Recensione
La Tana: opera prima sull’elaborazione del lutto e la scoperta dell’amore
Parte da un cortometraggio presentato nel 2019 a Venezia nella sezione “Orizzonti” il primo film della giovanissima regista Beatrice Baldacci. Il tema è quello della malattia della madre, già raccontata nei ricordi d’infanzia presi da vecchie VHS mostrate nel corto “Supereroi senza superpoteri”. Ne “La Tana” la storia vera della regista si mischia con quella di una coppia di giovani che s’incontrano in una calda estate in campagna. Giulio (Lorenzo Aloi) è un ragazzo solare, non si può dire lo stesso di Lia (Irene Vetere) che nasconde dei segreti.
L’inizio è all’insegna delle relazioni pericolose, a causa dei giochi quasi sadici fatti da Lia. La morte aleggia su di loro e prende la forma di una fossa scavata per farci l’amore. La spiegazione di ciò è nella stanza buia della casa diroccata dove vive la madre malata della ragazza. Lei è sola nella sua cura, se si esclude un medico che arriva furtivamente nella notte.
Un film fresco ma non del tutto riuscito
I primi turbamenti amorosi dominano la prima parte del film. I due protagonista si muovono in spazi aperti verdi, con vicino dei laghi trasparenti. La regista gira in 4/3 e questo rende quasi irreale il tutto. Poi si avvale, come nel corto, dei vecchi filmati di famiglia. Dopo la luce, però, cala il buio che avvolge la tana del titolo. Come detto dalla stessa regista si tratta di un luogo caldo e sicuro dove rifugiarsi. Lì ci sarà l’epilogo della storia.
È impegnativo come film “La Tana”, perché c’è tanto del vissuto della Baldacci e non è sempre facile raccontarsi in prima persona senza perdersi. Comunque, in complesso come opera prima è piuttosto riuscita, anche se i due giovani interpreti sono acerbi come i loro personaggi. La malattia della madre di Lia è ostentata volutamente, forse più del necessario. É evidente che questo film è stato per la giovane autrice un lavoro catartico per affrontare il suo dolore, cosa che rende “La Tana” un’opera preziosa anche se imperfetta.
Ivana Faranda
Trama
- Regia: Beatrice Baldacci
- Cast: Irene Vetere, Lorenzo Aloi, Hélène Nardini, Elisa Di Eusanio, Paolo Ricci, Federico Rosati
- Genere: Drammatico
- Durata: 88 minuti
- Produzione: Italia, 2021
- Distribuzione: PFA Films
- Data di uscita: 28 aprile 2022
“La Tana”, opera prima della regista Beatrice Baldacci, è stata presentata al Festival di Venezia 2021 nella sezione Biennale College Cinema.
La Tana: la trama
A diciotto anni Giulio (Lorenzo Aloi) trascorre le sue vacanze in casa dei genitori. Nella casa accanto disabitata da tempo arriva la giovane Lia (Irene Vetere) introversa e scontrosa. Tra i due nascerà una relazione e il ragazzo scoprirà i segreti della sua vicina.
Note di regia
Quando ho pensato per la prima volta al film, ho visto l’immagine di una casa in campagna, un riparo sicuro in cui rifugiarsi. In quel luogo incantevole Giulio e Lia giocano con il loro corpo, esplorando i fragili confini che esistono tra amore, morte e violenza, cercando di orientarsi nell’ignoto. Ognuno dà all’altro ciò che può dare. Questo incontro li spinge ad affrontare le proprie paure e a farli crescere. Il dolore è la forza misteriosa che li unisce. La Tana non è un luogo concreto e reale, ma quello spazio dove andiamo a nasconderci quando non stiamo bene. E dove speriamo che qualcuno ci venga a cercare.