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«Brooklyn Story» di Woody Allen fa il suo esordio a Budapest tra arte e famiglia di gangster

Woody Allen ha portato la sua nuova commedia, «Brooklyn Story», sul palcoscenico di Budapest, segnando il debutto di un’opera scritta nel controverso periodo della pandemia. La pièce, che racconta la storia di un gangster e della sua famiglia coinvolti in una complessa negoziazione riguardante un dipinto di Raffaello rubato, ha immediatamente attirato l’attenzione del pubblico ungherese. Presentata in un teatro gremito, la commedia non solo intrattiene, ma propone spunti di riflessione sul potere dell’arte e le sue implicazioni etiche. Allen, che ha vissuto in Ungheria durante la realizzazione dell’opera, si è rivolto al pubblico attraverso un videomessaggio, aggiungendo un tocco personale a una prima che segna un nuovo capitolo della sua carriera.

La trama di brooklyn story

«Brooklyn Story» si snoda attorno alla vita di un gangster che si ritrova al centro di una situazione delicata: la famiglia è in possesso di un capolavoro di Raffaello, rubato, e si trova a dover affrontare diverse forze, tra cui altri boss e la polizia, per negoziare la sua vendita. Questa premise getta le basi per un racconto che mescola elementi di commedia e dramma, esplorando dinamiche familiari e morali. La rappresentazione del dipinto, la Madonna del Cardellino, sullo sfondo di una strada di New York, non è casuale; essa simboleggia la tensione tra il valore artistico e la criminalità, un tema ricorrente nella narrativa di Allen.

«Brooklyn Story» di Woody Allen fa il suo esordio a Budapest tra arte e famiglia di gangster

Come emerso dai primi resoconti, la commedia si propone di interrogarsi se l’arte possa realmente avere il potere di trasformare le persone e migliorare le loro vite. Attraverso un mix di dialoghi vivaci e situazioni surreali, Allen sembra voler trasmettere un messaggio profondo sull’umano desiderio di bellezza e redenzione. L’ambientazione, che spazia tra il mondo dell’underground newyorkese e il contesto culturale europeo, promette di coinvolgere il pubblico e invitarlo a riflettere su questioni più ampie.

Il messaggio di woody allen

In apertura della prima, Woody Allen ha condiviso un videomessaggio con il pubblico, nonostante le recenti polemiche che lo circondano negli Stati Uniti. Accusato dalla figlia adottiva Dylan di molestie durante la sua infanzia, Allen ha trovato modo di sottolineare l’importanza dell’arte e della creatività, anche nei momenti di difficoltà personale. Questo aspetto mette in evidenza come l’artista continui a cercare di esprimere se stesso e la sua visione del mondo, nonostante le critiche e le controversie che lo accompagnano.

Durante il suo intervento, il regista ha anche ricordato i legami che lo uniscono a Budapest, città che ha rappresentato una tappa significativa della sua carriera. Allen ha girato «Amore e Guerra» lì nel 1975, e ha comunicato il suo desiderio di tornare in Ungheria per realizzare un nuovo film. Le sue parole rinforzano l’idea che, nonostante l’avanzare dell’età e le sfide affrontate, il suo spirito creativo rimane indomito.

Un percorso teatrale consolidato

Negli ultimi anni, Woody Allen ha dedicato sempre più tempo al teatro, un campo nel quale ha trovato nuova espressione artistica. Prima di «Brooklyn Story», nel 2019 ha portato in scena un’opera al Teatro alla Scala di Milano, e cinque anni prima ha presentato la versione musicale di «Pallottole su Broadway» a New York. La volontà di esplorare forme diverse di espressione artistica è evidente, e la nuova commedia segna il suo primo lavoro teatrale completo dal 2004 con «A Second Hand Memory».

In un contesto in cui la produzione cinematografica è stata limitata a causa delle restrizioni globali imposte dalla pandemia, Allen ha scelto di concentrare la sua creatività nel teatro, mostrando flessibilità e adattamento. Si è dedicato a raccontare storie che riflettono la complessità delle relazioni umane, intrattenendo e, al contempo, stimolando la riflessione del pubblico su temi attuali e universali. Con «Brooklyn Story», Allen ha dimostrato che il suo talento nel narrare storie continua a fiorire, anche sotto le sfide più pressanti.

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