Biografia
Attrice, cantante, ballerina e conduttrice televisiva francese naturalizzata italiana, Catherine Spaak è stata l’adolescente spudorata musa di molti registi, come Lattuada, affermandosi in un ruolo che la vedrà protagonista di numerose pellicole della prima metà degli anni ’60.
Catherine Spaak, l’attrice alle prese con ‘la noia’
(Bolougne-Billancourt, 3 Aprile del 1945 – Roma, 17 aprile 2022)
Catherine Spaak nasce a Bolougne-Billancourt, il 3 Aprile del 1945 ed è la secondogenita di Claudine e Charles Spaak, quest’ultimo assistente di Renoir e Carnè, nomi noti della regia cinematografica francese, nonché sceneggiatore del capolavoro “La grande illusione”.
Dopo un’infanzia fatta di tristi inverni in collegio ed estati passate con la sorella Agnes spiando dal buco della serratura le imprese della nonna Marie, prima donna senatrice del Belgio, e mascherandosi con gli sfarzosi vestiti della mamma anche lei attrice, Catherine, sebbene ancora quindicenne, sente presto l’esigenza di scappare da quella famiglia tanto bizzarra, quanto indifferente alla propria sensibilità e approfitta del permesso paterno per partire tutta sola alla volta degli studi di Cinecittà, per la sua prima parte da attrice nel film di Lattuada “I dolci inganni” (1960).
La ragazzina viziata e maliziosa di Luciano Selce
Dopo una breve apparizione ne “Il buco” (1959) di Jack Backer, Catherine Spaak viene infatti notata da Sophia Loren, che folgorata dai lineamenti delicati e dalla grazia inconfondibile, nonostante la giovane età, la suggerisce al compagno produttore Carlo Ponti, per la parte della diciassettenne innamorata Francesca. Nell’estate del 1962, poi, Luciano Selce, alla ricerca di un’interprete da affiancare a Tognazzi ne “La voglia matta”, la sceglie come ragazzina viziata e maliziosa; la performance si rivela riuscitissima, nonostante l’antipatia, confessata negli anni avvenire, della Spaak per quel personaggio.
Simbolo di una femminilità sfacciata
La carriera di questa stella nascente, che vive ormai da un po’ a Roma, con una tata appositamente pagata dalla famiglia lontana perché venga accudita, conosce dunque la svolta con gli indimenticabili “Il Sorpasso” (1962) di Risi e “La Noia” (1963) di Damiani, che fanno innamorare di lei più di una generazione di spettatori. Come apostrofati da Mina, sono i ‘favolosi’ anni Sessanta e Catherine diviene il simbolo di una nuova femminilità: non più sottomesse o vittime di un sistema che le sfavorisce in quanto donne, i suoi personaggi si fanno sempre più sfacciati e capaci di esercitare il proprio potere anche in relazione al genere maschile. Una bella novità rispetto alle svampite, passive e succubi di figure mascoline forti, interpretate da Sandra Milo e Stefania Sandrelli, altrettanto famose in all’epoca.
Sempre di questo decennio sono poi “Diciottenni al sole” (1962), “La parmigiana” (1963), “Adulterio all’italiana” (1966), “Intrighi al Grand Hotel” (1967) e la preziosa collaborazione con il maestro Monicelli ne “L’armata Brancaleone” (1966) sul cui set è vittima degli scherzi più osceni e goliardici di Gassman, che con il resto della troupe si diverte a vederla imbarazzata. Intanto nella vita privata si consuma il dramma della separazione dei propri genitori, che vedrà la madre ben presto chiusa in un manicomio e il padre trasferitosi in Costa Azzurra con una ragazza più giovane e vittima del gioco d’azzardo.
Catherine Spaak, ‘vedova allegra’
Alla ricerca di una nuova famiglia, Catherine decide di costruirne una propria, sposando l’allora compagno Fabrizio Capucci. Purtroppo, colpevole la giovane età dei due, la situazione precipita dopo poco e l’attrice è costretta a scappare dall’Italia per sfuggire ai tentativi del marito di toglierle la figlia appena nata, ma l’arresto alla frontiera di Bardonecchia la sbatte su tutti i giornali e la fa precipitare in una crisi che durerà diversi anni. Decisa a superare le difficoltà con intelligenza e impegno nel lavoro, nel 1968, è protagonista del musical tratto dall’operetta “La vedova allegra“, andato in onda sulla Rai per la regia di Antonello Falqui.
