A breve sugli schermi lo spin-off tanto atteso di una delle serie più celebri degli ultimi anni, fedele ai romanzi di Julia Quinn, La regina Carlotta segue le vicende dell’omonimo personaggio già presentato nelle prime due stagioni di Bridgerton. Sei nuovi episodi distribuiti da Netflix per approfondire i segreti di gioventù di una donna determinata ed ammirata.
Indice
“La regina Carlotta: una storia di Bridgerton”: tutte le informazioni
Trama
Un traballante viaggio in carrozza in un vestito potenzialmente mortale apre il sipario sulla concitata vita della nuova regina Carlotta. La giovane è infatti diretta ad incontrare il suo promesso sposo, niente meno che il futuro re d’Inghilterra Giorgio III, del quale conosce poco più del semplice nome.
Orfana di entrambi i genitori, è accompagnata nel suo itinerario dal fratello, nonché artefice del patto di nozze. Il carattere impavido, esuberante ed indomabile della giovane sovrana tedesca non tarda ad emergere, sin dalle reazioni avverse alle contrattualità legate all’unione. Il culmine dell’espressione viene però raggiunto nel tentativo di fuga a pochi istanti dalla cerimonia, quando la giovane Carlotta tenta di lasciare la corte scalando un glicine in fiore.
Ostacolata da mura ben alte e salde chiede aiuto ad un avventore, che si rivela essere proprio il suo Giorgio. Alto, gentile e meraviglioso in pochi istanti il giovane riesce a conquistare Carlotta, che lo raggiunge all’altare. I problemi sembrano tuttavia sorgere quando ha inizio la vera vita coniugale: il matrimonio non viene consumato e il sovrano la evita per settimane, trasferendosi nella sua tenuta di campagna.
Sarà Carlotta a prendere in pugno le redini del matrimonio e della corona, convincendo il suo consorte a lasciarsi conoscere ed amare, mentre il panorama del regno d’Inghilterra varia drasticamente colpito dall’onda del Grande Esperimento.
La stessa Carlotta ne è parte e motore, paradigma per il popolo e la nobiltà, specchio di una società in corsa verso il progresso. Al suo fianco l’aristocratica Lady Danbury, in veste di moglie, vedova ed amica con l’unico scopo di conquistare la propria libertà.
Intrighi, follie, passioni ed asprezze accompagneranno la giovane Carlotta fino a plasmare la regina integerrima e inflessibile, che implacabilmente recrimina ai suoi eredi l’inadeguatezza al loro ruolo. Tra stralci di gioventù fanno capolino attimi di attualità, che vedono una regina indurita dal peso del regno. Apparentemente dimentica del suo passato, sarà la sovrana in grado di ricordare cosa sia davvero l’amore?
Crediti
- Regia: Shonda Rhimes
- Genere: drammatico, romantico, storico
- Paese di produzione: Stati Uniti d’America
- Distribuzione: Netflix
- Stagioni: 1
- Episodi: 6
- Durata episodi: 54-60 min
- Anno: 2023
- Cast: India Amarteifio, Corey Mylchreest, Arsema Thomas, Sam Clemmett, Golda Rosheuvel, Adjoa Andoh, Ruth Gemmell, Michelle Fairley, Hugh Sachs
Critica
Ideata dall’inimitabile Shonda Rhimes, sulla base delle linee tracciate dalla penna di Julia Quinn, la miniserie Netflix ha tutte le carte in regola per troneggiare accanto a Bridgerton. Alle riprese si ricorda Tom Verica, noto per altre produzioni quali The Umbrella Academy e Grey’s Anatomy. Il protagonista Corey Mylchreest è in grado con la sua brillante performance di fare breccia non solo nell’animo della regina Carlotta, ma anche degli spettatori, incoronato ben presto re di cuori accanto agli altri leading roles maschili dello stesso franchising: il Duca di Hastings ed Anthony Bridgerton. L’interprete della giovane Carlotta, India Amarteifio, si presenta come un volto nuovo e fresco sulla scena. Altra figura nota di spicco nel cast è senza dubbio Michelle Fairley, celebre per il suo ruolo fra tanti ne Il Trono di Spade nelle vesti di Lady Stark. L’indice di gradimento è complessivamente elevato, fino al 3,75 secondo le statistiche di distribuzione, senza dubbio ragguardevole per un prodotto spin-off.
La Recensione
La regina Carlotta: chi è davvero nella storia
Giovane rampolla di un regno tedesco, dalle probabili origini nordafricane, la regina Carlotta non è mero frutto della fantasia di Julia Quinn. Quella che potrebbe sembrare una disattenzione all’accuratezza storica del prodotto, nell’immagine di un’aristocratica dalla carnagione scura nell’epoca tardo-settecentesca, è in realtà un possibile accorgimento narrativo che si riferisce alla reale genealogia del trono britannico.
