Recensione
Argentina, 1985: il processo alla Giunta Militare Argentina
Il regista argentino Santiago Mitre con “Argentina, 1985” porta sul grande schermo il processo fatto nel 1985 contro i criminali, membri della giunta militare, che si macchiarono del crimine conosciuto universalmente come quello dei desaparecidos. Furono processati tra gli altri il generale Jorge Videla e l’ammiraglio Emilio Massera, poi condannati all’ergastolo. Artefice di questo successo fu il procuratore capo Julio César Strassera (Ricardo Darín) e il suo assistente, Luis Moreno-Ocampo (Peter Lanzani). Costoro furono supportati da una squadra di giovanissimi collaboratori che raccolsero migliaia di testimonianze e portarono alla luce gli orrori perpetrati ad almeno 8960 persone.
Un film politico che arriva al cuore dello spettatore
La chiave di lettura scelta dall’autore è un mix di ricostruzione storica scrupolosa e la vita privata dei coraggiosi procuratori che osarono affrontare pubblicamente gente che nel 1985 faceva ancora molta paura. Strassera è all’inizio terrorizzato da questo processo, cui non crede assolutamente. Una volta partito, si vede solo contro tutti, dal momento che i suoi colleghi si tirano indietro all’unisono per paura.
Del resto, il governo di Raùl Alfonsin il 13 dicembre 1983 è debole in quanto primo governo eletto democraticamente dopo una serie di colpi di stato. A suo fianco arriva il giovanissimo Luis Moreno-Ocampo erede di una grande famiglia di militari, che diventa il suo “cavallo di Troia”.
Contemporaneamente, lo spettatore vede le ricadute del lavoro del procuratore nei membri della sua famiglia. Il regista non lo rappresenta come un eroe ma come un uomo normale, che suo malgrado lascerà il segno nella storia del suo paese.
Si parla di quello che è stato definito il più grande processo dopo quello di Norimberga ed è tremendo ascoltare le testimonianze dei sopravvissuti che raccontano l’accaduto in aula. Pur essendo fiction, le storie della donna che parla del suo parto in macchina e dell’uomo e della sua compagna stuprata e morta, sono tremendamente reali, come lo sono i visi senza espressione degli imputati, Vileda in primis che legge la Bibbia durante l’arringa di Strassera. Lui la chiude con due sole parole: mai più!
Gli attori tutti sono estremamente bravi da Riccardo Darìn già diretto in precedenza dal regista al piccolo Brian Sichel, che ne interpreta il figlioletto brillante. “Argentina, 1985” è un film politico importante, anche se non approfondisce il tema controverso del peronismo, accusato da qualcuno di simpatie neofasciste.
Ivana Faranda
Trama
- Regia: Santiago Mitre
- Cast: Ricardo Darín, Peter Lanzani, Carlos Portaluppi, Norman Briski., Alejo García Pintos, Alejandra Flechner, Claudio Da Passano, Héctor Díaz
- Genere: Drammatico
- Durata: 140 minuti
- Produzione: Argentina, USA, 2022
- Distribuzione: n/d
- Data di uscita: n/d
“Argentina, 1985” è un film drammatico diretto da Santiago Mitre, presentato in Concorso al Festival di Venezia 2022.
Argentina, 1985: la trama
“Argentina, 1985” prende le mosse dalla vera storia dei procuratori Julio Strassera e Luis Moreno Ocampo, che nel 1985 misero a repentaglio la propria vita indagando e perseguendo i responsabili della fase più sanguinosa della dittatura militare argentina. I due non si fecero intimidire dall’influenza dell’esercito ancora molto forte sulla nuova e fragile democrazia. Insieme a un giovane gruppo di legali, Strassera e Moreno Ocampo portarono avanti la loro battaglia, costantemente minacciati, insieme alle loro famiglie, lottando contro il tempo per dare giustizia alle vittime della giunta militare.
Note di regia
Ricordo ancora il giorno in cui Strassera formulò l’atto di accusa: il boato dell’aula del tribunale, l’emozione dei miei genitori, le strade finalmente in grado di festeggiare qualcosa che non fosse una partita di calcio, l’idea di giustizia come un atto di guarigione. Il processo del 1985 permise alla giustizia argentina di riconoscere e rivendicare un diritto a lungo negato. Nel corso delle mie ricerche mi sono imbattuto in aspetti sconosciuti della vicenda: il retroterra dei procuratori, il giovane team senza esperienza, la regione ancora sotto la dittatura. Questa storia mi ha toccato profondamente, accendendo in me il desiderio di fare un film sulla giustizia e di approfondire le ricerche cinematografiche e politiche come non avevo mai fatto nei miei film precedenti, questa volta sulla base di fatti realmente accaduti.