Recensione
Vous ne désirez que moi: un’intervista intima sui lati oscuri dell’amore di Claire Simon
“Non c’era stato niente nella mia vita di più fuori norma della nostra storia, di Yann e mia” disse Marguerite Duras in un libro. E parlava di Yann Andréa il suo ultimo giovanissimo compagno omosessuale. A lui la scrittrice dedicò “Testi segreti” nel 1987, tre racconti di cui uno “L’uomo atlantico” divenne un medio metraggio. Lì c’era Yann e ora grazie al film di Claire Simon possiamo finalmente conoscere la sua versione sul rapporto che lo legò alla Duras.
Yann, studente di filosofia, la vede per la prima volta alla proiezione del film “India Song” nel 1980 a ventidue anni. Inizia a scriverle, mentre lei è in piena depressione e vive lontana dal mondo. S’incontrano dopo sei anni circa e non si lasceranno mai. Yann (Swann Arlaud) decide di aprire il suo cuore a Michèle Manceaux (Emmanuelle Devos) nell’intimità della sua stanza, al piano superiore di quello della Duras. Lei non appare mai, la sua presenza si palesa solo in ossessivi squilli telefonici. In due giorni, l’uomo tormentato e con mano una perenne sigaretta accesa, si confessa. Nella prima parte racconta il suo incontro con la scrittrice che per lui diventa un’ossessione. Il secondo giorno si entra nel vivo del discorso ed è un fiume di parole e di segreti mai confessati.
Un’erronea traduzione nel titolo internazionale “I Want To Talk About Duras”
Sta tutto in questa discordanza linguistica il concept del film della Simon, che ha un notevole coraggio nel mettere in linguaggio cinematografico l’intervista che poi divenne un libro. L’impianto registico è molto teatrale, come si può intuire dal contesto. La location è la stanza/rifugio di Yann ed è un dramma da camera. Swann Arlaud è estremamente espressivo in un ruolo che è a dir poco complicato. La camera stringe sui suoi movimenti nervosi, che parlano più delle sue stesse parole.
Il focus è l’amore, ma visto come dominazione/accettazione e il suo rapporto con l’omosessualità del giovane. Lui e la Duras avevano, come dice lui stesso, rapporti carnali. Questi appaiono in acquarelli molto espliciti in sogno a Michéle. La Devos regge peggio una parte così complessa ma è anche comprensibile. Durante l’intervista appaiono pezzi del mediometraggio “L’uomo Atlantico” in cui Yann è diretto dalla sua compagna con imperio.
Appare chiaro che il rapporto tra i due fosse insano e sbilanciato. L’uomo appare come creta nelle mani della Duras che lo plasma. Eppure, nonostante questo “Vous ne désirez que moi” parla d’amore a modo suo e ci regala un lato sconosciuto di una donna/artista tormentata che ha fatto della sua vita fuori le righe un’opera immortale. Un film importante anche se non perfettamente riuscito per la sua staticità.
Ivana Faranda
Trama
- Regia: Claire Simon
- Cast: Swann Arlaud, Emmanuelle Devos, Christophe Paou, Philippe Minyana
- Genere: sentimentale
- Durata: 95 minuti
- Produzione: Francia, 2021
“Vous ne désirez que moi” è un film diretto da lla XII edizione del Rendez-Vous Festival del Nuovo Cinema Francese.
Vous ne désirez que moi: la trama
Nel 1982, la giornalista Michèle Manceaux registrò una serie di colloqui con il giovane Yann Andréa, compagno di vita negli ultimi anni di Marguerite Duras. I due erano vicini di casa. L’uomo si apre davanti alla donna e racconta il suo rapporto scandaloso per i più con la mitica scrittrice. Il testo originale dell’Intervista è stato pubblicato nel libro postumo di Andréa “Je voudrais parler de Duras” nel 2016.
I protagonisti
Yann Andréa Steiner ha incontrato la scrittura e il cinema di Marguerite Duras a soli ventitré anni quando studiava filosofia all’università di Caen. Era nato a Guingamp, un paese della costa bretone d’Armor, a lui la scrittrice dedicò il medio metraggio “L’homme atlantique” nel 1981, in cui appare lo stesso Yann e diversi libri. La loro fu un’unione non facile. Lui era omosessuale e giovanissimo e aveva con la scrittrice, di molti anni più anziana di lui, un rapporto di dipendenza affettiva. Yann è morto a Parigi il 10 luglio 2014 dopo una lunga dipendenza dall’alcool.