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Massimo Giletti: “Il pregiudizio su di me è evidente, non appartengo a nessuno”

Massimo Giletti, noto conduttore televisivo italiano, ha recentemente discusso della sua nuova avventura su Rai3 con il programma “Lo stato delle cose“. Le sue dichiarazioni rivelano un quadro complesso, non solo riguardo gli ascolti e le critiche ricevute, ma anche sulla sua vita personale e professionale. L’intervista scandaglia questioni di ostilità percepita da parte dei colleghi e il significato della sua libertà artistica e intellettuale.

Il ritorno di Giletti su Rai3 e i primi ascolti

La rivisitazione di Massimo Giletti nel panorama televisivo italiano segna un importante ritorno su Rai3, dopo un’assenza di sette anni. Il programma, intitolato “Lo stato delle cose“, ha esordito con un ascolto che, secondo le valutazioni del sindacato Usigrai, è stato considerato deludente, toccando il 5,40%. Giletti, tuttavia, non condivide questa opinione e si dice soddisfatto dei risultati raggiunti.

Massimo Giletti: “Il pregiudizio su di me è evidente, non appartengo a nessuno”

Durante l’intervista, Giletti spiega che i numeri non sono l’unico parametro di valutazione per un programma, sottolineando che il contesto e il tempo sono componenti altrettanto cruciali per conquistare l’affetto del pubblico. Ricorda l’esperienza di altri noti programmi, come “Propaganda Live” e “Otto e mezzo”, che avevano inizialmente registrato risultati inferiori. Giletti afferma che ogni nuovo inizio richiede pazienza e una certa dose di iniziale difficoltà prima di costruire una vera stabilità.

Il conduttore ammette di aver investito nella parte emotiva del suo ritorno, richiamando non solo il supporto del pubblico ma anche una spinta collettiva per dare un nuovo slancio alla rete. “Ci vuole tempo per ritrovare il proprio posto”, aggiunge, suggerendo che la nostalgia di un programma di successo non possa essere immediatamente soddisfatta.

Critiche e pregiudizi: il peso della libertà personale

Giletti ha sempre professato la sua indipendenza dai circoli di potere nel mondo della televisione, dichiarando: “Pago il fatto di non appartenere a nessuno”. Questa affermazione riflette una lunga carriera in cui ha scelto di mantenere una posizione neutra rispetto al sistema politico, il che, secondo lui, lo espone a un certo grado di pregiudizio. Le critiche nei suoi confronti sembrano giungere più dall’appartenenza a un contesto di appartenenza, piuttosto che dal merito del suo lavoro stesso.

La percezione di ostilità nei suoi confronti è amplificata dalla rivalità con i suoi contemporanei. In un contesto di tensioni professionali, Giletti si è trovato a vivere esperienze di isolamento, come quando è finito sotto scorta per una sua inchiesta. Ha riconosciuto il supporto di alcuni colleghi, tra cui Michele Santoro e Francesca Fagnani, che hanno compreso la sua situazione e si sono espressi in sua difesa.

L’atteggiamento che ha scelto di adottare di fronte a queste difficoltà è pragmatico: non intende farsi condizionare dai commenti esterni e si concentra esclusivamente sulla produzione di programmi di qualità.

La solitudine e l’evoluzione personale di Giletti

L’intervista affronta anche il tema della solitudine che Giletti ha sperimentato negli ultimi anni. Il conduttore sta attraversando una fase della vita in cui riflette sulla propria esistenza e cerca nuove motivazioni. “La solitudine mi ha cambiato molto”, confessa, esprimendo un desiderio di connessione e nuove esperienze sia a livello personale che professionale.

Pur avendo storicamente mantenuto il suo privato lontano dalle luci della ribalta, Giletti sembra ora aperto a esplorare aspetti della sua vita personale, rivelando che la sua attuale situazione lo spinge a ricercare una nuova forma di interazione. “A me piace parlare con le donne e non delle donne”, afferma, sottolineando la sua propensione a voler mantenere uno spazio di riservatezza, mentre si confronta con le sfide di una vita evolutiva.

Questo cambiamento di prospettiva si intreccia con la sua carriera, dove il sogno di Giletti è quello di affrontare nuove sfide con senso di responsabilità e creatività. A 62 anni, ritiene che la sua esperienza e saggezza possano contribuire a nuovi progetti di successo.

Guardando al futuro: le sfide professionali di Giletti

Massimo Giletti si è dimostrato fiducioso riguardo il suo percorso futuro in televisione. Malgrado le sfide iniziali e le critiche ricevute, per il conduttore rimane centrale l’idea di continuare a produrre contenuti significativi attraverso il suo programma. Dichiarando che ha rifiutato opportunità più facili in altre reti, Giletti ribadisce la sua intenzione di investire a lungo termine nella sua nuova avventura su Rai3.

Il suo approccio è quello di una continua ricerca della verità e della narrazione autentica, come dimostra il confronto con la politica italiana e le figure contemporanee che ospita. Giletti è ben consapevole che il panorama mediatico richiede una certa capacità di adattamento e una visione chiara, soprattutto in un momento in cui il panorama politico è in rapido cambiamento.

“Il mio sogno è costruire una nuova sfida”, conclude Giletti, rivelando la sua determinazione non solo di sopravvivere, ma di prosperare nella sua professione, mossa dalla passione per la comunicazione e dal desiderio di rimanere fedele a se stesso.

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