Quando si parla di film cult si fa riferimento a quei titoli della storia del cinema che godono di una particolare stima, ai limiti della venerazione, da parte di una fetta di appassionati.
Differentemente dai capolavori, ovvero opere che assurgono a compimento elevato di opera d’arte o, comunque di massima espressione del mezzo cinematografico (per contenuti e linguaggio tecnico), il film cult può essere anche un film fallace o ampiamente imperfetto, ma a suo modo capace di restare impresso per un’epoca o un filone, per i più svariati motivi che possano aver segnato una o più generazioni di spettatori.
A tal proposito, scopriamo quali sono alcuni tra questi titoli Cult che ogni appassionato di cinema dovrebbe, comunque, vedere almeno una volta nella propria vita.
“The Blues brothers” (1980)
Uno dei film cult che tutti dovrebbero vedere è certamente questo sgangherato e divertentissimo musical comico del 1980, mitizzato da schiere di appassionati, non solo per la carrellata di musicisti che vi appaiono all’interno (da Ray Charles a James Brown), ma anche per il look iconico della coppia – nero vestita – di protagonisti e per alcune sequenze storiche, come l’inseguimento d’auto col maggior numero di auto sfasciate al suo interno.
“Scarface” (1983)
Il film di De Palma, remake di un grande classico del gangster movie anni ’30, è un vero e proprio titolo iconografico per come descrive e demitizza il mondo della criminalità e del potere losco, con un Al Pacino entrato nel novero dei principali personaggi dei film cult.
“Ghostbusters” (1984)
Uno dei film cult degli anni ’80 che ha segnato le generazioni a seguire, è senza dubbio “Ghostbusters – gli acchiappafantasmi”, iconico anche per la sua colonna sonora originale, ma anche per la riuscitissima combinazione di commedia e film di fantasmi, appunto.
“Ritorno al futuro” (1985)
Tra i film cult più amati del suo decennio, sicuramente tra i più riconosciuti e riconoscibili tra i titoli sui viaggi nel tempo, il film di Zemeckis, primo di una trilogia, appartiene senza dubbio a quei titoli che chiunque dovrebbe vedere almeno una volta nella propria vita. Compreso, almeno, il secondo capitolo della saga.
“Stand by me” (1986)
Tra i film più belli legati all’amicizia adolescenziale, questo road movie appiedato, tratto da un racconto breve di Stephen King, appartiene a quei film cult che hanno letteralmente segnato l’infanzia e l’adolescenza di chi è nato e cresciuto tra gli anni ’80 e i ’90.
“Essi vivono” (1988)
Il film di John Carpenter è un cult assoluto della satira fantascientifica, con la sua critica al consumismo (celebre la scena in cui cartellonistica e riviste appaiono pieni di messaggi subliminali, attraverso la lente deformante degli speciali occhiali da Sole che scopre il protagonista). Come non ricordare, nel novero dei momenti Cult, la lunga scazzottata tra i vicoli dei due protagonisti.
“Trainspotting” (1996)
Tra i film cult più moderni e giovanilistici, il film di Danny Boyle che lanciò nel novero delle star Ewan McGregor è sicuramente un apice. Un’ opera dissacrante e ipercinetica che mette alla berlina i disvalori sociali e le inettitudini della tossicodipendenza, con una particolare capacità di imbastire monologhi e di combinare immagini vivaci e colonna sonora iperattiva.
“Fight Club” (1999)
Dal romanzo di Palahniuk, questo film cult di fine millennio è una parabola sullo sdoppiamento di personalità dell’individuo nell’ambito sociale, una catarsi dell’uomo animale che si mimetizza nei panni della medio borghesia. Il particolare elemento cult è costituito, oltre che dalla ambivalente prova dei due protagonisti, dalla particolarità dei suoi dialoghi e dalla colonna sonora in cui spicca “Where is my mind” dei Pixies.
“Old Boy” (2003)
Uno dei film cult di maggior rilievo del cinema orientale contemporaneo, e che hanno contribuito a mettere in evidenza l’oriente filmico odierno, il film del coreano Park Chan-wook è una storia di vendetta torbida e violenta, mossa in un labirinto psicologico di alto livello estetico e narrativo.
“Se mi lasci ti cancello” (2004)
Accompagnato da un’eterna diatriba sul posticcio titolo italiano – rispetto all’originale e più poetico “Eternal sunshine of the spotless mind” – il film di Gondry, con un inedito Jim Carrey è un turbillon di emozioni drammatiche e comiche, un viaggio romantico e crepuscolare, gioioso e nostalgico nella fine di una storia d’amore. Amato da giovani e meno giovani, uno dei film cult imprescindibili del nuovo millennio.