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Ladri di cadaveri – Burke & Hare – Recensione

Dopo dieci anni di assenza dal grande schermo, John Landis torna alla regia cinematografica con una pellicola che rispecchia appieno il suo stile, per la gioia non solo degli appassionati

(Burke & Hare) Regia: John Landis – Cast: Andy Serkis, Simon Pegg, Isla Fisher, Jessica Hynes, Tom Wilkinson – Genere: Commedia noir, colore, 91 minuti – Produzione: Gran Bretagna, 2010 – Distribuzione: Archibald Enterterprise Film – Data di uscita: 25 febbraio 2011.

ladridicadaveri“Burke & Hare” è una commedia noir molto divertente, che propone, certo con qualche libertà, una storia vera. Ancor oggi a Edimburgo i turisti possono ripercorrere i luoghi in cui sono stati commessi gli omicidi. La coppia infatti, per sbarcare il lunario, aveva trovato una fonte di reddito decisamente inusuale: procuravano cadaveri ad un eminente medico, che li sezionava per i suoi studi, e diciamo che se la fortuna non era dalla loro, magari facendo morire d’infarto un loro inquilino, si adoperavano personalmente per favorire il businnes.

Landis tratta le vicende senza negare l’evidenza dei fatti, ma fa si che lo spettatore simpatizzi con i due assassini, in questo modo ciò che potrebbe essere trattato come un horror sanguinolento diventa commedia, per certi versi velata di un certo romanticismo. La bellezza di un film è sempre data dalla commistione di varie professionalità, in questo caso è stata determinante la scelta dei protagonisti: Andy Serkis e Simon Pegg vestono in maniera egregia, rispettivamente, i panni di William Hare e William Burke; possiamo definirli una vera e propria coppia cinematografica, tanto sono in sintonia.

Il film è girato quasi completamente in esterno, a Edimburgo, fin dentro il cortile del castello, e inalcune zone di Londra, le cui costruzioni, immutate nel tempo, si prestavano magnificamente al caso, rendendo il girato molto naturale. In postproduzione l’uso delle correzioni digitali è stato minimo, finalizzato quasi esclusivamente a eliminare, quando non è stato possibile farlo durante le riprese, i segni della modernità. Landis, che in questi anni di assenza non è stato a riposo, ma più che attivo in altri fronti, quello televisivo e quello dei docufilm, tanto per citarne alcuni, dimostra di non aver perso smalto, lo spirito solare trasgressivo è immutato.

Il film, oltre che essere bello e divertente, è proprio ben fatto, un esempio di come per realizzare un buon prodotto non occorrano grossi budget, quanto invece un grande talento e tanto spirito di iniziativa. Il regista è un vero artigiano, si affida alla tecnologia solo quando necessario, realizzando tanti effetti con semplici metodi manuali, peraltro a costi ridicoli, e con un uso dellamacchina da presa studiato fin nel minimo dettaglio.

Landis ci ricorda che esiste altro oltre il boxoffice, e che un film ben fatto è un’opera d’arte oggettivamente, a prescindere da chi la guarda, un mezzo per veicolare la bellezza.

Maria Grazia Bosu

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