Recensione
Nido di vipere: il primo film di Kim Yong-Hoon che fa l’occhiolino a “Pulp Fiction”
Ha la struttura narrativa divisa in episodi non in ordine cronologico il film coreano “Nido di vipere”,
una brillante opera prima che vede protagonisti otto personaggi di diversa estrazione sociale e una
borsa di Louis Vuitton piena di denaro. Nascosta nell’armadietto di una sauna, diventerà l’oggetto
del desiderio di tutti e causerà una carneficina con un happy end.
C’è molta ironia, mischiata a temi sociali, in questo lavoro che mette in primo piano lo stretto rapporto tra la tenutaria di un bordello Yeon-hee e la sua impiegata Mi-ran. La prima è fuggita, lasciando nei pasticci Tae-young, ufficiale dell’ufficio immigrazione e suo ex compagno, per un debito fatto con lo strozzino Du-
man. La seconda ha un marito violento, con un’assicurazione sulla vita da intascare dopo la sua morte, che non sarà per cause naturali. Tra le due donne scatta una complicità, almeno così sembra.
In questo pasticcio, il regista presenta la grama vita di Joong-man, che lavora alla sauna dove si trova la valigia, e che cerca di tirare avanti con la moglie, la madre malata Soon-ja e la figlia universitaria a carico. I vari personaggi non s’incontrano mai, le loro vite si sfiorano in una città portuale chiamata Pyeongtaek, illuminata da luci al neon e vicoli bui dove ci si perde.
Film campione d’incassi nella Corea del Sud
Il regista Kim Yong-Hoon, alla sua opera prima, mischia efficacemente il thriller e la commedia.
Nonostante la storia sia molto nera e i cadaveri non si possano quasi contare, lo stile è leggero. I
criminali sono goffi e uccidono le persone sbagliate, mentre i poliziotti sono macchiette. Man mano che i
capitoli, in ordine sparso, vanno avanti, la storia si dipana e mostra la società coreana senza filtri.
Molti vivono affogati dai debiti e sono ossessionati dal gioco d’azzardo, cosa frequente nel
sud est asiatico. Il film cult “Parasite” aveva già mostrato il profondo divario tra ricchi e poveri in
una commedia dark, ”Nido di vipere” con lo stesso stile, pur non essendo originale, è un vero
gioiellino.
Tutti i personaggi sono ben disegnati e hanno il loro ruolo, anche quelli apparentemente minori. Spiccano tra tutti la femme fatale Yeon-hee (Jeon Do-yeon) feroce quanto intelligente e la vecchia Soon-ja (Youn Yuh-jung) protagonista del gran finale con il figlio Joong-man e sua moglie.
“Nido di Vipere” intitolato in patria “Viper’s Nest” è un omaggio dichiarato a Tarantino e ai Fratelli
Coen e conferma lo stato di salute del cinema coreano. Ottimo il cast tecnico dal direttore della
fotografia Kim Tae-sung, lo scenografo Han Ah-rum e il costumista Cho Hee-ran, tutti nomi di
primo piano nel K-Cinema.
Ivana Faranda
Trama
- Titolo originale: Titolo originale Beasts Clawing At Straws
- Regia: Kim Yong-Hoon
- Cast: Jeon Do-yeon, Woo-sung Jung, Yuh Jung Youn, Seong-woo Bae, Hyeon-bin Shin, Jeong Man-sik, Jin Kyung, Ga-ram Jung, Jun-han Kim, Jin-Woong Bae, Heo Dong-won, Jang Eui-Don, Kwon Hyuk-bum, Yong-hwa Jung
- Genere: Drammatico
- Durata: 109 minuti
- Produzione: Corea del Sud, 2020
- Distribuzione: Officine Ubu
- Data di uscita: 15 settembre 2022
“Nido di vipere” è un film diretto da Kim Yong-Hoon, tratto dal romanzo giapponese “Waranimosugaru Kemonotachi” di Keisuke Sone.
Nido di vipere: la trama
L’inserviente di una sauna trova in un armadietto una borsa piena di denaro. La cercano tutti, da
un doganiere, indebitato perseguitato da uno strozzino, a una truffatrice maitresse, fino ad arrivae a un’escort sposata con un uomo violento. L’inserviente, ignaro, la porterà a casa, ritrovandosi in un mare di guai.
Note di regia
“Con una sceneggiatura fresca e incalzante basata sulle caratteristiche del thriller e della
commedia nera, volevo raccontare un intreccio di storie molto diverse tra loro ma legate da un
destino ineluttabile. Volevo mostrare lo spaccato di una società moderna che sta lentamente
diventando desolata e i mali che vi sono rannicchiati. Anche se il film descrive personaggi che si
stanno lentamente trasformando in bestie che non esitano davanti a nulla e giustificano
l’immoralità, questo film racconta una storia normale che può accadere nella vita reale, quindi ho
fatto il possibile per mostrare la loro disperazione. I personaggi di Nido di vipere rappresentano la
disperazione della realtà contemporanea e per questo possiamo immedesimarcisi. Proprio come
suggerisce il titolo, tutti i personaggi del film vengono spinti verso un baratro dove devono
aggrapparsi a qualsiasi cosa pur di non precipitare. Potrebbero sembrare personaggi spietati, ma
mentre viviamo le loro situazioni da spettatori, impariamo mano a mano a simpatizzare e a tifare
per loro.”.