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Disboscamento a Portonovo: un set cinematografico al posto di un boschetto di lecci

Le Terrazze di Portonovo, nota meta turistica dell’Anconetano, sono state recentemente teatro di un controverso intervento che ha spostato le polemiche sul confine tra esigenze cinematografiche e tutela ambientale. La preparazione per le riprese del film “Il Maestro”, diretto da Andrea Di Stefano e con protagonista Pierfrancesco Favino, ha comportato la rimozione di un boschetto di 23 lecci, suscitando un acceso dibattito tra opinione pubblica e istituzioni. La produzione ha ottenuto le necessarie autorizzazioni, ma la reazione della comunità locale è stata di forte dissenso, evidenziando le preoccupazioni riguardanti l’impatto ecologico dell’operazione.

La materia prima per il set: l’abbattimento dei lecci

A metà ottobre, gli scatti di preparazione per le riprese di “Il Maestro” hanno rivelato non solo l’arrivo di un campo da tennis temporaneo sul lungomare, ma anche le conseguenze del disboscamento che ha interessato un’area di rilevante valore paesaggistico. L’operazione ha visto la rimozione di alberi storici, suscitando indignazione tra i cittadini affezionati alla natura di Portonovo. Secondo quanto dichiarato dai responsabili del progetto, “gli alberi abbattuti erano in cattive condizioni, considerati secchi e morenti”, e la produzione ha assicurato che gli arbusti rimossi verranno ripiantati in un piano di riqualificazione della zona.

Disboscamento a Portonovo: un set cinematografico al posto di un boschetto di lecci

Tuttavia, le giustificazioni fornite dall’Ente Parco del Conero non sono state sufficienti a placare il malcontento. Gli esperti dichiarano che il bosco era un importante ecosistema, e gli attivisti ambientalisti temono che la rimozione degli alberi avrà conseguenze negative per la biodiversità locale. Anche i membri dell’opposizione in consiglio comunale, come i consiglieri di Azione e del Partito Democratico, hanno definito il disboscamento come un “atto grave e ingiustificato”, sottolineando i rischi che corre l’ecosistema delicato dell’area.

Il confronto tra istituzioni e cittadini

Il dibattito riguardo al piano di disboscamento evidenzia un significante contrasto tra le azioni intraprese dalle autorità locali e le richieste della cittadinanza. Molti residenti esprimono preoccupazione per il futuro del loro habitat, percependo il taglio degli alberi come un ennesimo sfregio al patrimonio naturalistico di Portonovo. I consiglieri di opposizione non si sono limitati a condannare l’operazione, ma hanno anche messo in discussione la trasparenza dei processi decisionali che hanno condotto all’approvazione dei permessi.

Il 7 ottobre, i Carabinieri Forestali hanno utilizzato un drone per documentare visivamente la situazione, registrando 250 immagini dell’area di Portonovo. Questo passo è stato intrapreso per verificare eventuali violazioni delle normative paesaggistiche in seguito ai lavori, raccogliendo prove per un eventuale intervento legale. Marina Verdenelli di Anconatoday ha rivelato che gli accertamenti sono ancora in corso e che le informazioni raccolte verranno successivamente presentate alla Procura per esaminare la legalità delle autorizzazioni rilasciate.

Provvedimenti futuri e impatti ecologici

La situazione a Portonovo ha attirato l’attenzione delle autorità competenti e ha sollevato interrogativi sul bilanciamento tra sviluppo cinematografico e tutela ambientale. Attualmente non è stato aperto alcun fascicolo, ma la magistratura è attesa a prendere decisioni basate sui risultati delle indagini in corso. Diverse irregolarità potrebbero emergere dall’analisi dei permessi rilasciati, e la comunità guarda con apprensione allo sviluppo della vicenda.

Gli ultimi eventi mettono in evidenza la necessità di una maggiore sinergia fra le istituzioni locali e i cittadini per garantire una gestione sostenibile delle risorse naturali. La questione solleva anche interrogativi sulle politiche di conservazione che devono considerare non solo le esigenze economiche, ma anche la salvaguardia del patrimonio ambientale. Resta da vedere come si evolverà la questione e quali misure verranno adottate per mitigare l’impatto di interventi simili in futuro, mantenendo un equilibrio tra cultura, economia e responsabilità ecologica.

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