Recensione
Bocche inutili: un dramma onesto dal fondo retorico
“Bocche inutili” è un dramma diretto dal regista Claudio Uberti, che parla della resistenza delle donne ebree durante la Shoah. Ad un’onestà effettiva nell’esposizione dei fatti, con la quale Uberti sfida il raccapriccio e la tragicità di accadimenti storici ormai fin troppo noti, fanno tuttavia da contraltare un fondo retorico e una sensazione di déjà-vu che non consentono alla pellicola di apparire come distintiva in senso assoluto.
Seppure la ricostruzione d’ambiente sia effettuata in modo sufficientemente minuzioso, e nonostante il film sia ripreso in maniera sobria e attenta, uno stile declamatorio nei dialoghi gli fornisce un effetto esasperatamente teatralizzante ai danni di una verisimiglianza naturalistica, che lo porta a non essere poi così facilmente fruibile da un punto di vista emozionale, come invece ci si aspetterebbe da un’opera che affronti una simile tematica.
Un fine lodabile
Il fine alla base di “Bocche inutili” è certamente lodabile: recuperare i dolori e le mortificazioni subite dalle donne durante la guerra per mostrarli al grande pubblico in un motto quasi liberatorio, se non proprio anche esorcizzante, affinché essi non debbano così essere né dimenticati, e ancor meno ripetuti.
Tuttavia, le buone intenzioni non bastano ad elevare il lavoro di Uberti troppo al di sopra della media dei film di genere.
Mirko Tommasi
Trama
- Regia: Claudio Uberti
- Cast: Marguerite Sikabonyi, Lorenza Indovina, Nina Torresi, Morena Gentile, Anna Gargano
- Genere: Drammatico
- Durata: 104 minuti
- Produzione: Italia, 2022
- Data di uscita: 25 Aprile 2022
“Bocche inutili” è un film drammatico del 2022, diretto da Claudio Uberti.
Bocche inutili: la trama
Tratto dalle testimonianze di alcune sopravvissute alla Shoah, il film racconta la storia di una donna ebrea italiana, Ester, che viene inviata in un campo di concentramento dove stringerà un forte legame di amicizia con Ada, un’altra internata.
Trailer