Divisa in tre puntate, da un’ora ciascuna, Arnold rievoca la nascita del mito di uno dei più grandi divi planetari, dalla sua affermazione come culturista, passando per la carriera di attore ad Hollywood, fino alla vita politica. La recensione ci svela quanto ci sia da vedere e apprezzare in queste 3 ore di documentario.
Indice
Arnold – tutte le informazioni
Trama
Il documentario, raccontato dallo stesso Arnold Schwarzenegger in prima persona, nella sua residenza privata, tra sigari cubani e racconti dinnanzi al caminetto, si divide in tre capitoli, ciascuno della durata di un’ora: la prima parte si dedica alla carriera da culturista e alla sua infanzia/adolescenza; la seconda parte è sull’approdo ad Hollywood e la consacrazione da Star; mentre la terza passa alla sua ascesa politica, con conseguenti alcuni scandali privati che ne hanno condizionato il matrimonio.
Tre ore di durata complessive, per un viaggio intorno al microcosmo di uno dei più grandi divi planetari del secolo scorso.
Crediti
- Titolo originale: Arnold
- Regia: Lesley Chilcott
- Cast: Arnold Schwarzenegger, James Cameron, Sylvester Stallone, Jamie Lee Curtis
- Durata: 3 episodi da 61 minuti
- Genere: Documentario
- Produzione: Netflix, 2023
Recensione
Arnold è un excursus piuttosto gradevole ed esaustivo – certo un bel po’ celebrativo – sulla scalata al successo di un uomo venuto dall’Austria, da una famiglia severa (il racconto vede anche un padre rigido e alcolizzato) che si innamorò del culturismo e ne fece la propria missione di vita fin dalla primissima adolescenza.
Diviso nelle tre parti di cui sopra, la prima è certamente quella che ci introduce alla personalità ed alla formazione del personaggio/uomo di Schwarzenegger, regalandoci il ritratto di un uomo abbagliato dal mito americano e dalla voglia di fatica, sudore e successo.
La seconda puntata, quella dedicata all’attore, è indubbiamente la più divertente, sul versante cinefilo, che ci catapulta nella nascita del mito planetario di Arnold, dal primo flop con “Ercole a New York” al trampolino di lancio di “Conan”, passando per il simpatico dualismo-rivalità con l’antagonista e amico Sylvester Stallone, intervistato per pochi minuti anch’esso.
La terza parte è quella che avrebbe dovuto portarci nelle ombre del suo interprete, ma tutto sommato lo fa in modalità piuttosto soffusa, lasciando centrale sempre il punto di vista del suo mito.
Una terza parte che diventa anche una apologia del mito americano e del sogno della “terra delle libertà” ed anche del riscatto dalle potenziali insidie e cadute.
Un prodotto che dunque “gioca” con la poliedricità del suo mito, come annuncia la stessa locandina, un uomo tre vite e sul principio di autodeterminazione che è al contempo celebrazione del mito del self made man.
Giudizio conclusivo
In definitiva, la recensione di Arnold possiamo dire che è piuttosto positiva se si cerca un prodotto che ricalchi le orme di uno dei più grandi divi di Hollywood di ogni tempo.
Se siete fans di Schwarzy, sarà un viaggio assolutamente imprescindibile, altrimenti non sarà certamente una visione meritevole di interesse. Ed è ovvio che si stia parlando di un prodotto fatto su misura, comunque, di un (ampio) pubblico che è cresciuto, soprattutto negli anni ’80 e ’90, nel segno di uno dei più iconici interpreti del cinema d’azione americano.
Insomma, un prodotto che esplora il lato umano senza necessariamente andare in profondità, ma che forse appare ancor più piacevole essendo raccontato dal diretto interessato e impreziosito da partecipazioni piuttosto interessanti, come quella di Stallone, del regista James Cameron, di Ivan Reitman e altri ancora, rilevando al suo interno degli aneddoti piuttosto gradevoli anche del dietro le quinte (come quelli legati a Conan e ai “dissapori” con De Laurentiis).
Ma, in definitiva, Arnold è un documentario da vedere o non è particolarmente riuscito?
Sostanzialmente, se siete cresciuti con i film dell’attore o se solo siete incuriositi di conoscerne “il fenomeno” che ne ha determinato il successo planetario, assolutamente la risposta è sì.
Del resto, nelle sue 3 ore complessive di durata, il ritmo del montaggio regge piuttosto bene.
Anche se è inevitabile non considerare che alla base del tutto ci sia il connubio commerciale con l’uscita, sempre su Netflix, della serie Fubar, in cui proprio Arnold Schwarzenegger è protagonista.
Trailer
Leggi anche Arnold Schwarzenegger protagonista di una serie spy prodotta da Netflix