Biografia
Alida Valli, la baronessa del cinema italiano
(Pola, 31 maggio 1921 – Roma, 22 aprile 2006)
È conosciuta in tutto il mondo con lo pseudonimo Alida Valli ma il suo vero nome è Alida Maria von Altenburger baronessa von Markenstein und Frauenberg. È passata alla storia grazie al suo inconfondibile charme, a quell’eleganza ormai rara, alla straordinaria sensibilità e alla bellezza talmente particolare e sofisticata da lasciare chiunque senza parole. Alida Valli nasce a Pola il 31 maggio 1921 ed è figlia di una bellissima pianista istriana e di un barone italiano appartenente al Sacro Romano Impero Germanico che per diletto fa professore di filosofia e il critico musicale.
Tra i suoi mille interessi spicca quello per il cinema. Debutta come attrice nel film “Cappello a tre punte” di Mario Camerini per poi diventare la musa di Max Neufeld con il quale gira “Mille lire al mese” (1938), “La casa del peccato” (1938), “Ballo al castello” (1939), “Assenza ingiustificata” (1939), “Taverna rossa” (1940) e “La prima donna che passa” (1940). Frequenta i corsi del Centro Sperimentale e diventa ben presto icona del cosiddetto “cinema dei telefoni bianchi” recitando come protagonista in film come “Manon Lescaut (1939) di Carmine Gallone e “Ore 9 lezione di chimica” (1941) di Mario Mattoli. Quest’ultimo la vuole come protagonisti di altre numerose pellicole tra cui “Luce nelle tenebre” (1941), “Stasera niente di nuovo” (1942), “Catene invisibili” (1942), “Circo equestre Za-bum” (1944) e “La vita ricomincia” (1945). È bellissima, giovanissima e dotata di un talento straordinario. Anche Gallone resta affascinato dalle sue movenze e da quella bellezza che buca lo schermo, tant’è che le affida altri ruoli in pellicole come “Oltre l’amore” (1940), “L’amante segreta” (1941), “Le due orfanelle” (1942) e “Il canto della vita” (1945).
Alida Valli e il successo internazionale
Il regista Mario Soldati, dopo aver sperimentato il suo talento (ricompensato con un Nastro d’Argento) in “Eugenia Grandet” (1947) affida ad Alida Valli il famoso ruolo di Luisa nel dramma “Il piccolo mondo antico” (1949), performance premiata dal conte Giuseppe Volpi di Misurata al Festival di Venezia col titolo di Migliore Attrice Italiana dell’Anno. Alida non passa inosservata infatti viene contattata dal produttore americano Selznick che le promette di farla diventare la Ingrid Bergman italiana. Ammaliata da complimenti e proposte di lavoro, decide di trasferirsi a Hollywood dove recita subito al fianco di Gregory Peck ne “Il caso Paradine” (1947) del grande Alfred Hitchcock. Seguono velocemente “Il miracolo delle campane” (1948) di Irving Pichel e “Il terzo uomo” di Carol Reed in cui recita con
Orson Welles. Mentre il successo la investe rapidamente nel 1949 perde il suo amatissimo fidanzato, l’aviatore Carlo Cugnasca, caduto a Toburk in Libia. Stravolta dal dolore non le resta che il lavoro; frutto di questo periodo tristemente difficile sono pellicole come “Ormai ti amo” (1950) di Robert Stevenson, “La torre bianca” (1950) di Ted Tetzlaff e “I miracoli non si ripetono” (1951) di Yves Allegret.
Nel 1951 Alida Valli decide di dare una svolta alla sua vita e torna in Italia dove è subito accolta a braccia aperte dal regista Mario Soldati che le affida una parte ne “La mano dello straniero” (1952). Nel 1954 regala al pubblico una delle sue migliori interpretazioni nel capolavoro di Luchino Visconti “Senso”. Nello stesso anno la sua carriera è stravolta dal “caso Montesi”, in quanto fidanzata di Piero Piccioni ossia il principale indiziato della vicenda, scagionato solo tempo dopo con Maurizio d’Assia. Questo scandalo ispirò a Federico Fellini un episodio de “La dolce vita”. Decide così di allontanarsi momentaneamente dalle scene per non permettere alla stampa di infangare ulteriormente il suo nome.
