita è nostra (1936)
- La scampagnata (1936)
- Il delitto del signor Lange (1936)
- Verso la vita (1936)
- La grande illusione (1937)
- La Marsigliese (1938)
- L’angelo del male (1938)
- La regola del gioco (1939)
- La palude della morte (1941)
- Questa terra è mia (1943)
- L’uomo del Sud (1945)
- Il diario di una cameriera (1946)
- Salute to France (1946)
- La donna della spiaggia (1947)
- Il fiume (1951)
- La carrozza d’oro (1953)
- French Cancan (1955)
- Eliana e gli uomini (1956)
- Il testamento del mostro (1959)
- Picnic alla francese (1959)
- Le strane licenze del caporale Dupont (1962)
- Il teatrino di Jean Renoir (1969)