Durante questa esperienza conosce Johnny Dorelli; tra i due nasce una relazione sentimentale, che porterà al suo secondo matrimonio, più duraturo del primo, e alla nascita del secondo figlio, Gabriele. Nel corso di tale periodo la carriera professionale è spesso messa a repentaglio dai problemi di salute, l’anoressia e la terapia analitica che deve affrontare, senza contare le rimostranze di Dorelli, il quale la vorrebbe definitivamente lontana dagli ambienti dello spettacolo.
Il passaggio a ruoli ‘borghesi’
Abbandonato quindi il ‘lolitismo’ dei primi anni, con pellicole quali “Il gatto a nove code” (1971) di Dario Argento, “Causa di divorzio” (1972), “Febbre da cavallo” (1976) di Steno e “Io e Caterina”(1980) di Alberto Sordi, Catherine non si lascia scoraggiare e approda a ruoli più ricercati, incarnando con estrema facilità, dato il proprio percorso di vita, le donne raffinate, di estrazione borghese dei personaggi che le vengono ora affidati. Diverse poi le performance riservate al piccolo schermo: impossibile dimenticare i quindici anni di registrazioni per la trasmissione Rai, “Harem”; un tentativo, quello del talk-show, di operare una sorta di verifica post-femminista, che si rivelerà molto utile nello scandagliare i sentimenti e il mondo emotivo proprio delle donne.
Gli anni Ottanta, dunque, segnano l’interesse più che altro per la scrittura, passione che in seguito alla morte paterna, non ha più paura di coltivare e che la porta, da giornalista per il Corriere della Sera, ad autrice di diversi libri, alcuni dei quali autobiografici. Il cinema non ha più quel ruolo fondamentale nella sua professione e dunque, esclusa qualche eccezione come quella per lo “Scandalo Segreto” (1990) di Monica Vitti, e le apparizioni nelle serie per la televisione, la Spaak si dedica con profitto anche ad un’altra delle sue passioni: il teatro. Famoso il testo da lei scritto e portato in scena, dedicato alla leggendaria cantante francese Edith Piaf.
Il terzo matrimonio e “Un medico in famiglia”
Dopo il divorzio con Dorelli, il matrimonio lampo con Daniel Rey e la piccola partecipazione nel ruolo di ex-amante, diretta da Emidio Greco ne “L’uomo privato” (2007), arriviamo a tempi più recenti e la vediamo splendida signora, dal gusto sempre sobrio ed estremamente elegante. Nel 2012 è nel film di Carlo Virzì “Il più grande di tutti” e l’anno successivo torna in tv con l’ottava stagione della fortunata serie “Un medico in famiglia” (2013).
Spesso invitata come ospite d’onore alle manifestazioni per l’arte e la cultura soprattutto italiana, oltre che francese, Catherine Spaak può perciò essere annoverata grazie ai propri contributi di attrice, di donna tra le donne, di scrittrice, di artista teatrale e di appassionata promotrice di filosofie orientali, tra coloro che a tale mondo, hanno senza dubbio dato lustro e risalto.
Nel marzo del 2020 è vittima di un’emorragia cerebrale, muore il 17 aprile 2022 a Roma a di 77 anni.
