Recensione
Tromperie – Inganno: frammenti di un discorso amoroso con le parole di Philip Roth
Philip Roth è stato un grande scrittore ma anche un uomo controverso, accusato di misoginia per la sua tendenza a usare le sue tante relazioni sentimentali per scrivere i suoi libri. Lo ha fatto, e in prima persona palesemente, per una volta nel romanzo “Tromperie” pubblicato nel 1990.
Arnaud Desplechin desiderava da tempo portare sul grande schermo questo testo, e il risultato è un dialogo intimo in una stanza tra un uomo e una donna in cui lei si mette letteralmente a nudo. La donna inglese (Léa Seydoux), come è chiamata nel film, è la giovane amante (sposata infelicemente) dello scrittore americano in esilio a Londra, interpretato magistralmente da Denys Podalydes. I loro rendez-vous pomeridiani sono il cuore di un ‘opera che mischia il linguaggio cinematografico con quello teatrale.
Roth fa parlare la donna tra un amplesso e una tazza di the. Lei si apre a lui, che si definisce un ascoltatore e un audiofilo e scrive le loro conversazioni. La narrazione è divisa in dodici capitoli, che vanno dall’autunno all’estate ambientati tra lo studio dell’autore e i parchi inglesi. Non c’è solo la coppia di amanti, ma anche la moglie dello scrittore (Anouk Grinberg) e altre sue donne realmente esistite come Rosalie malata di tumore a New York (Emmanuelle Devos), una giovane studentessa ex allieva e sua amante (Rebecca Marder) e una misteriosa donna ceca (Madalina Constantin). Roth si mette a nudo, mischiando sapientemente realtà e finzione., come nel caso dei riferimenti alla fuga da Praga per ragioni politiche cosa reamente accaduta nel 1977. Infine, non poteva mancare, il tema dell’antisemitismo e del rapporto dell’autore con la cultura ebraica.
Un film sul rapporto stretto tra la vita e la scrittura
Con “Tromperie – Inganno”, Desplechin riesce nell’impresa quasi impossibile di far vivere sul grande schermo un romanzo importante. Il cinema in questo caso oltre che linguaggio di immagini riesce a veicolare le parole sussurrate e urlate di tutte le donne che hanno fatto parte della vita di Roth. É un corpo che trasuda sensualità da tutti i pori quello di Léa Seydoux, in perfetta sintonia con Denys Podalydes uno psicoanalista/amante di grande charme. Un capitolo da citare a parte è quello del processo, Roth sogna e mette in scena l’incubo kafkiano di una giuria femminile che lo accusa di misoginia, con il procuratore interpretata da Saadia Bentaïeb, l’unica figura femminile che gli resiste.
La narrazione quasi casuale acquista il suo senso nell’incontro finale di Roth e della donna inglese. Il libro è finito e anche la loro storia. Tutto o quasi il film è sulle spalle possenti di Denys Podalydes e Léa Seydoux, fotografati magistralmente da Yorick le Saux.
Notevole il cast tutto e la colonna sonora firmata da Grégoire Hetzel. Un lavoro imperdibile per tutti gli amanti della settima arte e della grande letteratura.
Ivana Faranda
Trama
- Regia: Arnaud Desplechin
- Cast: Léa Seydoux, Emmanuelle Devos, Miglen Mirtchev, Denis Podalydès, Madalina Constantin, Anouk Grinberg, Rebecca Marder, Gennadiy Fomin, Ian Turiak, Matej Hofmann
- Genere: Drammatico
- Durata: 105 minuti
- Produzione: Francia, 2021
- Distribuzione: No.Mad Entertainment
- Data di uscita: 28 aprile 2022
“Tromperie – Inganno”, tratto dall’omonimo romanzo di Philip Roth, è un film diretto da Arnaud Desplechin, con Léa Seydoux, Emmanuelle Devos, Denis Podalydès, Anouk Grinberg, Rebecca Marder.
La pellicola, girata nel periodo della pandemia, porta in scena l’amore arricchito dal potere delle parole, che non perde mai di vista la sensualità. Per Desplechin il cinema è “radiografia esistenziale e sentimentale, un modo di esorcizzare la morte: come dire raccontare per esistere”.
“Tromperie – Inganno” è stato presentato in anteprima alla 74ª edizione del Festival di Cannes, nella sezione Cannes Première.
In Italia è distribuito da No.Mad Entertainment dal 21 aprile 2022.
Tromperie – Inganno: la trama
Nella Londra del 1987, Philip (Denis Podalydès) è un famoso scrittore americano che vive “esiliato” nella City con la moglie. L’artista ha una relazione con una donna inglese (Léa Seydoux) che incontra nel suo studio, trasformato in una sorta di rifugio e nascondiglio.
I due amanti vivono la loro relazione in questo luogo dove fanno l’amore, litigano e discorrono di donne, sesso, letteratura, morte, antisemitismo, fedeltà e infedeltà.