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5 Film di Fantascienza alternativa assolutamente da scoprire

Il cinema di Fantascienza ha spesso regalato perle lontano dai canoni, virando sui lidi di riflessioni esistenzialiste o esplorando contaminazioni singolari tra i generi, come nel caso di Blade Runner, ad esempio. Vediamo quali sono 5 film di Fantascienza che definiremo alternativa che meritano di essere scoperti.

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Fantascienza alternativa, cosa si intende

Quando si fa riferimento al termine Fantascienza alternativa si intende identificare quei titoli che pur rientrando nel genere, propongono un’alternativa differente per parlare di mondi lontani, di incognite aliene, di futuri distopici, allo scopo di sperimentare con altri filoni o di elevare il genere di riferimento a qualcosa di più filosofico ed intellettuale, come nei casi di Solaris e Stalker di Tarkovskij, ad esempio.

5 Film di Fantascienza alternativa assolutamente da scoprire

In tal senso, andremo a scoprire 5 film di Fantascienza inseribili in questo filone alternativo, ancora poco noti al grande pubblico.

Hard to be a god

In un pianeta di nome Arkanar, simile alla Terra, ma indietro di secoli, ci viene presentata la miserrima vita dei suoi abitanti, in un periodo in cui si combatte una non ben definita guerra, con l’arte al bando e gli artisti a morte.
Don Rumata è un sovrano, un semi dio che ama suonare il clarino, ha un manipolo di sudditi e schiavi, combatte i prevaricatori che impiccano e torturano artisti e intellettuali.
Basta un rapido sguardo, un’affacciata veloce, una sbirciata a pochi frame, a quest’opera rude e scorbutica, per respirarne l’aria, lo spessore e rischiare di esserne possentemente travolti o irrimediabilmente respinti.

Premesso che ci troviamo dinnanzi ad una visione di 3 ore circa, il film in questione richiede un buon coraggio per essere affrontato, non solo per la durata e per il suo stile ricercato, come detto scorbutico, ma anche per i suoi rimandi culturali (con echi da Shakespeare, dall’arte rinascimentale, toccando pure la fantascienza distopica).
La messa in scena, ineccepibile, fotografata in un ruvido, nebuloso, fangoso, bianco e nero, fatta di robusti pianosequenza realizzati ad arte, è di certo la principale arma di potere dell’opera, al di là del suo substrato politico-culturale.

The Whispering Star

Yoko è un’androide che viaggia con la sua navicella (in tutto e per tutto simile ad una casa) nello spazio, attuando consegne ai pochi umani sopravvissuti, “depositati” su vari pianeti della galassia.
Viaggia nel corso degli anni, guidata da un computer di bordo, percorrendo una quotidianità solitaria e monotona.
L’ultima consegna ha da venire su un pianeta in cui superare il livello di 30 decibel potrebbe uccidere i viventi.

Con “The Whispering Star“, il controverso, eclettico, unico e originale Sion firma probabilmente il suo pezzo più pregiato, o comunque uno dei risultati più alti della sua filmografia. Un delicato poema elegiaco della nostalgia, dell’era analogica, del rapporto tra passato e presente, memoria e futuro.

Beyond the black rainbow

Nel misterioso Arboria Institute, una bella ragazza sofferente di disturbi mentali è tenuta prigioniera. La sua mente è controllata da una sinistra tecnologia. In silenzio, aspetta la prossima sessione con il suo squilibrato terapeuta, il dottor Barry Nyle. Se lei vuole fuggire, dovrà attraversare i più oscuri meandri dell’Istituto.

Una perfetta contaminazione di fantascienza retro vintage ed horror sulfureo che trova la sua giusta dimensione sul piano estetico.

Immortal ad Vitam

New York, 2095. La razza umana è quasi sparita, sostituita da umanoidi ibridati e da mezzi umani. In alto nei cieli, c’è un astronave a forma di piramide, che controlla tutto. Una divinità egizia vuole ingravidare l’ultima umana “mezza e mezza”, prova a farlo per mezzo di un altro umano.

Immortal, da un fumetto dello stesso Bilal, è un curiosissimo ed affascinantissimo ibrido di noir, fantascienza, videogame, delirio esistenziale che non può non rimandare a Blade Runner.
Il risultato è sinuoso, godibile, bizzarro, anche nella estetica, non mancante probabilmente anche di riferimenti pittorici oltre che a quelli del pantheon egizio.
Nel mezzo c’è spazio pure per una sorta di sottotrama thriller.
Immortal è un prodottino davvero pieno di trovate e suggestioni, forse in parte un po’ serioso, delirante, eccessivo, ma originalissimo, pur essendo una sorta di mix, una rimescolanza di altre cose.

Dark Star

Nel XXII secolo l’equipaggio annoiato di un’astronave in missione intergalattica diventa preda di fobie claustrofobiche e di una mascotte aliena che stanno trasportando sul pianeta Terra.

Opera d’esordio di John Carpenter, coadiuvato in sceneggiatura da Dan O’Bannon (la mente di Alien), è uno SF a basso budget dall’estro quasi comico, che fa il verso a “2001:Odissea nello spazio” e anticipa, in qualche modo lo stesso “Alien”, con un’efficace e scanzonata “cialtroneria”, con un tocco quasi citazionista ed una resa scenica, ai limiti del kitsch che in qualche modo rievoca il mondo dei cinecomics.
Oltre che sceneggiatore, Dan O’Bannon compare anche tra i protagonisti, in quello che è fondamentalmente un “saggio accademico” sul come realizzare a modo un piccolo film con un sapiente uso di spazi e atmosfere e di un budget piuttosto risibile.

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David M. Scortese

David M. Scortese

Appassionato di cinema fin dall'adolescenza, studia recitazione teatrale e cinematografica, è attivo in teatro e in opere audiovisive, cortometraggi e prodotti per il web.

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