Gli scandali e il periodo anni ’70
Grazie all’insistenza di Michelangelo Antonioni nel 1957 Alida Valli riappare sul grande schermo con “Il grido” e nello stesso anno nella pellicola di Gillo Pontecorvo “La grande strada azzurra”. Grazie a Franco Brusati e Pier Paolo Pasolini acquista nuovamente notorietà nelle rispettive pellicole “Il disordine” (1962) ed “Edipo re” (1967). Gli anni ’70 si rivelano molto ricchi dal punto di vista lavorativo.
Nel 1972 è affiancata da un bellissimo Alain Delon ne “La prima notte di quiete” di Valerio Zurlini. Nel 1973 sperimenta il genere horror sotto la regia di Mario Bava ne “La casa dell’esorcismo” e di Alberto De Martino ne “L’Anticristo” (1974), per poi dedicarsi a pellicole come “La strategia del ragno” (1970) di Bernardo Bertolucci e il kolossal “Novecento” (1976).
Nel 1977 Alida Valli partecipa con Giuseppe Bertolucci al primo film di Robert Benigni “Berlinguer ti voglio bene” per poi consegnarsi al maestro
del brivido Dario Argento nelle terrificanti pellicole “Suspiria” (1977) e “Inferno” (1980). Nel 1982 vince un David di Donatello come miglio attrice non protagonista per “La caduta degli angeli ribelli”. Gli anni ’90 si aprono con tre riconoscimenti importanti: il Gamajun International Award (1990), il David di Donatello alla carriera (1991) e il Leone d’Oro alla carriera al Festival di Venezia (1997). Nel frattempo recita in “Zitti e mosca” (1991) di Alessandro Benvenuti; “La bocca” (1991) di Luca Verdone; il film per tv “Delitti privati” (1993) di Sergio Martino; “Il lungo silenzio” (1993) di Margarethe von Trotta; “Fotogrammi mortali” (1996) di Al Festa; “Il dolce rumore della vita” (1999) e “L’amore probabilmente” (2000) di Giuseppe Bertolucci.
Nel 2000, prima di ritirarsi definitivamente recita in “Vino santo” di Xaver Schwarzenberger e “Semana santa” di Pepe Danquart. Oltre al cinema, il secondo amore di Alida è stato il teatro; tra le sue migliori performance si ricordano “La casa dei Rosmer” (1956), “Epitaffio per George Dillon” (1966), “Uno sguardo dal ponte” (1967), “Il Dio Kurt” (1969), “Il gabbiano” (1973) e “La città morta” (1988). Sfortunatamente trascorre gli ultimi anni di vita in condizioni di povertà estrema al punto che per vivere le viene concesso il vitalizio della legge Bacchelli (legge che prevede l’assegnazione di un assegno vitalizio straordinario a quei cittadini che si sono distinti nel mondo della cultura, arte, spettacolo e sport ma che versano in situazioni di indigenza). Il 22 aprile 2006 muore nella sua casa di Roma.
