Eco Del Cinema

Io sono vera (2022)

Recensione

Io sono Vera: l’universo che chiama

Io sono vera film

Io sono vera (2022)

2019, Vera, una ragazzina di 10 anni, sparisce misteriosamente mentre è su una scogliera con un amico di famiglia a Punta Crena, in Liguria, intanto, a oltre 11.000 km di distanza, in Cile, un uomo ha un infarto. La vede. La sente. La percepisce.

Tutto questo è collegato in qualche modo secondo l’uomo…

Così ha inizio il viaggio in “Io sono Vera”. La storia è uno specchio delle paure umane. Da una parte c’è la paura di vivere dell’amico di famiglia di Vera, Claudio (Davide Iacopini), suo professore alle scuole medie, dall’altra c’è la paura di Morire di Elias (Marcelo Alonso), l’uomo che pensa che sia stato salvato da Vera.

Questo mistico riferimento alla vita e alla morte percorre tutto il film, ma non ne è il vero protagonista.

La storia di Vera riprende dopo 3 anni, nel 2022, quando riappare magicamente dalle acque del mar ligure, ma non è più una bambina di 10 anni. Nessuno sa come ma è una giovane donna. Dopo vari test del DNA i genitori la riabbracciano e la prendono con loro in casa.

Nessuno capisce cosa sia successo, nemmeno la stessa Vera all’inizio.

Claudio, che ha vissuto gli ultimi 3 anni con i sensi di colpa e i sospetti dei suoi concittadini per la scomparsa, entra in confusione per l’arrivo della presunta Vera. Dalle analisi effettuate in ospedale risulta che la ragazza soffre di una sindrome degenerativa causata dal metabolismo accelerato. Non c’è molto tempo. Ma per cosa?

Vera, il grande cerchio della vita

Io sono vera film

Tra i tanti finali e sottofinali (la sceneggiatura è firmata da Paola Mammini e Nicoletta Pollero, sotto la supervisione di Alejandro de la Fuente), il film prova – e si sente in dovere – a chiudere il cerchio e trovare una spiegazione plausibile per una storia che non è in grado. Con un’esplosione di informazioni, collega tra di loro stelle in collisione, teletrasporto quantistico, errori nel sistema dell’universo, i rituali funebri tra le popolazioni mediterranee nel Neolitico e i flashback al rallentatore.

“Io sono Vera” ha molto potenziale, ma è stato messo tutto alla rinfusa. Poteva essere un ottimo esempio di quello che Paul Schrader ha definito cinema della trascendenza. Troppo ibrido e confusionario per rientrare nella definizione di fantascienza.

Trama

  • Titolo originale: Vera de Verdad
  • Regia: Beniamino Catena
  • Cast: Marta Gastini, Anita Caprioli, Marcelo Alonso, Manuela Martelli, Davide Iacopini, Manuel Zicarelli
  • Genere: Thriller, colore
  • Durata: 101 minuti
  • Produzione: Italia, 2020
  • Distribuzione: No.Mad Entertainment
  • Data du uscita: 17 febbraio 2022

Io sono vera poster“Io sono Vera” è un film del 2020 presentato in diversi festival internazionali, tra cui il Torino Film Festival e il Trieste Film Festival dove è stato insignito del Premio Corso Salani.

Io sono Vera: un film complesso, opera prima di Beniamino Catena

Vera è una bambina di undici anni, che scompare misteriosamente. Viene ritrovata dopo due anni ed è cresciuta molto velocemente, al punto di essere una giovane donna. Dopo diversi controlli e un esame del Dna si ha la certezza che sia lei. Tuttavia, non si ricorda nulla di ciò che le è accaduto. Con il passare del tempo inizia a capire di aver vissuto la vita di un uomo cileno in coma, il quale si era risvegliato nello stesso momento in cui lei era scomparsa.

Note di regia

“Io sono vera” esplora il rapporto tra vita e morte, paura e accettazione, solitudine e unione con il Tutto.
 Vera non solo è un personaggio, con la sua parabola narrativa, è anche il paradosso che porta gli altri protagonisti, in primis Elias e Claudio, a confrontarsi con la paura sia di vivere che di morire. Capiranno che i loro conflitti potranno essere risolti solo a patto di essere se stessi sino in fondo. Sconfiggeranno la loro solitudine scoprendo che sono realmente connessi gli uni agli altri.”

Trailer

 

 

Articoli correlati

Condividi