Cecilia Sabelli
Filmografia
Catherine Spaak Filmografia – Cinema
- L’Hiver, regia di Jacques Gautier (1959)
- Il buco, regia di Jacques Becker (1959)
- Il carro armato dell’8 settembre, regia di Gianni Puccini (1960)
- I dolci inganni, regia di Alberto Lattuada (1960)
- Il pozzo delle tre verità, regia di François Villiers (1961)
- Diciottenni al sole, regia di Camillo Mastrocinque (1962)
- La voglia matta, regia di Luciano Salce (1962)
- Il sorpasso, regia di Dino Risi (1962)
- Le monachine, regia di Luciano Salce (1963)
- La noia, regia di Damiano Damiani (1963)
- La parmigiana, regia di Antonio Pietrangeli (1963)
- L’amore difficile, regia di Sergio Sollima (1963)
- La calda vita, regia di Florestano Vancini (1964)
- Tre notti d’amore, regia di Renato Castellani, Luigi Comencini e Franco Rossi (1964)
- Il piacere e l’amore, regia di Roger Vadim (1964)
- Week-end à Zuydcoote, regia di Henri Verneuil (1964)
- Oggi, domani, dopodomani regia di Marco Ferreri (1965)
- La bugiarda, regia di Luigi Comencini (1965)
- Made in Italy, regia di Nanni Loy (1965)
- Madamigella di Maupin, regia di Mauro Bolognini (1966)
- Non faccio la guerra, faccio l’amore, regia di Franco Rossi (1966)
- Adulterio all’italiana, regia di Pasquale Festa Campanile (1966)
- L’armata Brancaleone, regia di Mario Monicelli (1966)
- Il marito è mio e l’ammazzo quando mi pare, regia di Pasquale Festa Campanile (1967)
- Intrighi al Gran Hotel, regia di Richard Quine (1967)
- La notte è fatta per… rubare, regia di Giorgio Capitani (1968)
- La matriarca, regia di Pasquale Festa Campanile (1968)
- Se è martedì deve essere il Belgio, regia di Mel Stuart (1969)
- Una ragazza piuttosto complicata, regia di Damiano Damiani (1969)
- Certo, certissimo… anzi probabile, regia di Marcello Fondato (1969)
- Con quale amore con quanto amore, regia di Pasquale Festa Campanile (1970)
- Il gatto a nove code, regia di Dario Argento (1971)
- La schiava io ce l’ho e tu no, regia di Giorgio Capitani (1972)
- Un uomo dalla pelle dura, regia di Franco Prosperi (1972)
- Causa di divorzio, regia di Marcello Fondato (1972)
- La sedia a rotelle, regia di Etienne Périer (1972)
- Cari genitori, regia di Enrico Maria Salerno (1973)
- Storia di una monaca di clausura, regia di Domenico Paolella (1973)
- La via dei babbuini, regia di Luigi Magni (1974)
- Los pájaros de Baden-Baden, regia di Mario Camus (1975)
- La parola di un fuorilegge… è legge!, regia di Antonio Margheriti (1975)
- Febbre da cavallo, regia di Steno (1976)
- Bruciati da cocente passione, regia di Giorgio Capitani (1976)
- Per vivere meglio divertitevi con noi, regia di Flavio Mogherini (1978)
- Io e Caterina, regia di Alberto Sordi (1980)
- Rag. Arturo De Fanti, bancario precario, regia di Luciano Salce (1980)
- I seduttori della domenica, regia di Armando di Dino Risi (1980)
- Miele di donna, regia di Gianfranco Angelucci (1981)
- Claretta, regia di Pasquale Squitieri (1984)
- L’ingranaggio, regia di Silverio Blasi (1988)
- Scandalo segreto, regia di Monica Vitti (1990)
- Tandem, regia di Lucio Pellegrini (2000)
- Joy – Scherzi di gioia, regia di Adriano Wajskol (2002)
- Promessa d’amore, regia di Ugo Fabrizio Giordani (2004)
- Te lo leggo negli occhi, regia di Valia Santella (2004)
- Dalla parte giusta, regia di Roberto Leoni (2005)
- L’uomo privato, regia di Emidio Greco (2007)
- Alice, regia di Oreste Crisostomi (2010)
- Il più grande di tutti, regia di Carlo Virzì (2012)
Catherine Spaak Filmografia – Televisione
- La vedova allegra (Film TV) (1968)
- La gatta (Film TV) (1979)
- La decima vittima (Film TV)(1979)
- Benedetta e company (Film TV) (1983)
- Un seul etre vous manque (Serie TV) (1984-1986)
- Harem (Serie TV) (1987)
- Affari di famiglia (Film TV) (1988)
- E non se ne vogliono andare! (Film TV) (1988)
- E se poi se ne vanno? (Film TV) (1989)
- Il Ritorno del piccolo Lord (Film TV) (2000)
- Julie, chevalier de Maupin (Serie TV) (2004)
- Questa è la mia terra (Serie TV) (2005)
- Un posto al sole (Serie TV) (2005)
- Zen (Film TV) (2010)
- Un medico in famiglia 8 (Serie Tv) (2013)