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CODA – I segni del cuore: un film da Oscar

Arriva nelle sale italiane forte di tre premi Oscar (Miglior Film, Miglior sceneggiatura non originale, Miglior attore non protagonista) “CODA – I segni del cuore”, un film ben costruito, che rinfranca l’anima.

CODA – I segni del cuore: non è il solito remake!

coda i segni del cuore foto

Il pubblico è oramai quasi rassegnato a remake di ogni tipo, propinatici in sala con la scusa di adattare il soggetto ‘al nostro sentire’. Diventa difficile tra ‘libere interpretazioni’, remake, omaggi e quant’altro, trovare un qualcosa di originale da vedere. “CODA – I segni del cuore” non è il solito remake.

Sian Heder scrive e dirige il film, partendo dal soggetto del francese “La famiglia Bélier” (scritto a più mani da Victoria Bedos, Thomas Bidegain, Stanislas Carré e Éric Lartigau), di Éric Lartigau, che ha realizzato un film a tema familiare, puntando sull’ironia. Il film francese diverte, ma ha creato non pochi malumori tra le associazioni dei sordi, che non si sono sentiti correttamente rappresentati, arrivando persino a sentirsi ridicolizzati.

La Heder attinge dallo script francese per poi allontanereste decisamente, portando sul grande schermo una storia toccante, non priva di ironia e, in barba al metodo Stanislavskij, scrittura attori sordomuti che rendano credibile i ruoli dei protagonisti (nel film francese solo uno dei protagonisti non udenti era interpretato da un attore sordo). E’ forse questo il segreto di un film che coinvolge sin dal primo minuto: la veridicità dei personaggi narrati.

Un racconto di formazione delicato che fonde dramma e ironia

La regista statunitense ci porta nel Massachusetts, per la precisione a Gloucester, dove Ruby, una giovane liceale, è l’unica della sua famiglia ad essere udente, rendendola di fatto l’interfaccia tra i suoi cari e il mondo esterno. Questo non le permette di coltivare sogni tutti suoi, sentendo forte la responsabilità verso la famiglia. La ragazza si divide tra scuola e lavoro sulla barca del padre pescatore, e tutto pare procedere ‘come sempre’, fino a quando Ruby inizia a frequentare, a scuola, il corso di canto del professor Bernardo Villalobos, interpretato dal bravo Eugenio Derbez. Prof V, come lo chiamano gli studenti, intuisce le potenzialità della giovane, spronandola ad impegnarsi nel canto.

Quello che la Heder porta sullo schermo è un racconto di formazione, che investe non solo la crescita di Ruby, ma anche quella dei suoi familiari, da sempre rinchiusi nel loro mondo fatto di silenzi, nel quale certo non c’è posto per il canto. Solo secondariamente possiamo definirlo una storia di diversità, perché quello che più colpisce, nella semplicità  delle vicende narrate, è l’evoluzione dei personaggi. Certo la condizione di disabilità uditiva dei genitori di Ruby accrescono in loro la paura del distacco, ma qual’è il genitore che non soffre per il distacco, seppur naturale, di un figlio?

CODA – I segni del cuore: la scelta del cast fa del film un prodotto vincente

La ventenne Emilia Jones ben incarna i turbamenti di Ruby, combattuta tra la sua passione per il canto e il senso di responsabilità verso i suoi cari. Ad interpretare il padre Frank, giustamente premiato in ogni dove per questo ruolo, oscar al Miglior attore protagonista compreso, Troy Kotsur. Nei panni della madre Jackie c’è Marlee Matlin, già premio Oscar per “Figi di un Dio minore”. A completare il quadro familiare il fratello maggiore di Ruby, Leo, cui presta determinazione e muscoli Daniel Durant. Tutte tre attori sordi, che hanno dimostrato una grande maturità professionale.

Trovare il proprio posto nel mondo non è sempre facile per nessuno, e il cammino diventa poi ancor più tortuoso se dalla tua passione, per Ruby quella del canto, ne sono esclusi gli affetti più cari, coi quali vorresti condividerla.

Di grande impatto la scelta della Heder di silenziare per un alcuni attimo il girato, permettendo allo spettatore, anche se solo per un breve momento, di immedesimarsi con i protagonisti.

Dalla produzione all’Oscar

Il film è una co-produzione internazionale Vendome Pictures e Pathé Films, distribuito in Italia da Eagle Pictures. Il film ha inizialmente partecipato al Sundance Film Festival nel 2021, per poi essere acquistato da Apple TV+ per 25 milioni di dollari. Per questo motivo in Italia è stato prima visibile in streaming e on demand, e solo in seguito nelle sale cinematografiche. Il titolo originale è “I segni del cuore”, in seguito modificato in “CODA – I segni del cuore”. L’acronimo CODA sta per ‘child of deaf adults’, ossia ‘figlio di adulti sordi’.

Una curiosità: prima de “La famiglia Bélier” del 2014, un altro film, del 1996, aveva trattato lo stesso tema, “Al di la del silenzio” di Karoline Link, nominato all’oscar come Miglior Film Straniero. Oscar che la regista tedesca vinse nel 2001 con “Newhere in Africa”.

Maria Grazia Bosu

CODA – I segni del cuore: un film da Oscar

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