Una storia d’amore futuristica in mano a due interpreti d’eccezione: Joaquin Phoenix e Scarlett Johansson
Regia: Spike Jonze – Cast: Joaquin Phoenix, Scarlett Johansson, Olivia Wilde, Rooney Mara, Amy Adams, Chris Pratt, Sam Jaeger, Portia Doubleday, Matt Letscher, Samantha Morton – Genere: Commedia, colore, 109 minuti – Produzione: USA, 2013.
Ha girato solo tre pellicole prima di questa e nessuna è stata una storia convenzionale. Dopo “Essere John Malkovich” (1999), “Il ladro di orchidee” (2002) e “Nel paese delle creature selvagge” (2009), Spike Jonze osa più che mai con “Her”.
Quella scritta dal regista e sceneggiatore statunitense è infatti la storia d’amore tra Theodore (Joaquin Phoenix) e un sistema operativo molto avanzato, capace di ricreare le emozioni di un essere umano. Ci troviamo negli States, in un futuro non troppo lontano in cui le persone hanno sempre un auricolare nell’orecchio che li collega alla tecnologia più diffusa: quella di un sistema che risponde a dei comandi vocali e gestisce la posta elettronica, fa ricerche online, attiva o disattiva i programmi, tiene l’agenda, ecc.
Theodore sta divorziando da Catherine (Rooney Mara), compagna di una vita, che conosce sin dall’infanzia; e si guadagna da vivere scrivendo lettere poetiche e toccanti per conto di altre persone.
Quando viene rilasciato il nuovo OS1, che promette di essere un sistema intuitivo, in grado di ascoltare, comprendere e conoscere l’utente, Theodore ne acquista subito uno, probabilmente per combattere la solitudine che lo circonda ormai da un anno. Installa Samantha, un’intelligenza artificiale che va ben oltre la sua immaginazione: la voce che gli parla ha tutte le caratteristiche di un essere umano. È divertente, perspicace, affettuosa, empatica: Theodore ne è totalmente affascinato. Inizialmente prova curiosità per lei, poi una sincera amicizia che sfocia velocemente in amore.
Fin dal primo momento, “Her” sa catalizzare l’attenzione del pubblico. L’ambientazione che Jonze ha scelto è difatti un futuro prossimo, affatto difficile da immaginare, che fa sorridere ma tremare al contempo. Se la tecnologia ci permette sempre più di organizzare meglio la nostra vita, semplificare e velocizzare moltissime azioni, dall’altra, però, ci sta spingendo a diventare individui soli, lontani l’uno dall’altro. È agghiacciante eppure comprensibile che in questo mondo di uomini solitari, l’amore vada trovato in ciò che ci è più vicino, un computer.
Certo, non un computer qualunque. Samantha ha una personalità completa, è curiosa, le piace apprendere, imparare, prova la rabbia, la gioia, il piacere, la gelosia; inizialmente è legata a Theodore, ma, pian piano, diventa sempre più indipendente e autonoma. Non ha un corpo, ma possiede la voce, sensuale e sfaccettata, di Scarlett Johansson, che dimostra più che mai in “Her” il suo incredibile talento, dal momento che questa volta fa breccia sull’audience utilizzando soltanto le sue corde vocali, senza mai apparire sullo schermo.
Anche Joaquin Phoenix, solo davanti alla telecamera per la maggior parte del tempo, si conferma un interprete straordinario, capace di portare sulle proprie spalle un’intera pellicola.
Insieme danno un’anima al film e, sebbene il rapporto tra Samantha e Theodore sia atipico, i due riescono a mantenere alto il realismo, restando sempre credibili.
Spike Jonez decide di non prendere una posizione sulla storia che propone. Non ci dice se sia giusto o meno che un uomo si innamori di una macchina, lascia a noi il compito di tirare le somme. Una scelta intelligente, anche se poco coraggiosa rispetto al resto del film. “Her” lancia il sasso e ritira la mano; introduce tante riflessioni possibili, ma poi lascia troppi punti interrogativi da sciogliere.
Se la prima parte rasenta la perfezione, la seconda metà perde un po’ il ritmo, si dilunga e si ripete. In ogni caso, queste piccole pecche non riescono a rovinare una pellicola che non può passare in osservata grazie a un soggetto originale, un’ottima regia e due interpretazioni magistrali.
Corinna Spirito