Dal 7 al 9 ottobre 2023, il film cult “Shining“, diretto da Stanley Kubrick, sarà nuovamente visibile nelle sale cinematografiche con una versione rimasterizzata. Considerato un pilastro del genere horror e accolto con entusiasmo dalla critica e dal pubblico, il lungometraggio si basa sul romanzo di Stephen King del 1977. Questo articolo esplora la trama, il significato profondo del film e il leggendario cast che ne ha segnato la storia.
La trama di Shining: un viaggio nell’orrore psicologico
“Shining” narra la storia di Jack Torrance, interpretato da Jack Nicholson, uno scrittore e ex alcolista che accetta un impiego come custode dell’Overlook Hotel in alta montagna. La scelta di Jack di trascorrere l’inverno nell’hotel, insieme alla moglie Wendy e al figlio di sei anni Danny, sembra una ricerca di ispirazione e una possibilità di riscatto economico. Tuttavia, l’isolamento e le avverse condizioni meteorologiche innescano un drammatico deterioramento della sua psiche.
L’albergo, nonostante la sua bellezza architettonica, è avvolto da un’aura inquietante, complicata dalla presenza di forze oscure. Col passare dei giorni, Jack inizia a subire una progressiva discesa verso la follia, portando a una spirale di violenza e terrori interiori. Danny, il figlio, possiede un potere speciale noto come “luccicanza“, che gli consente di percepire eventi soprannaturali e riscattarsi dall’incubo che avvolge la famiglia.
Le immagini iconiche del film, come le famose gemelle in persiane blu e l’ascensore stracolmo di sangue, sono cariche di simbolismo e inquietudine. Queste sequenze forniscono indizi a spettatori e critici, suggerendo che la psiche di Jack stia crollando a causa di forze malefiche che risiedono non soltanto nell’hotel, ma anche dentro di lui.
Il significato di Shining: teorie e interpretazioni
Il film ha generato numerose teorie riguardanti il suo significato, specialmente in merito alla tortuosa evoluzione del personaggio di Jack Torrance. Le speculazioni si intrecciano con le immagini simboliche e i rinvii storici, creando un ampio campo di analisi per studiosi e appassionati.
Una delle scene che ha suscitato maggiore curiosità è quella in cui una cascata di sangue esce dall’ascensore. Secondo alcune interpretazioni, questa macabra rappresentazione simboleggerebbe le conseguenze di un genocidio: l’Overlook Hotel sarebbe stato costruito su un antico cimitero indiano. In un’analisi proposta nel documentario “Room 237“, si menziona la possibilità che Kubrick volesse alludere anche alla tragedia dell’Olocausto, suggerendo connessioni attraverso dettagli come il marchio Adler sulla macchina da scrivere di Jack, richiamando simbolicamente il regime nazista.
Altri elementi visivi, come la presenza di Jack in una fotografia risalente al 1921, pongono interrogativi sull’identità e la reincarnazione. La figura di Delbert Grady, custode precedentemente protagonista di schianti terribili, solleva ulteriori interrogativi sulla suggestione di un destino ineluttabile che segna la vita di Jack.
La psicologia dell’orrore: violenza invisibile in Shining
“Shining” si distingue per la sua rappresentazione dell’orrore non attraverso la violenza materiale, ma attraverso le inquietudini interiori dei protagonisti. Kubrick dimostra di sapere come il trauma e la psicosi possano manifestarsi in modi agghiaccianti, anche senza mostrare materiali espliciti.
Il vero terrore del film risiede nella fragilità psicologica di Jack, che si trasforma da un individuo vulnerabile a un monstrozio, minacciando l’incolumità di sua moglie e di suo figlio. La narrazione sfida la concezione tradizionale dell’horror, suggerendo che la vera paura non proviene dai fantasmi esteriori, ma dalle demoniache presenze interiori di ciascun personaggio.
La ricchezza di questi approfondimenti ha portato “Shining” a essere esaminato in una varietà di contesti, spingendo i critici a riflettere sulla ripetizione ciclica di traumi, maltrattamenti e la capacità di questi di trasmettersi di generazione in generazione.
Le opinioni di Stephen King e il cast straordinario
Stephen King ha spesso espresso opinioni contrastanti sul film di Kubrick, riconoscendo il talento di Nicholson, ma sollevando preoccupazioni riguardo alla caratterizzazione di Jack Torrance. Secondo King, il suo personaggio nel romanzo possiede sfumature psicologiche molto più profonde, risultando più complesso e comprensibile rispetto a quello mostrato sullo schermo, che appare pressoché un’emanazione della pura follia.
Il cast di “Shining” è rimasto nella storia del cinema. Jack Nicholson ha cementato il suo status di attore iconico grazie a una performance così intensa e inquietante che è diventata parte dell’immaginario collettivo. Shelley Duvall, che ha interpretato Wendy, ha condiviso le sfide emotive e fisiche affrontate sul set, poiché la sua interpretazione ha richiesto un impegno atto a rendere autentica la disperazione e la paura.
Anche Danny Lloyd, giovane attore all’epoca, ha preso strade diverse dopo “Shining“, diventando un rispettato professore di biologia. La sua presenza nel recente sequel “Doctor Sleep“, basato sul seguito del romanzo di King, è stata accolta con grande interesse dai fan del cult originale.
“Shining continua a vivere nel cuore e nella mente di chi ama il cinema, riproponendo una lettura senza tempo sugli oscuri recessi dell’animo umano e sulle conseguenze dell’isolamento.” La versione rimasterizzata ne riscopre la potenza visiva, invitando le nuove generazioni a esplorare una delle storie più affascinanti del genere horror.