Giusy Del Salvatore
Filmografia
Alida Valli Filmografia – Cinema
- Il cappello a tre punte, regia di Mario Camerini (1935)
- I due sergenti, regia di Enrico Guazzoni (1936)
- Il feroce Saladino, regia di Mario Bonnard (1937)
- Sono stato io!, regia di Raffaello Matarazzo (1937)
- Mille lire al mese, regia di Max Neufeld (1938)
- L’ultima nemica, regia di Umberto Barbaro (1938)
- L’amor mio non muore, regia di Giuseppe Amato (1938)
- L’ha fatto una signora, regia di Mario Mattoli (1938)
- La casa del peccato, regia di Max Neufeld (1938)
- Ballo al castello, regia di Max Neufeld (1939)
- Assenza ingiustificata, regia di Max Neufeld (1939)
- Manon Lescaut, regia di Carmine Gallone (1939)
- Taverna rossa, regia di Max Neufeld (1940)
- La prima donna che passa, regia di Max Neufeld (1940)
- Oltre l’amore, regia di Carmine Gallone (1940)
- Piccolo mondo antico, regia di Mario Soldati (1941)
- Luce nelle tenebre, regia di Mario Mattoli (1941)
- Ore 9: lezione di chimica, regia di Mario Mattoli (1941)
- L’amante segreta, regia di Carmine Gallone (1941)
- Stasera niente di nuovo, regia di Mario Mattoli (1942)
- Catene invisibili, regia di Mario Mattoli (1942)
- Le due orfanelle, regia di Carmine Gallone (1942)
- Noi vivi, regia di Goffredo Alessandrini (1942)
- Addio Kira!, regia di Goffredo Alessandrini (1942)
- T’amerò sempre, regia di Mario Camerini (1943)
- I pagliacci, regia di Giuseppe Fatigati (1943)
- Apparizione, regia di Jean de Limur (1943)
- Gelosia, episodio del film Circo equestre Za-bum, regia di Mario Mattoli (1944)
- Il postino, episodio del film Circo equestre Za-bum, regia di Mario Mattoli (1944)
- Circo equestre Za-bum, regia di Mario Mattoli (Episodio “Galop finale al circo”) (1944)
- La vita ricomincia, regia di Mario Mattoli (1945)
- Il canto della vita, regia di Carmine Gallone (1945)
- Eugenia Grandet, regia di Mario Soldati (1947)
- Il caso Paradine, regia di Alfred Hitchcock (1947)
- Il miracolo delle campane, regia di Irving Pichel (1948)
- Il terzo uomo, regia di Carol Reed (1949)
- La torre bianca, regia di Ted Tetzlaff (1950)
- Ormai ti amo, regia di Robert Stevenson (1950)
- Ultimo incontro, regia di Gianni Franciolini (1951)
- I miracoli non si ripetono, regia di Yves Allégret (1951)
- La mano dello straniero, regia di Mario Soldati (1952)
- Il mondo le condanna, regia di Gianni Franciolini (1953)
- Gli amanti di Toledo, regia Henri Decoin e Fernando Palacios (1953)
- Siamo donne, regia di Gianni Franciolini (1953)
- Senso, regia di Luchino Visconti (1954)
- L’amore più bello, regia di Glauco Pellegrini (1957)
- La grande strada azzurra, regia di Gillo Pontecorvo (1957)
- Il grido, regia di Michelangelo Antonioni (1957)
- La diga sul Pacifico, regia di René Clément (1958)
- Gli amanti del chiaro di luna, regia di Roger Vadim (1958)
- Occhi senza volto, regia di Georges Franju (1959)
- Il ritorno di Arsenio Lupin, regia di Yves Robert (1959)
- I dialoghi delle Carmelitane, regia di Philippe Agostini e Raymond Leopold Bruckberger (1960)
- Treno di Natale, regia di Raffaello Matarazzo (1960)
- Il peccato degli anni verdi, regia di Leopoldo Trieste (1960)
- Le gigolò, regia di Jacques Deray (1960)
- L’inverno ti farà tornare, regia di Henri Colpi (1961)
- La fille du torrent, regia di Hans Herwig (1961)
- Il disordine, regia di Franco Brusati (1962)
- Homenaje a la hora de la siesta, regia di Leopoldo Torre Nilsson (1962)
- Furto su misura, regia di George Marshall (1962)
- Al otro lado de la ciudad, regia di Alfonso Balcázar (1962)
- Quella terribile notte, regia di François Villiers (1963)
