La compositrice romana Silvia Colasanti presenta un’opera che incarna le sfide e le speranze della migrazione moderna. Ispirata a testi di Erri De Luca, “L’ultimo viaggio di Sindbad” si propone come un profondo viaggio emotivo e musicale che si svolgerà dal 16 al 23 ottobre al Teatro Nazionale di Roma. Questa prima esecuzione in collaborazione con Romaeuropa è solo l’inizio di un progetto triennale dedicato alla musica contemporanea femminile, che vedrà susseguirsi opere di autrici di grande rinomanza.
Una sinfonia di suoni e culture
L’opera si presenta come un affascinante intreccio di suoni e influenze che sfidano il tempo e lo spazio. L’utilizzo di strumenti barocchi, come arpe e chalumeau, non solo arricchisce l’esperienza musicale, ma fa anche da ponte tra il mondo antico e le problematiche attuali. La trama si sviluppa attorno a Sindbad, un capitano intriso di storie e di culmine di esperienze umane. La compositrice Colasanti ha detto che il concerto sarà accompagnato anche da riferimenti alla tradizione musicale popolare, che contribuiscono a creare un’atmosfera ricca e complessa. La fusione tra linguaggi musicali diversi suggerisce un altrove, evocando l’Oriente delle Mille e una Notte; un luogo pieno di sogni e meraviglie, ma anche di realismo e drammi.
La presenza di strumenti tradizionali e la contaminazione con elementi moderni permettono agli spettatori di esplorare i temi della migrazione e della speranza. Attraverso questa melodia del mare, Sindbad si erge a custode di storie innestate nella drammaturgia dell’esistenza umana, proponendo una riflessione sui nostri giorni.
Una drammaturgia ricca di significato
Nel corso dell’opera, il coro riveste un ruolo fondamentale, fungendo da narrazione collettiva delle sfide contemporanee. Colasanti ha spiegato che il coro non è solo il sfondo, ma il vero protagonista nel racconto del viaggio intrapreso dal capitano. Ogni membro del coro rappresenta un volto della migrazione, simboleggiando le aspirazioni e le lotte di chi fugge in cerca di un futuro migliore.
La drammaturgia sviluppa una molteplicità di quadri narrativi, simili a “stazioni di una laica via crucis marittima“, per omaggiare le gesta di eroi antichi come Ulisse e Dante. Questa costruzione narrativa si intreccia con la realtà moderna, sottolineando come le storie di oggi possano essere comprese attraverso le narrazioni del passato. L’idea di raccontare, in questo contesto, diventa un atto essenziale per dilatare il tempo e restituire significato a eventi tragici e di speranza.
Nel naufragio di Sindbad, le storie emergono come fenditure di luce nell’oscurità, rivelando l’essenza umana e la necessità di connettersi attraverso il racconto condiviso.
Il ruolo di Roberto Frontali e la scenicità dell’opera
Roberto Frontali, celebre per il suo interpretazione nel ruolo di “Rigoletto”, darà vita al capitano Sindbad. La sua esperienza e sensibilità artistica sono parte fondamentale dell’opera, rendendo viva la musica contemporanea a cui si è avvicinato con rispetto e curiosità. Colasanti lo definisce un artista d’eccezione, capace di infondere umanità e professionalità nella sua interpretazione. Il percorso di Frontali nella musica contemporanea rappresenta un’importante fusione tra tradizione e innovazione, aprendo la strada a nuove forme espressive.
La regia di Luca Micheletti aggiunge ulteriore profondità alla messa in scena, creando uno spazio scenico che richiama una barca arrugginita ma affascinante. I costumi, con elementi contemporanei come maglie e scarpe da ginnastica, raccontano l’attualità dei temi trattati, mentre turbanti e altri accessori evocano l’immaginario fiabesco delle storie di Sindbad.
Dettagli sulla prima esecuzione e l’impatto culturale
“L’ultimo viaggio di Sindbad” debutterà il 16 ottobre, con rappresentazioni fino al 23 ottobre al Teatro Nazionale di Roma, arricchendo il palinsesto culturale della città. Lo spettacolo avrà anche una diretta su Radio3 Rai, dimostrando l’importanza e la portata di questa nuova opera sul panorama musicale contemporaneo. La composizione di Colasanti è stata creata in un processo intenso e diretto, in cui l’arte è emersa da un lavoro rigoroso e di grande dedizione.
In qualità di recentemente nominata direttrice del Festival della Valle d’Itria, Colasanti intende portare avanti un progetto con una forte identità culturale, integrando tradizione e innovazione musicale. Con il debutto di “L’ultimo viaggio di Sindbad“, il pubblico avrà l’opportunità di immergersi in un’opera che sfida e ispira, rendendo omaggio alle esperienze dei migranti e alle storie che li accompagnano.