“Plan 75” diretto da Chie Hayakwa, racconta il ritrovato valore del contatto umano, in un mondo che trasforma la morte in una questione economica e tenta con crudezza e distacco di poter decidere, attraverso parametri anagrafici, chi è ancora utile alla società e ha quindi il diritto di continuare a vivere.
Indice
Plan 75 – Tutte le informazioni
Trama
In un futuro vicino, in Giappone, il Governo si ritrova a dover far fronte a un progressivo invecchiamento della popolazione che causa problemi economici e sociali. Viene così istituita la possibilità agli anziani sopra i 75 anni dell’eutanasia, che però ha tutta l’aria di essere obbligatoria. Licenziate, non idonee a sussidi o altri lavori, trovandosi da sole senza alcun aiuto e sopra quell’età è pensabile che non ci sia altra scelta. Mentre la maggior parte degli anziani sembrano a proprio agio con questa scelta e vedono nella possibilità di scegliere e sapere quando la loro vita finirà, una benedizione, una signora di 78 anni, Michi non riesce ad accettare questa scelta, mentre i giovani Hiromu e Maria, cercano di districarsi tra la loro vita e quella morte che vedono e vendono ogni giorno.
Crediti
- Regia: Chie Hayakwa
- Cast: Chieko Baisho, Hayato Isomura, Stefanie Arianne, Yumi Kawai, Taka Takao Hisako Ôkata, Kazuyoshi Kushida, Mari Nakayama, Motomi Makiguchi, Koshirô Asami, Hiroaki Kawatsure, Masahiro Umeda, Tsuyoshi Kondo.
- Genere: drammatico
- Durata: 113 minuti
- Produzione: Giappone, 2022
- Distribuzione: Tucker Film
- Data d’uscita: 11 maggio 2023
Recensione
La disorientante normalità di “Plan 75”
“Plan 75” presenta un mondo pronto a fare i conti ogni giorno con la morte. Tra chi sa che avverrà di lì a poco e chi parla di questo nuovo programma vendendo alle persone anziane un fantastico trattamento per gli ultimi giorni della loro vita. Momenti del film che fanno rabbrividire, ma che per il Giappone creato da Chie Hayakawa sono ormai la normalità. È chiaro fin da subito come questa “soluzione” oltre ad essere brutale e assurda, è tutt’altro che risolutiva. La fredda banalità e la sconcertante consuetudine con cui si espone e ci si accorda su questo progetto innovativo, rendono “Plan 75” un film angosciante, pervaso dalla tenerezza di personaggi in armonia con loro anzianità negata, con la fine di una vita che accettano senza paura o dubbi: è una legge. Non ci sono rapporti in “Plan 75” che superano questa scelta: giovani assistenti sociali che non si lasciano coinvolgere e spiegano telegraficamente come avverrà la procedura, impiegati che devono sdrammatizzare mostrando le varie possibilità in catalogo e infermieri che denudano i corpi degli effetti personali in silenzio, senza mostrare emozioni.
Ma è proprio questo che salva i protagoniste della storia: l’emozione, la commozione, i sentimenti, i rapporti interpersonali. “Plan 75” non è ne crudo né violento, perché è estremamente delicato ed elegante nella messa in scena, così come nelle battute di dialogo, ma fortemente drammatico in tutto ciò che racconta. Un Paese disumanizzato che si è abituato e non ha più possibilità di sorprendersi. Il Giappone che ha sempre riservato alla parte più anziana un posto d’onore, riconoscendone l’importanza e trattandola con grande rispetto. Nell’economia e nella società giapponese le persone tra i 65 e i 72 anni occupano importanti posizioni lavorative e, non a caso, è dai 75 anni in poi che vengono definite propriamente “anziani”. Ecco che “Plan 75” prende in esame un’età particolare, in uno dei Paesi con un alto numero di persone anziane e che, nel film, va contro i propri valori e le proprie tradizioni.
Morte etica, morale, burocratica o economica?
Una burocrazia quasi inquietante, che viene applicata con grande attenzione e dedizione e che cerca di sopprimere gli affetti. Quegli stessi affetti presenti solo tra coloro che stanno per abbandonare la vita, che ritrovano il senso di un destino comune e di ricordi vissuti insieme: anziani che vengono costretti ad uccidersi. Con una scena d’apertura dalla forza visiva e narrativa dirompente e che ben rappresenta come sia l’economia a portare il Governo a questa scelta e come tutto ciò abbia un effetto distruttivo anche sulla popolazione giovane, “Plan 75” chiarisce da subito intenti e presupposti, definendosi limpido e convinto nell’insensatezza irrazionale di quello che sta accadendo. Dolce e freddo, intenso e distaccato, permeato da una cupa malinconia, il tema del film riesce a farsi strada nella profonda tristezza di un mondo che ha sotterrato tutto ciò per cui da anni si lotta. “Plan 75” non è un inno all’umanità, ma è un’esaltazione della rilevanza di ritrovare quell’umanità perduta e di non lasciare che dei costi difficili da sostenere finiscano per prevaricare.
In un continuo contrasto tra società avanzata devota al lavoro e la logica del profitto, ma sempre pronta a mostrare amore e cura per le persone più anziane, in questo amaro ritratto dipinte come inutili alla crescita del Paese, “Plan 75” esplora il concetto di libero arbitrio, qui soppresso da una politica del controllo che deve e vuole perdere il contatto con la realtà. La solitudine che i personaggi provano si scontra con quella morte fisica e mentale con cui gli over 75 del film di Chie Hayakava scendono a patti ancora prima di aver esalato l’ultimo respiro. Con una regia che ricorda i più grandi film orientali, degna di un cinema d’autore, raffinato e accurato nell’oscurità che comunica ogni sequenza, la fotografia del film colora con opacità e distacco la metropoli giapponese che molto spesso non ha tempo per soffermarsi su una connessione che sta svanendo. Il calore umano che “Plan 75” costruisce tra silenzi, sguardi e dialoghi che sembrano semplice routine, nasce proprio da quei costumi, quelle usanze e quelle abitudini che fanno sentire le persone vive ogni giorno, ancora capaci di emozionarsi, commuoversi e meravigliarsi di fronte a un tramonto.
“Plan 75”: Giudizio e valutazione
“Plan 75” è un film fortemente drammatico, che racconta una situazione estrema, in parte vicina a Paesi come il Giappone o l’Italia, dove l’invecchiamento della popolazione ha livelli altissimi. La fotografia e la regia, entrambi raffinate, creano un contrasto con un tema che raggiunge elevati toni di tragicità e solitudine, ma anche di angosciante quotidianità. “Plan 75” esplora alcune delle più stridenti contraddizioni rappresentando un tentativo, quasi paradossale, di contrastare un problema che porta l’intero Paese, in questo caso il Giappone, a reprimere i sentimenti, scegliendo tra chi ha il diritto di vivere e chi no.