Marina Viotti, talentuosa mezzosoprano e figlia di noti direttori d’orchestra, scheda il suo viaggio da un luogo buio a una nuova vita, ricca di musica e speranza, in concomitanza con l’uscita del suo nuovo album, “Melankholia“. Quest’opera non solo segna un importante tassello nella sua carriera, ma rappresenta anche una testimonianza potente e intima della sua lotta contro il cancro. Le parole di Viotti si fanno portavoce di un messaggio ispiratore per chiunque stia combattendo contro malattie simili, rivelando come la musica possa fungere da terapia e da rinascita.
La lotta contro il cancro: una battaglia personale
All’età di 38 anni, Marina Viotti condivide la sua esperienza con il cancro che ha affrontato negli ultimi anni, un percorso che l’ha condotta a riflessioni profonde sulla vita e sulla malattia. La cantautrice rivela di aver lottato contro un linfoma di Hodgkin, scoperto dopo una serie di difficoltà mediche e malintesi con i dottori. «Era il 2019 quando mi sono accorta che qualcosa non andava. Ero stanca, avevo perso peso e non riuscivo a respirare correttamente», racconta Viotti. Nonostante i segnali preoccupanti, inizialmente i medici la rassicurarono, attribuendo i suoi sintomi ad ansia o allergie. È solo dopo un collasso durante una performance che emerge la verità.
A quel punto, la diagnosi dell’enorme tumore le stravolge la vita. Marina, preoccupata non solo per la sua salute, ma anche per la sua carriera, scelse inizialmente di mantenere segreta la malattia, esprimendo il timore di essere giudicata dai colleghi del mondo dell’opera. «Era difficile, mi sentivo sola, ma ho dovuto trovare il coraggio di parlare», afferma. La sua vulnerabilità si mescolava a una forza interiore, un desiderio di lottare che diventava fondamentale nel suo percorso di guarigione.
Una nuova consapevolezza attraverso la musica
Dopo aver superato otto cicli di chemioterapia, Marina Viotti trova nel suo nuovo album, “Melankholia“, un mezzo per esprimere e condividere la sua esperienza. Questo lavoro è una raccolta delle melodie che la hanno accompagnata durante i momenti più difficili della sua vita, risuonando con le sue emozioni e i ricordi legati al supporto della sua famiglia e alla perdita di suo padre. “La musica che ascoltavo mi ha dato pace”, spiega. Le tracce sono una fusione di generi che spaziano dal Rinascimento al rock contemporaneo, un viaggio sonoro che riflette la complessità dell’esperienza umana.
La cantautrice riconosce come questi suoni l’abbiano guidata nel buio, permettendo una connessione profonda con il pubblico. “Ho cercato di creare un ponte tra differenti epoche e stili, da John Dowland a Lana Del Rey, dimostrando che la musica può attraversare i confini e unire le persone”, aggiunge. La presentazione dell’album coincide con un concerto all’Ansaldo di Milano, un evento dedicato agli abbonati giovani di La Scala, dove Marina esprime il suo forte desiderio di ibridazione tra opere e canzoni, tra passato e presente.
Riscoprire la forza e la libertà nell’arte
Marina Viotti non si limita a raccontare la sua storia; utilizza la sua esperienza per promuovere un messaggio di speranza e resilienza. La sua lotta contro il cancro non ha solo cambiato la sua vita, ma ha profondamente influenzato la sua arte. «Adoro l’ibrido nell’arte», afferma. La cantante trova nei generi musicali come il metal un’espressione di libertà, rivisitando il proprio stile per dare nuova energia alla sua performance. La sua partecipazione alle Olimpiadi di Parigi ne è un potente esempio, dove ha interpretato Carmen in un contesto non convenzionale.
«Essere riconosciuta dal pubblico in queste nuove vesti era già una vittoria», racconta con entusiasmo. A dispetto dei segni lasciati dalla malattia, ha trovato nuova forza attraverso la creatività, unendo le esperienze personali e artistiche in un’unica narrazione. La sfida di vivere una vita piena dopo una diagnosi così seria è condivisa in modo aperto e vulnerabile, con l’intento di ispirare e supportare coloro che si trovano in situazioni simili.
Marina Viotti si lancia nella sua carriera con rinnovato vigore, avendo appuntamenti fino al 2029, e dimostrando che, nonostante le avversità, si può risorgere e continuare a brillare nel proprio campo. La sua storia è una celebrazione della vita e della capacità umana di reinventarsi, uno spiraglio di luce in un contesto spesso buio.