Amadeus, uno dei volti più noti della televisione italiana, ha recentemente condiviso le sue riflessioni e le sue esperienze in un’intervista a RTL 102.5. Con un passato di successi alla Rai, il conduttore ha accettato una nuova sfida professionale con Warner Bros. Discovery, portando con sé il peso di un’importante carriera e le aspettative del pubblico. Questo passaggio, preannunciato come un’evoluzione della sua vita lavorativa, non è privo di decisioni ponderate e scelte strategiche che fanno capire il suo approccio professionale.
Il passaggio da Rai a Discovery: una scelta ponderata
Amadeus ha chiarito in più occasioni che il suo passaggio da Rai a Warner Bros. Discovery non è stato influenzato da motivazioni economiche. Durante l’intervista, ha affermato che le offerte ricevute da entrambe le emittenti erano di pari valore sia in termini economici che di durata contrattuale. “Non sono Cristiano Ronaldo che va in Arabia”, ha dichiarato, sottolineando che le decisioni non si basano solamente su aspetti finanziari, ma anche su considerazioni personali e professionali.
La proposta di Discovery è arrivata immediatamente dopo il Festival di Sanremo di quest’anno, un evento che ha segnato il culmine di cinque anni in cui Amadeus ha ricoperto il ruolo di conduttore e direttore artistico. Con un contratto con la Rai in scadenza il 31 agosto, il tempo per riflettere era ridotto, e Amadeus ha rivelato quanto sia stato cruciale il periodo di marzo-aprile per lui. La sua decisione è stata frutto di una riflessione lunga e articolata, che ha testimoniato la sua natura pragmatica e il desiderio di non ripetere esperienze già vissute.
La sfida del NOVE e l’adozione del nuovo format
Le prime settimane di programmazione su NOVE non sono state semplici per l’ex conduttore di Soliti Ignoti. Amadeus ha candidamente affrontato il tema degli ascolti, ammettendo che non si aspettava un risultato esplosivo: “Spero di ripartire dal 3%”, ha affermato, rivelando la consapevolezza riguardo l’inevitabile adattamento del pubblico a un nuovo format. “Non sono un pifferaio magico, non funziona così”, ha precisato, evidenziando come ci voglia tempo per conquistare gli spettatori e per fare sì che un programma si affermi in un ambiente così competitivo.
Alla base di questa consapevolezza, c’è la volontà di erigere un canale ambizioso e di intraprendere un percorso di crescita. Amadeus ha sottolineato che il NOVE sta cercando di diventare un canale generalista, un obiettivo che necessita di pazienza e della capacità di attrarre un pubblico diverso rispetto a quello di Rai. In questo contesto, il conduttore è ben consapevole delle sfide che lo attendono e dell’impegno richiesto per portare avanti quest’impresa.
La Corrida: un triplo salto mortale televisivo
Guardando al futuro, Amadeus ha parlato della sua prossima avventura: la nuova edizione de La Corrida, che debutterà il 4 novembre al NOVE. Un programma che ha radici profonde nella storia della televisione italiana e che il conduttore desidera riportare alla ribalta con un approccio fresco e innovativo. Non solo in termini di contenuti, ma anche attraverso nuove modalità di fruizione.
Amadeus ha proposto di trasmettere il programma anche in radio su RTL 102.5, un gesto che rompe la tradizionale barriera tra i diversi media e riporta alla mente i suoi esordi con Corrado. “Portarlo sul NOVE è un triplo salto mortale”, ha commentato, evidenziando l’audacia della scelta e la sua intenzione di dare nuovo slancio a un format iconico che ha accompagnato generazioni di telespettatori.
Il conduttore ha già espresso l’obiettivo di rendere La Corrida un evento di intrattenimento che possa attrarre un ampio pubblico, mantenendo al contempo viva la tradizione. Con oltre tre anni di riflessioni su questo progetto, Amadeus è pronto a sfidare le convenzioni e a lanciarsi in questa nuova avventura. Le aspettative sono alte, ma la sua determinazione sembra promettere una nuova era per un programma che ha affascinato e divertito gli italiani nel corso di decenni.