L’eco oscura e avvincente della serie di libri per ragazzi “Piccoli Brividi” di R.L. Stine continua ad essere presente nell’immaginario di lettori di ogni generazione. Da quando ha fatto il suo debutto nel 1992, la serie ha tenuto incollati i giovani lettori con storie che provavano a spaventarci e dei colpi di scena assurdi, divenuti poi un marchio di fabbrica.
Con la recente trasposizione televisiva della serie, intitolata allo stesso modo, si è creata un’attesa trepidante trai nostalgici degli anni 90. Ma sarà riuscita a mantenere quelle atmosfere che tutti noi amavamo?
Indice
Piccoli Brividi – La trama
All’interno di una piccola cittadina americana, un gruppo di ragazzi del liceo si trova coinvolto all’interno di un oscuro mistero che è legato ad un tragico evento avvenuto 30 anni prima. Dopo aver organizzato una festa di Halloween in una casa apparentemente abbandonata, i protagonisti entreranno a contato con oggetti maledetti, legati alla tragica scomparsa di un ragazzo.
Saranno proprio questi cimeli a stravolgere la vita dei ragazzi, costretti a lottare contro lo spirito che li possiede. A complicare il tutto ci saranno una serie di intrecci e segreti familiari, che dovranno pian piano decifrare.
Recensione
La serie televisiva “Piccoli Brividi” si propone di portare sullo schermo l’universo ricco di suspense e terrore creato da R.L. Stine nei suoi libri per ragazzi. Tuttavia, mentre la serie letteraria originale ha guadagnato popolarità grazie alla sua capacità di creare storie avvincenti e conclusioni audacemente stravaganti, l’adattamento televisivo sembra invece attingere da un po’ da tutte le nuove e popolari serie horror / teen drama, mancando di quel tocco di originalità che avrebbe potuto conferirgli un fascino unico.
Questa mancanza di sperimentazione e di audacia narrativa lascia un senso di mancata opportunità nel trasferire l’atmosfera giusta e la suspense dei libri alla serie televisiva. Non è difficile capire l’intento che si nasconde dietro questo prodotto, ovvero quello di seguire alla lettera le orme del popolare Stranger Things, ricalcandone così l’intero format.
Non è però facile raggiungere questi obbiettivi, soprattutto se non vi è un adeguato impegno nel creare dei protagonisti avvincenti e ben caratterizzati. Tutti i personaggi, per quanto possano affrontare problematiche familiari e personali, rimangono sempre molto piatti, riuscendo anche a superare ostacoli in modo banale.
Sebbene la serie televisiva “Piccoli Brividi” cerchi di evocare l’atmosfera inquietante e avvincente dei libri originali, manca della stessa inventiva e originalità che ha reso le storie di R.L. Stine così memorabili e amate dai lettori. Ciò che rimane del prodotto originale non è che un ampio citazionismo di episodio in episodio.
Non mancano i riferimenti ai libri
In ogni episodio vengono integrati elementi tratti da diversi libri della serie di R.L. Stine, offrendo omaggi e riferimenti ai fan. In particolare molti di questi saranno inseriti come gli oggetti maledetti ed andranno a scandire soprattutto i primi episodi.
Alcuni di questi elementi sono davvero iconici, ricordiamo ad esempio: la polaroid ( presente nel libro omonimo) che va a catturare l’istante prima di una tragedia; La maschera (presente in “La maschera maledetta”) che trasforma chi la utilizza in mostro; L’orologio a muro ( di “La pendola del destino) in grado di creare un loop temporale.
Uno degli elementi interessanti è però la gestione della narrazione, affidata puntata per puntata ad un punto di vista differente. In questo modo, non solo vengono introdotti nuovi personaggi, ma si può osservare la trama da angolazioni differenti. Altra lancia va spezzata a favore della fotografia, sempre piacevole e cupa al punto giusto.
Conclusioni finali
In definitiva, la serie televisiva “Piccoli Brividi” lotta per mantenere viva la magia dei libri originali di R.L. Stine, mancando di catturare appieno l’essenza unica che ha reso la serie letteraria così iconica. Mentre i libri per ragazzi riuscivano a trasportare i lettori in mondi narrativi stravaganti e inaspettati, la serie televisiva sembra rimanere ancorata a formule narrative più convenzionali e scontate, mancando dell’innovazione e dell’audacia che ha caratterizzato l’opera letteraria originale.
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