Biografia
Cantautore, polistrumentista, attivista, attore e anche filantropo britannico, Sting (Gordon Matthew Thomas Sumner), è stato candidato 3 volte all’Oscar per la migliore canzone per il film “Le follie dell’imperatore”, “Kate & Leopold” e “Ritorno a Cold Mountain”, oltre a essere stato il frontman dei “Police”, uno dei gruppi rock inglesi più amati negli anni settanta.
Sting, il cantante diventato attore
(Wallsend, 2 ottobre 1951)
Sting è il nome d’arte di Gordon Matthew Sumner e significa “pungiglione”, “colui che punge”. Sembra che gli sia stato affibbiato quando suonava con gruppi jazz, come i Phoenix Jazzmen e i Last Exit, nei locali dell’epoca. Il motivo è semplice: portava spesso una maglietta a strisce nere e gialle che lo faceva assomigliare a un’ape.
Questo cantante dal fascino indiscutibile e dagli occhi di ghiaccio, ma pieni di espressività è nato il 2 ottobre 1951 a Wallsend, da una famiglia cattolica praticante di origine Irlandese.
Sting: il suo sogno di fare il musicista
Figlio di una parrucchiera e di un ingegnere è il maggiore di quattro figli. In gioventù, a causa del licenziamento del padre, non trascorre una vita particolarmente agiata.
È per questo che, per aiutare la famiglia, dopo aver tentato invano di frequentare l’università di Warwick a Coventry, decide di fare i lavori più improbabili, come quello nella locale centrale del latte.
Seguono mestieri come insegnante, allenatore di calcio di una squadra locale e lo strano lavoro di “scavatore di fossi”. Ma la vera passione è un’altra: la musica. Tuttavia il giovane Gordon Matthew è consapevole del fatto che non si può vivere solo di musica o che comunque, senza un vero talento, è difficile sfondare in questo campo.
Sting: le esibizioni con i “Last Exit” nei pub londinesi
Nel tempo libero Sting mastica un po’ di pianoforte, grazie agli insegnamenti della madre, ma suona anche il basso elettrico, dopo aver abbandonato la chitarra e il repertorio dei Beatles e Rolling Stones.
È questo il periodo in cui fonda i “The Phoenix Jazzplayers”, presenza costante di un pub chiamato “Wheatsheaf”.
Nel 1972 lui e altri tre elementi dei “Newcastle Big Band” lasciano il gruppo dando vita ai “Last Exit” di cui Sting è il leader e cantante e nel 1976 abbandona definitivamente gli studi per lavorare con il suo nuovo gruppo.
Sting: i “Police” e la carriera da solista
Nel frattempo Sting incontra Stewart Copeland, che durante una tournée con i “Curved Air”, assiste a una esibizione dei “Last Exit” in un pub, rimanendo positivamente impressionato dalla forte presenza di Sting. In breve tempo Copeland convince Sting a costituire insieme a lui e al suo Henry Padovani la prima formazione dei “Police”. E qui iniziano album memorabili come “Outlandes D’Amour”, “Reggatta De Blanc”, “Zenyatta Mondata”, “Ghost in the machine”, “Syncronicity”.
Tra il 1985 e il 1986 Sting decide di intraprendere la carriera solista. Il suo primo lavoro è “The dream of the blue turtles”, un disco che contiene i due grandi successi “If You Love Somebody” e “Russians”.
Nel 1988 Sting prende parte al tour di Amnesty International e dedica i due anni successivi alla tutela della foresta pluviale amazzonica. Nel 1991 esce “Soul cages”, disco autobiografico come il successivo “Ten summoner’s tales”, contenente due immancabili successi come “If I ever lose my faith in you” e “Fields of gold”.
Sting: il grande ritorno dopo la pausa
Dopo una lunga pausa, il cantante inglese si ripresenta nel 1996 con “Mercury falling”, mentre tre anni dopo è la volta di “Brand new day”, miscuglio di stili e linguaggi musicali, da Miles Davis al canto gregoriano medioevale, dal pop algerino alla musica country americana.
Personaggio estremamente poliedrico, Sting collabora con numerosi artisti internazionali come Zucchero, e recita anche in alcuni film, tra cui non possiamo dimenticare la pellicola cult “Dune” del grande David Linch (1984), tratta dal romanzo di Frank Herbert.
Sting: la discreta presenza nel cinema
Ma il suo debutto al cinema avviene con “Quadrophenia” (1979), seguito dal ruolo semi-romantico di Mick in “Plenty” (con Meryl Streep). Nel 1985 ricopre il ruolo di protagonista nel film “La sposa promessa”, di Franc Roddam, in cui interpreta il ruolo del dott. Frankenstein che, dopo anni di ricerca, dà vita a una creatura femminile che chiama Eva.
Nel 1987 è l’amante di Kathleen Turner in “Giulia e Giulia”, di Peter Del Monte e nel 1988 recita nel ruolo di Finney in “Stormy Monday – Lunedì di tempesta”, di Mike Figgis, accanto a Melanie Griffith e Tommy Lee Jones. Come dimenticare il cameo nel film “Le avventure del barone di Münchausen” (1988). Compare anche in alcune serie televisive come “Ally McBeal”.
Il doppiaggio, la Toscana, la musica: tutti gli amori di Sting
Nel 2007 presta la sua voce in “Bee Movie” e nel 2009 compare in “Brüno” di Larry Charles.
A parte le sue incursioni nel mondo cinematografico, Sting resta sempre un grandissimo cantante, impegnato nel sociale e particolarmente attivo in questo senso.
Ma la più grande soddisfazione per noi è che ama l’Italia e possiede una bellissima villa in Toscana. La sua vita fa particolarmente gola al mondo del gossip: il cantante, infatti, ha dichiarato di essere praticante della disciplina del sesso tantrico, vantando performance erotiche lunghe più di cinque ore consecutive.
Fabiana Girelli
Filmografia
Sting Filmografia
- Quadrophenia, regia di Franc Roddam (1979)
- Le due facce del male, regia di Richard Loncraine (1982)
- Dune, regia di David Lynch (1984)
- Plenty, regia di Fred Schepisi (1985)
- La sposa promessa, regia di Franc Roddam (1985)
- Giulia e Giulia, regia di Peter Del Monte (1987)
- Le avventure del barone di Münchausen, regia di Terry Gilliam (1988)
- Stormy Monday – Lunedì di tempesta, regia di Mike Figgis (1988)
- I Simpson (Serie TV, 3×13) (1992)
- Grotesque, regia di John-Paul Davidson (1995)
- Lock & Stock – Pazzi scatenati, regia di Guy Ritchie (1998)
- Ally McBeal (Serie TV, 4×20) (2001)
- Bee Movie, regia di Steve Hickner e Simon J. Smith (Voce) (2007)
- Brüno, regia di Larry Charles (2009)
- Life’s Too Short (Serie TV, 1×7) (2011)
- Zoolander 2, regia di Ben Stiller (2016)