Riportiamo le parole dell’ANEC che, giustamente – a nostro avviso – giudica “Inaccettabile l’obbligo delle FFP2 al cinema fino al 15 giugno”.
Le parole dell’ANEC, Associazione Nazionale Esercenti Cinema
“E’ inaccettabile che sia ancora lo spettacolo l’unico a pagare una pesante e ormai non più sostenibile né comprensibile penalizzazione in materia di protocollo Covid!. Le anticipazioni che trapelano sulle misure che saranno varate nel pomeriggio, vedono una generica raccomandazione per tutte le attività, comprese realtà commerciali sicuramente molto affollate e con elevate possibilità di contatto fra le persone, mentre si obbligano i cinema a imporre la FFP2, nemmeno le chirurgiche già concesse alle discoteche!”.
Oltre a risultare assolutamente inutile continuare su questa linea di protezione sanitaria, risultano sempre più evidenti le incongruenze delle scelte fatte che discriminano alcune categorie rispetto ad altre senza alcuna motivazione legata alla circolazione del virus, dal momento che in discoteca i contatti sono molto più ravvicinati rispetto alla sala cinematografica, dove lo spettatore è seduto immobile su una poltrona!
Come uccidere il cinema
“Si dichiari dunque pubblicamente che si intende condannare definitivamente e senza appello un comparto, lo spettacolo cinematografico in sala, intendendo favorire senza se e senza ma gli sfruttamenti in piattaforma dei film.” – prosegue la nota dell’associazione – “Sono due anni che con senso di responsabilità gli esercenti hanno preso atto delle stringenti misure, applicate ogni volta in prima istanza ai cinema, ma adesso l’accanimento non è più comprensibile. La filiera ha evidente la profonda crisi del cinema in sala che colpisce pesantemente e maggiormente le produzioni nazionali, e anziché procedere nell’indirizzo di sostegno, si operano soluzioni che affossano e basta.”
Le perdite stimante dal 2020
Sono state del 71% le perdite del 2020 rispetto al 2019. Nel 2021, l’Italia è stato l’unico paese in Europa che ha registrato perdite, con una diminuzione sul 2020 del 12%, così come il 2022 ci mostra, dopo 4 mesi, il 60% di perdite rispetto al 2019.
Queste cifre mostrano che non si tratta più di un tema di salute ma di volontà politica incomprensibile e unicamente dannosa per il settore. “Chiediamo assunzione di responsabilità al consiglio dei ministri per evitare ulteriore danno all’esercizio cinematografico, in vista di due mesi che vedranno arrivare in sala alcuni block-buster di forte appeal che potrebbero consentire un ritorno in sala di pubblico”.
Roberta Rosella
28/04/2022