La seconda stagione di “Christian” non delude le aspettative, alzando l’asticella con tematiche, toni e stili che rendono i primi episodi nettamente superiori a ciò che si era visto nel primo capitolo. Tra new entry e riflessioni sul contrasto tra mondo umano e mondo celeste, tra ironia e dramma, “Christian” apre altri scenari, chiudendone altri, esplicitando così spesso amare convinzioni.
Indice
“Christian” – Stagione 2 – Tutte le informazioni
Trama
Christian, dopo la morte di Dino, si ritrova a dover prendere il comando di Città-Palazzo, considerando che le bande rivali hanno già iniziato ad uccidere e a contendersi un territorio rimasto senza controllo. Ma Christian non vuole essere il classico Re di una nuova criminalità: il suo dono può realmente costruire un mondo migliore. Alla figura del Biondo si oppone la Nera, un angelo che porta oscurità nel mondo di Christian, senza mai mostrarsi, facendo di Matteo un portavoce tormentato e carico di dubbi. Mentre Rachele e Christian a volte sembrano esagerare con miracoli e nuovi ordini da istituire, anche i mondi più puri, onesti e pacifici possono vacillare. Ciò che realmente sembra volere la gente che vede in Christian il vero santo che aspettava è una vita diversa, migliore e ognuno ha le proprie idee, estremamente differenti, su cosa significa. Tra richieste soddisfatte, disobbedienza e rabbie incontenibili che esplodono all’improvviso, è forse il peccato capitale della superbia a investire tutti e a rendere difficile, se non impossibile, cambiare realmente la propria vita.
Crediti
- Regia: Stefano Lodovichi
- Cast: Edoardo Pesce, Silvia D’Amico, Claudio Santamaria, Antonio Bannò, Gabriel Montesi, Giulio Beranek, Francesco Colella, Romana Maggiora Vergano, Laura Morante, Camilla Filippi
- Genere: drammatico, fantastico
- Stagioni: 2
- Episodi: 12
- Durata: 60 min
- Produzione: Italia, 2022
- Distribuzione: Sky Atlantic
- Data d’uscita: 24 marzo 2023
La recensione
Le novità della seconda stagione di “Christian”
“Christian” torna con nuovi personaggi e nuove domande, dando delle risposte a alcuni dei quesiti maggiormente espressi nel primo capitolo. A riconfermare quindi il personaggio interpretato da Edoardo Pesce, Christian appare sospeso tra il disinteresse per il proprio dono e l’idealizzazione di ciò che potrebbe fare con queste nuove abilità. Ma se la tematica della prima stagione si concentrata sulla complessa reazione e interpretazione di un qualcosa di soprannaturale, mai visto e capace di ribaltare ogni cosa, nel secondo capitolo la matrice ultraterrena e il contrasto tra umano e fantastico acquista connotazioni lampanti. La lotta tra bene e male, angeli buoni e cattivi, il sadico divertimento di chi guarda al mondo degli esseri umani come a un contesto ludico con cui poter giocare, lasciando credere di essere padroni di una vita dove sono invece solo delle pedine mosse a piacimento da esseri superiori e irraggiungibili. Così l’angelo bianco, volto di Giulio Beranek e l’angelo nero, new entry interpretata da Laura Morante, appaiono senza preavviso, protagonisti di dialoghi carichi di uno spirituale misticismo ambiguo, affasciante e misterioso.
L’ambito più metafisico è a sua volta in contrasto con la quotidianità della periferia di Città-Palazzo, dove dilaga la criminalità e il bene viene identificato solo con il male minore. La scomparsa del boss causa omicidi efferati, usurpazione del potere e lotte tra bande pronte a tutto per prendere il controllo, mentre il disperato tentativo di Christian, simbolo di un bene che si insinua ingannevole, tanto quanto il male, di cambiare realmente la vita di quel luogo diventa difficile, sfiorando l’impossibile. La serie diretta da Stefano Lodovichi mostra un microcosmo mutevole, dove violenza e dipendenza erano solo l’erroneo pretesto per avere una vita migliore. La realtà che Christian vuole creare è, proprio come lui, qualcosa di mai visto. Ma, come ripetono spesso i personaggi del Biondo e della Nera, l’utopia è tale proprio perché non può esistere. Tra una riflessione sui 7 peccati capitali, di cui tutti possono essere schiavi, la convinzione di far parte di un disegno più grande e semplici pensieri che diventano superbi obiettivi da raggiungere ad ogni costo.
Tematiche universali e spirituali
C’è qualcosa negli esseri umani, in “Christian”, di estremamente pericoloso, e non si tratta di nessun peccato particolare, neanche di quello originale, ma del libero arbitrio. “Christian” si carica in questa seconda stagione di significati, di temi, senza mai abbandonare la matrice e lo scenario estremamente realistico dove è ambientata. Anche la vena più comica e simpatica della serie si mantiene viva e inerente, nella doppia intenzione di raccontare la causalità che ha portato tutti i personaggi ad avere i mezzi per costruire qualcosa di nuovo. Ma da ignari artefici di un mondo migliore, la consapevolezza appare in “Christian” come la peggior nemica dell’uomo e con amara brutalità il male, simboleggiato da un personaggio con grande limpidezza in questo secondo capitolo, trova sempre il modo per poter tornare. Ogni puntata di “Christian” è così una piccola opera d’arte, dove regia, fotografia e sceneggiatura si completano tra loro e dove la recitazione di ogni singolo personaggio è il maggior punto di forza di uno show che il pregio di osare, sempre.
La volontà di rendere gli obiettivi misteriosi, così come coloro che muovono le fila di una storia che racconta la continua lotta tra bene e male, porta però “Christian” a perdersi leggermente sul finale. Si tratta di un elemento del tutto accettabile considerando l’eccezionalità della serie, ma poteva essere opportuno chiarire alcune parti nel corso dell’intera stagione, senza focalizzarsi sull’ultimo episodio. La sesta e conclusiva puntata tende infatti a spiegare tutto ciò che è apparso quasi eccessivamente difficile da comprendere, tra intenti e personaggi positivi o negativi. Questo rende il finale didascalico, contraddistinto da dialoghi che esplicitano allo spettatore, con una dose di inverosimiglianza nei discorsi, tutto ciò che andava inteso per una degna conclusione. A livello di contenuto invece “Christian” non poteva avere un finale migliore, presentando così con grande trasparenza nuovi protagonisti e antagonisti, alleati e nemici, singoli e folle pronte a seguire chi crede essere il vero unico leader. Sperando in una terza stagione e in nuove tematiche, domande e risposte da dare, Christian si riconferma una delle migliori serie italiane mai realizzate.
“Christian”: Giudizio e conclusione
La seconda stagione di “Christian” riconferma la serie Sky Original un ottimo prodotto da non perdere o recuperare, con una grande prova di regia, attenta, curata e cinematografica, insieme alla fotografia dai colori freddi e opachi, propri di un’ambientazione sospesa tra proletario e onirico. Per non parlare della recitazione, della costruzione dei personaggi, che crescono e evolvono nel corso dei 2 capitoli. L’elemento spirituale entra nella mente e nell’animo di protagonisti e antagonisti, facendo della religione e della fede uno strumento per ottenere le mete e i traguardi più terreni, a volte torbidi e troppo rischiosi. Una moltitudine di temi fanno di “Chistian” una serie tanto drammatica quanto ironica, densa di valori, contenuti e spunti di riflessione.