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Paolo Sorrentino racconta la sua visione del cinema e del nuovo film Parthenope

Paolo Sorrentino, uno dei cineasti italiani più acclamati, è stato recentemente ospite del programma “Che Tempo Che Fa” condotto da Fabio Fazio. Durante l’intervista, il regista ha condiviso pensieri profondi sulla bellezza del tempo che passa e sulla sua carriera, discutendo della sua opera più recente, Parthenope. Con toni riflessivi, Sorrentino ha anche affrontato la questione dei suoi film politici e il loro impatto duraturo, in un contesto sociale che sembra aver dimenticato alcuni di essi.

La carriera di Paolo Sorrentino e il teatro politico

Paolo Sorrentino ha aperto il suo intervento rivelando come il suo lavoro cinematografico non si sia limitato a pure opere d’intrattenimento, ma abbia anche abbracciato tematiche fortemente politiche. I suoi film, come Il Divo e LORO, azzardati nel loro approccio, hanno suscitato reazioni contrastanti. Critici e pubblico infatti sono stati sfidati a riflettere sulla figura di Silvio Berlusconi e sulla politica italiana contemporanea, un tema che, nonostante sia tornato al centro del dibattito sociale, sembra essere stato parzialmente messo da parte. Sebbene Sorrentino non si sia voluto soffermare sulla recente “riscoperta” social di LORO, le sue dichiarazioni lasciano intravedere un allusivo riconoscimento dell’impatto dei suoi film e delle conseguenze che questi possono aver avuto sulla società.

Paolo Sorrentino racconta la sua visione del cinema e del nuovo film Parthenope

I riferimenti a queste opere politiche, pur mantenendo una certa discrezione, chiudono il cerchio su un regista che ha saputo parlare alla coscienza collettiva con un linguaggio visivo potente e provocatorio. I racconti di politica si mescolano alle autobiografie personali, suggerendo che in ogni azione e in ogni scelta cinematografica si trova una riflessione su ciò che significa essere umani in un contesto di continua trasformazione sociale.

Parthenope: il nuovo film di Sorrentino

L’intervista ha dato ampio spazio alla presentazione di Parthenope, il nuovo lavoro di Sorrentino in uscita il 24 ottobre. Il film esplora il tema innegabile del passare del tempo, e il regista lo descrive come un’opera che invita a lasciar andare le nostalgie e i rimpianti per guardare al futuro con stupore. La protagonista, interpretata da Celeste Dalla Porta, affronta i ricordi della sua vita ad un’età matura, riflettendo su ciò che costituisce i momenti decisivi della sua esistenza.

Sorrentino ha chiarito che il concetto di “sacro” presente nel film si riferisce a quegli eventi che rimangono impressi nella memoria e che ogni persona custodisce gelosamente. Tempestati di rimpianti e amori perduti, i ricordi di questa donna rappresentano una terra comune di esperienze condivise da tutti. La presenza di temi critici come l’erotismo e la seduzione aggiunge ulteriore profondità alla narrazione, rendendo visibile il potere seduttivo del cinema come forma d’arte. Le immagini sullo schermo non sono solo racconti; sono una celebrazione della vita e delle sue complicate sfaccettature.

Il cinema oggi: riflessioni di un maestro

Sorrentino non ha mancato di discutere anche lo stato attuale del cinema, affermando che, nonostante le nuove modalità di fruizione, questo medium mantiene inalterato il suo potere emotivo. Il cinema, secondo Sorrentino, è incredibilmente capace di evocare emozioni forti e di esercitare una certa influenza, che molte altre forme artistiche faticano a raggiungere. L’esperienza cinematografica, pur essendo spesso vissuta in solitudine, è in grado di connettere profondamente lo spettatore al racconto.

In un passaggio più leggero, Sorrentino ha parlato del suo amore per il calcio, una passione che ha permeato varie opere della sua filmografia. La presenza di figure iconiche del mondo del calcio nel programma, come Pep Guardiola e Roberto Baggio, ha offerto a Fazio l’opportunità di interrogarlo. La risposta di Sorrentino non si è fatta attendere: per lui, Baggio rappresenta il “vice Maradona”, rimarcando il modo in cui il calcio e il cinema si intrecciano nella sua vita personale e professionale, ovviamente con il giusto tono popolare e affettuoso, come solo un maestro del cinema sa fare.

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