Ha fatto parlare di sé, nei giri festivalieri, presenziando anche al Festival di Cannes del 2022, questo Sick of myself, opera scandinava che approda in Italia – in anteprima – nel settembre 2023 e, ufficialmente in sala dal 5 ottobre.
Scopriamo la recensione del feroce e grottesco dramma sull’esigenza di apparire al giorno d’oggi, fino all’autodistruzione corporale.
Indice
Sick of myself – tutte le informazioni
Trama
Signe è una donna tranquilla che vive senza coltivare ambizioni, ma quando il suo partner d’improvviso ha un enorme successo artistico, decide a sua volta di sperimentare e di osare, per creare una sua personale identità potenzialmente eccezionale.
Qui, inizia una spirale di alienazione che porta la protagonista ad assumere un farmaco – trovato in rete – che le provochi escoriazioni e disturbi della pelle, per così proporre la propria immagine “martorizzata” alla viralità dei social.
Ma la situazione, lentamente sfugge di mano in un vortice sempre più disperato di ricerca di attenzione e di necessità di apparire, esasperando la propria condizione fisica e psichica.
Crediti
- Titolo originale: Syk pike
- Regia: Kristoffer Borgli
- Cast: Kristine Kujath Thorp, Eirik Sæther, Fanny Vaager, Henrik Mestad, Andrea Bræin Hovig, Steinar Klouman Hallert
- Durata: 97 min.
- Genere: Drammatico – grottesco – horror
- Produzione: Norvegia, 2022
Recensione
Cosa siamo disposti a fare per la visibilità, per essere al centro dell’attenzione, per inseguire un (fugace) successo? Anche ricorrere all’autodistruzione, per inseguire la gloria del martirio.
Questo potremmo dire che sia il nocciolo di questa notevole opera norvegese, in bilico tra commedia, dramma psicologico e horror d’alienazione.
“Sick of myself“, difatti racconta in maniera asettica e ponendo l’accento sulle ambiguità relazionali della (disinteressata l’un l’altro) coppia di fidanzati protagonisti, il senso di impotenza e debolezza dell’essere umano di fronte alla necessità di apparire e di sentirsi accettati, desiderati, apprezzati, considerati, nella società moderna.
Pur attraverso dei ritmi flemmatici, magari non del tutto fruibili per un pubblico molto ampio, il film norvegese riesce a costruire una sua forza alienante e dissacratoria delle relazioni umane e del senso di disgregazione dell’individuo nel contesto sociale, pur andando, via via, di pari passo con la psicologia della propria protagonista, a perdersi nei meandri di una conclusione forse non del tutto ben definita.
Non è semplice dare una definizione a una pellicola del genere: “Sick Of Myself” è infatti una commedia tragica non priva di momenti destabilizzanti (in poche parole, vira verso il body horror), anche se è la componente grottesca a prevalere in maniera più incisiva, in quello che è sostanzialmente anche un dramma psicologico e sociopedagogico.
Anche se, forse, manca di un ulteriore approfondimento dei personaggi e di componenti (tra ironia, tragedia, realismo, eccessi grotteschi) non necessariamente bilanciati nella misura perfetta.
Giudizio conclusivo
In definitiva, con Sick of myself si può parlare di un film che raggiunge il suo obiettivo? Assolutamente sì, ponendo al centro temi come invidia, competizione e narcisismo, il film si fa una provocatoria e controversa parafrasi del tempo odierno.
Sarà sicuramente una visione non adatta ad un pubblico vasto e variegato quella di Sick of myself, ma sicuramente sarà un’esperienza arricchente e in buona parte suggestiva, stimolante, anzi per un pubblico predisposto ad un cinema più “alternativo”, coraggioso (come in questo caso) e dal budget esiguo, potrebbe essere un vero e proprio colpo di fulmine.
Un film, probabilmente tra i titoli più interessanti della passata annata, che arriva con ritardo in Italia (e probabilmente sarà accolto con poco rumore), ma meglio tardi che mai.
Assolutamente un film da vedere, ma che necessita della predisposizione di un pubblico attento alle sfumature e paziente nel dargli il tempo di decollare.
Trailer
Di seguito vediamo il trailer del film norvegese Sick of myself, in arrivo nelle sale italiane in questo autunno del 2023, dopo un anno in cui ha raccolto clamori all’estero.