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Recensione “Agent Elvis”: la serie animata Netflix sul “re del rock”

Il re del rock & roll, Elvis Presley, scambia la sua tuta bianca con uno zaino jet e si ritrova invischiato in un ballo di criminali che vogliono distruggere il mondo.

Questo il plot di “Agent Elvis“, la nuova serie animata di Netflix che si prefissa di conquistare un pubblico adulto o comunque non troppo “in fasce”, pur con un tratto animato abbastanza elementare ed “infantile”, ma ricco di azione, colori, parolacce, citazionismo a raffica e un po’ di violenza.

Recensione “Agent Elvis”: la serie animata Netflix sul “re del rock”
Agent Elvis

Indice

Elvis Agent – tutte le informazioni

la locandina internazionale di Agent Elvis

Trama

Il mito del Rock and Roll che vive e si esibisce in una altisonante Las Vegas, Elvis Presley attorniato da strani personaggi della sua scuderia, si ritrova suo malgrado invischiato in una serie di pericoli, quando scambia la sua fantomatica tuta bianca con uno zaino jet. Si ritrova, dunque, a sventare pericoli vari per salvare il mondo da un manipolo di super cattivi, tra cui pure Charles Manson e la sua setta. Il tutto si dipana in 10 episodi, dalla durata di poco meno di mezz’ora ciascuno.

Crediti

Titolo originale: Agent Elvis
Durata: 10 episodi (25 min. c.ca ciascuno)
Regia: Gary Ye & Fletcher Moules
Cast (di doppiatori): Matthew McConaughey, Kaitlin Olson, Johnny Knoxville, Don Cheadle, Priscilla Presley
Genere: Animazione
Distribuzione: Netflix

Recensione

Con un linguaggio sboccato, un po’ di violenza e personaggi piuttosto stravaganti (tra cui uno scimpanzè), questa serie TV d’animazione, prodotta anche dal protagonista McConaughey – che presta la voce ad Elvis – il prodotto in questione cerca di rifarsi allo stile dei fumetti, tra immagini in split screen e strisce che squarciano lo schermo, colori brillanti e pericoli da affrontare come se fossimo in ogni episodio in un nuovo albo.

“Agent Elvis” è un calderone di riferimenti Pop, accompagnato dalle musiche dello stesso Elvis Presley in colonna sonora e da una serie di “figurine iconiche” che appaiono durante il racconto, come cammei disseminati (come quello di Sammy Davis, per citarne uno).

Un prodotto sgangherato e folle, a suo modo, che cerca di rievocare le manie del re del rock (come la passione per il Kung Fu o il sogno di essere un agente segreto), un pochino deludente sul piano dell’animazione, forse, più vicino a prodotti televisivi per bambini (tipo i prodotti di Cartoon Netwoork o Boomerang), ma diretto e montato con buon dinamismo e scritto con una discreta fantasia, anche se non tutti gli episodi sono “frizzanti” alla stessa maniera.

In conclusione, “Agent Elvis” è un prodotto che merita?

La risposta a questa domanda può essere non del tutto ben definita, in quanto “Agent Elvis” è un prodotto che si rivolge indubbiamente ai fans di Elvis Presley che, pur trattato scherzosamente, non viene scalfito nel suo mito iconico.

Tuttavia, ci si pone il dubbio se si potesse fare di meglio sul piano dell’animazione (o più che altro sul character design) e se i riferimenti (molto vicini alla cultura pop degli anni ’60 e ’70) possano essere ben ravvisati dal pubblico di giovanissimi (under 20), a cui inevitabilmente un prodotto seriale di animazione deve puntare, su una piattaforma come Netflix.

Se il genere Pulp, il fumettismo scanzonato, le musiche Rock & Roll sono il vostro genere (non solo Elvis in colonna sonora, ad esempio troviamo anche Space Oddity di David Bowie) e il citazionismo metacinematografico (come la scenetta in cui Stanley Kubrick deve dirigere l’allunaggio o le citazioni da Star Trek) sono il vostro pane, troverete comunque questo “Agent Elvis” un prodotto decisamente meritevole di attenzione e le 10 puntate (di durata, fortunatamente breve) sembreranno abbastanza fruibili.

Si potrebbe dire, a tal proposito, che per una maggiore “attrazione di massa”, per avvicinare ulteriormente il pubblico italiano alla visione, sarebbe stato un bene portare col doppiaggio italiano questo “Agent Elvis” sulla piattaforma, pur considerando che nella versione originale possiamo (in questo caso obbligatoriamente) gustarci la performance vocale di Matthew McConaughey nei panni (o meglio nelle corde, vocali) del leggendario Elvis. Opzione, comunque, che avremmo potuto scegliere ugualmente, nelle impostazioni audio.

Il finale della serie, con un giusto “cliffhanger” lascia aperta la strada ad una probabile e più scanzonata seconda stagione. Arriverà? Chissà.

Trailer

Di seguito il trailer di questo “Agent Elvis”, una delle serie candidate ad essere tra le più “mattacchione” di Netflix.

https://www.youtube.com/watch?v=UCk3wHGJ3qs

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David M. Scortese

David M. Scortese

Appassionato di cinema fin dall'adolescenza, studia recitazione teatrale e cinematografica, è attivo in teatro e in opere audiovisive, cortometraggi e prodotti per il web.

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