- A la salida, regia di Giancarlo Zagni (1963)
- Ofelia, regia di Claude Chabrol (1963)
- I leoni di Castiglia, regia di Javier Setó (1963)
- L’uomo di carta, regia di Ismael Rodríguez (1963)
- La vedova, episodio di Umorismo nero, regia di Giancarlo Zagni (1965)
- Edipo re, regia di Pier Paolo Pasolini (1967)
- La strategia del ragno, regia di Bernardo Bertolucci (1970)
- Le champignon, regia di Marc Simenon (1970)
- La prima notte di quiete, regia di Valerio Zurlini (1972)
- L’occhio nel labirinto, regia di Mario Caiano (1972)
- Diario di un italiano, regia di Sergio Capogna (1973)
- L’Anticristo, regia di Alberto De Martino (1974)
- Provocazione, regia di José María Forqué (1974)
- Tendre Dracula, regia di Pierre Grunstein (1974)
- La casa dell’esorcismo, regia di Mario Bava e Alfredo Leone (1975)
- Il caso Raoul, regia di Maurizio Ponzi (1975)
- Un’orchidea rosso sangue, regia di Patrice Chéreau (1975)
- Ce cher Victor, regia di Robin Davis (1975)
- Novecento, regia di Bernardo Bertolucci (1976)
- Le jeu du solitaire, regia di Jean-François Adam (1976)
- Cassandra Crossing, regia di George P. Cosmatos (1976)
- Berlinguer ti voglio bene, regia di Giuseppe Bertolucci (1976)
- Suspiria, regia di Dario Argento (1977)
- Suor Omicidi, regia di Giulio Berruti (1978)
- Un cuore semplice, regia di Giorgio Ferrara (1978)
- Porco mondo, regia di Sergio Bergonzelli (1978)
- Indagine su un delitto perfetto, regia di Giuseppe Rosati (1978)
- La luna, regia di Bernardo Bertolucci (1979)
- Zoo zéro, regia di Alain Fleischer (1979)
- Inferno, regia di Dario Argento (1980)
- Aquella casa en las afueras, regia di Eugenio Martín (1980)
- Sezona mira u Parizu, regia di Predrag Golubovic (1981)
- La caduta degli angeli ribelli, regia di Marco Tullio Giordana (1981)
- Sogni mostruosamente proibiti, regia di Neri Parenti (1982)
- Segreti segreti, regia di Giuseppe Bertolucci (1985)
- Aspern, regia di Eduardo de Gregorio (1985)
- Le jupon rouge, regia di Geneviève Lefebvre (1987)
- À notre regrettable époux, regia di Serge Korber (1988)
- La bocca, regia di Mara Bronzoni e Luca Verdone (1991)
- Zitti e mosca, regia di Alessandro Benvenuti (1991)
- Bugie rosse, regia di Pierfrancesco Campanella (1993)
- Il lungo silenzio, regia di Margarethe von Trotta (1993)
- Un mese al lago, regia di John Irvin (1995)
- Fatal Frames – Fotogrammi mortali, regia di Al Festa (1996)
- Il dolce rumore della vita, regia di Giuseppe Bertolucci (1999)
- L’amore probabilmente, regia di Giuseppe Bertolucci (2000)
- Vino santo, regia di Xaver Schwarzenberger (2000)
- Semana santa, regia di Pepe Danquart (2002)
Alida Valli Filmografia – Televisione
- I figli di Medea, regia di Anton Giulio Majano (Film TV) (1959)
- Il caso Maurizius, sceneggiato televisivo, regia di Anton Giulio Majano (1961)
- Combat! (Serie TV) (1963)
- Desencuentro (Serie TV) (1964)
- Dr. Kildare (Serie TV) (1964)
- Il consigliere imperiale, regia di Sandro Bolchi (Film TV) (1974)
- Les grandes conjurations: Le tumulte d’Amboise, regia di Serge Friedman (Film TV) (1978)
- L’altro Simenon (Serie TV) (1979)
- L’eredità della priora, regia di Anton Giulio Majano (Miniserie TV) (1980)
- Verso l’ora zero, regia di Stefano Roncoroni (Film TV) (1980)
- La casa rossa, regia di Luigi Perelli (Film TV) (1981)
- Dramma d’amore, regia di Luigi Perelli (Miniserie TV) (1983)
- Piccolo mondo antico, regia di Salvatore Nocita (Miniserie TV) (1983)
- Una vita in gioco 2, regia di Giuseppe Bertolucci (Miniserie TV) (1992)
- Delitti privati, regia di Sergio Martino (Film tv) (1993)