Difatti la regina Carlotta è realmente esistita, per secoli considerata il primo membro di tali origini appartenente alla famiglia reale. Plausibile discendente da un ramo afroamericano di regnanti portoghesi, non è però confermata storicamente la pelle scura. Viene descritta tuttavia tramite alcune reperti diaristici e diversi ritratti come abbiente alcuni tratti somatici che possono suggerire agli storici l’appartenenza a tale etnia.
Negli anni Quaranta è stato Joel Augustus Rogers ad ipotizzare l’appartenenza della sovrana a tale discendenza, ma non è chiaro se ella si sia effettivamente adoperata per l‘inclusione sociale come accade nella serie tv.
Quel che è certo è che Sophia Carlotta di Meclemburgo-Strelitz sia stata effettivamente a capo del regno, accanto al coniuge Giorgio III, con il quale si unì in matrimonio nel 1791 dopo poche ore di conoscenza. La loro storia è già stata portata sul grande schermo con La pazzia di Re Giorgio, dove ad indossarne le vesti è Helen Mirren.
I due consorti ebbero ben 15 eredi, e proprio come nelle serie in cui la sua figura è protagonista e comparsa, pare che la regina nutrisse una spiccata passione per le piante e per gli animali. Si dedicò alla catalogazione botanica, finanziò l’istituzione dei Giardini di Kew ed era inseparabile dai suoi cani di razza Pomeranian.
Una licenza poetica dunque fondata quella del gesto di Giorgio, che nella serie fa dono alla sua sposa proprio di un esemplare di tale razza. Non è menzognera neppure la separazione dei due sposi dopo una vita coniugale basata su amore, stima e rispetto. Negli ultimi anni di vita Giorgio si ritirò a vita provata per le sue precarie condizioni di salute.
Carlotta e Giorgio: una storia di inclusione
Nonostante sia unicamente Carlotta ad essere descritta come primo movens ed al contempo burattino dell’ambizioso progetto del Grande Esperimento, anche la precarietà di Giorgio lo rende un ottimo paradigma di inclusione per lo spettatore.
L’intento della Regina Vedova nel proporre Carlotta in sposa al proprio erede è quello di sedare il malcontento dell’aristocrazia nordafricana, realtà emergente e tuttavia esclusa da diversi contesti di privilegio e socialità. Lo scopo della giovane sovrana diventa invece ben presto quello di agevolare l’unione tra i due spaccati sociali, favorendone l’integrazione omogenea e scevra da pregiudizio.
Ed è con un ballo tra re e regina che il progresso sembra rispondere all’incanto, avanzando impetuoso tra salotti e Parlamento. Tuttavia se Carlotta ne è molla maieutica, è Lady Danbury ad esserne pioniera: artefice del proprio stesso destino, una volta vedova è in grado di conquistare autonomamente il proprio posto in società. Un’invettiva sociale ammantata di orletti ed abiti eccentrici, semplice da comprendere eppure efficace, intrisa di femminismo, equità ed uguaglianza.
Giorgio inoltre, con la testa smarrita tra cieli e terra, offre uno scorcio del tutto nuovo sull’approccio alle patologie nervose e comportamentali. Basti pensare alla rappresentazione, di certo più storicamente accurata, che ne offre L’Alienista per comprendere l’enorme differenza.
Terapie di dubbia efficacia ma nota crudeltà, reclusione ed isolamento ben si addicono all’epoca di appartenenza, ma sono bilanciati dall’amorevole attenzione di Carlotta fino alla scena conclusiva, che indirizza lo spettatore a comprendere ed apprezzare Giorgio suscitando empatia ma non compassione.
Un’ulteriore breccia nell’omertà caratteristica del tempo è il rapporto tra i due valletti della coppia reale: Brimsley e Raynolds sono una freccia scoccata dritta nelle convenzioni sociali del tempo, così come le libertà amorose di Lady Danbury e la sua amicizia di segreti inconfessabili con Violet Bridgerton.
Giudizio e conclusioni
Ambientazioni, scenografie e costumi seppure presentino qualche licenza cinematografica rispetto ad una fedele rievocazione storica sono perfettamente in linea con lo stile Bridgerton. Toni tenui e pastello, vedute ampie e luminose, adattamenti classicheggianti di canzoni moderne che fanno da sfondo a balli ottocenteschi di tutto riguardo sono ormai il marchio di fabbrica di tali prodotti.
La particolarità narrativa di questo spin-off consiste nella costante alternanza di flashback e stralci di presente, che fluiscono gli uni negli altri. Difatti lo scopo è quello di sottolineare il contrasto tra la giovinezza e la senilità di Carlotta: alla fanciulla piena di vita, caparbia e senza regole si sostituisce una donna di integrità e senso del dovere spiccati e predominanti.
Solo nel colpo di coda, quando essa stessa si apre nuovamente alla propria emotività sembra tornare in sé, e riacquisire il suo posto accanto accanto al suo cuore, anziché cinque passi indietro.