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Recensione “Nel cuore di un padre”: da Bollywood un mélo crudo e intenso

Nel cuore di un padre” (Baabul) è un dramma indiano del 2006 diretto da Ravi Chopra, un mélo crudo e intenso che celebra i cinquant’ anni di cinema di Baldev Raj Chopra, produttore della pellicola nonché padre del regista.

Indice

Trama

Dopo gli studi negli Stati Uniti, il giovane e brillante Avi torna in India per prendersi cura degli affari di suo padre. Quando incontra la giovane artista Malvika se ne innamora e la sposa. Dopo la nascita del loro figlio, tutto sembra procedere felicemente fino al giorno in cui l’uomo muore in un incidente stradale.

Recensione “Nel cuore di un padre”: da Bollywood un mélo crudo e intenso

Crediti

  • Tit. orig.: Baabul
  • Sceneggiatura: Ravi Chopra, Achala Nagar, Sameer
  • Cast: Amitabh Bachchan, Salman Khan, Hema Malini, John Abraham, Rani Mukerji, Om Puri, Sarika Thakur, Aman Verma, Parmeet Sethi, Rajpal Naurang Yadav, Smita Jaykar, Beena Banerjee, Avtar Gill Avtar Gill, Vaishnavi Mahant, Gargi Patel, Steven Baker, Master Dhairya, Neeta Lulla, Vijay Patkar, Shree Rammy, Sankeetaan Raravir, Shriya Saran, Sharat Saxena, Dheirya Sonecha
  • Genere: Drammatico, Sentimentale
  • Durata: 169 minuti
  • Produzione: India, 2006
  • Casa di produzione: B.R. Films, NH Studioz, Narendra Hirawat & Co
  • Distribuzione: NH Studioz, Narendra Hirawat & Co, Prime Video (streaming)
  • Data di uscita: 8 dicembre 2002 (20 dicembre 2023, streaming)

Recensione

Nel cuore di un padre”, film indiano diretto da Ravi Chopra del 2006 tuttavia uscito sulle piattaforme solo da qualche giorno, racconta una storia tragica riuscendo a sdrammatizzarla in modo emblematico. Presupponendo che stiamo parlando di Bollywood, e dunque dovendo necessariamente grattare sotto alla patina soap-operesca che ammanta la pellicola, “Nel cuore di un padre” cattura per la maniera di trattare con il giusto garbo finanche un argomento delicato come la morte di una persona cara.

Il punto nevralgico del film di Ravi Chopra è che Balraj (Amitabh Bachchan, in coppia con Hema Malini) perde suo figlio Avinash (Salman Khan) in un incidente e poi lo vediamo seguitare imperterrito nel processo di affrancamento della nuora vedova Mili (una Rani Mukerji dalla bellezza quasi irreale). C’è dunque una donna che ha perduto l’uomo della sua vita e che ha bisogno in qualche modo di rinascere, di avere qualcuno a difenderla da un mondo crudele che non riesce (o non vuole) capire che lei ha diritto ad essere felice come chiunque altro.

E il film, grazie anche a degli interventi coreografici particolarmente ammalianti, riesce alla perfezione in questo suo intento riabilitativo. Complice il talento collettivo del cast, convincente e pienamente amalgamato, che sa far vivere allo spettatore dei momenti di autentica intensità, il lavoro di Chopra piacerà senz’altro agli amanti dei drammi familiari e delle storie strappalacrime, mentre probabilmente i cinefili più allergici al sentimentalismo smaccato troveranno “Nel cuore di un padreapertamente ridicolo.

Giudizio conclusivo

Nel cuore di un padre” è un melodramma di notevole merito che nonostante una qualità fortemente sdolcinata sa catturare l’attenzione anche grazie a degli interpreti preparati e in sintonia.

Note

[Amitabh Bachchan, interprete]

Dopo alcuni anni, la vita a Calcutta divenne soffocante. Mancava qualcosa. Da sempre c’era molto interesse verso i film. Specialmente film hindi e veri e propri voli di fantasia in cui, a lungo termine, immagini di essere connesso con il mondo di film. E tutti i tuoi sogni. E poi all’improvviso il desiderio di entrare davvero nell’industria, ma sei ancora molto timido. Come si fa a entrare? E poi imbattersi in questo concorso per talenti, fare domanda e di nuovo essere rifiutato. Non essere accettato. Rinunciare al lavoro. Diventare davvero disperato. Trasferirmi a Delhi, tornare a casa per vedere i miei genitori. Prepararsi per il tuffo finale e poi atterrare a Bombay. Iniziare la tua lotta. Alcuni giorni entusiasmanti, altri giorni non così entusiasmanti . Qualche rifiuto, qualche risultato. Ma sempre in movimento. E poi quello che è seguito lo sanno tutti.

Ho sempre detto che gli attori dovrebbero essere trattati con molta attenzione. Abbiamo bisogno di molta comprensione. Ci sono milioni di cose che potrebbero distruggerci. Siamo persone distrutte dentro. Ecco perché molti di noi finiscono con il psichiatri. Ecco perché scopri che molti di noi si comportano in modo molto particolare e io dico, per favore, concedici questa peculiarità. Perché questo è tutto ciò che c’è per dire la nostra. No, non viviamo una vita normale… cioè perché forse abbiamo bisogno di essere trattati un po’ gentilmente. Gestiti un po’ più attentamente. Hanno capito molto. Concedeteci le nostre idiosincrasie. Concedeteci il nostro comportamento difficile, comportamento odioso, qualunque esso sia. Non è facile essere stabili. E se c’è qualcuno che è stabile, avrà un potere immenso, una forza con cui lottare

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Mirko Tommasi

Mirko Tommasi

Classe 1975, storico dello Spettacolo e saggista, collabora abitualmente con il Centro Audiovisivi di Verona. É appassionato di cinema nordamericano e cura una guida online ai film che porta il suo nome.

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