La Festa del Cinema di Roma si apre oggi con un’opera che promette di far parlare di sé: “Berlinguer – La grande ambizione” di Andrea Segre. Questo film, in programma dal 31 ottobre in sala per Lucky Red, si propone di esplorare un periodo cruciale della storia italiana, attraverso la vita e il pensiero di un leader politico che ha profondamente segnato il panorama della sinistra italiana. A interpretare il protagonista, Elio Germano, in un ruolo che richiede non solo un’interpretazione attoriale ma anche una profonda comprensione del contesto storico e sociale in cui Berlinguer operava.
Un viaggio nel passato: l’italia tra il ’73 e il ’78
Il film si sviluppa attraverso un arco temporale che va dal 1973 al 1978, un periodo di radicali trasformazioni sociali in Italia. È un’epoca caratterizzata da grandi speranze ma anche da drammatici eventi, che vanno dalla morte di Salvador Allende in Cile all’assassinio di Aldo Moro in Italia. Segre riesce a ricreare un’epoca in cui il 33% degli italiani si identificava nel Partito Comunista Italiano , mentre il mondo si trovava a fronteggiare le tensioni della Guerra Fredda. La pellicola non si limita a rievocare i fatti, ma invita a riflettere su quel retaggio di collettività e comunità che sembra essersi smarrito nell’Italia contemporanea.
Elio Germano, che si cala nella parte di Berlinguer, riesce a portare sullo schermo non solo le fattezze esterne del leader politico, ma anche il suo pensiero, la sua visione di un’Italia unita e solidale. “Camminare con la testa incassata e le spalle straordinarie come Berlinguer” sono solo alcune delle sfide che l’attore ha affrontato per rendere giustizia a una figura che ha ispirato generazioni. L’immagine di un’Italia che non teme di unirsi per affrontare sfide comuni è ciò che Segre e Germano cercano di riportare alla luce in un contesto che, a loro dire, sta perdendo il senso di comunità e collettività.
Le emozioni di un’epoca: il sentimento di perdita
Il film non si limita a raccontare una storia politica, ma scava nel profondo dell’animo umano, mostrando i sentimenti di un’Italia che ha vissuto momenti di grande speranza e di profonda crisi. Germano sottolinea come oggi manchi quel “senso di collettività” che caratterizzava gli anni della sua giovinezza. “Ci si sacrificava per il bene comune, non per il profitto personale“, afferma l’attore mentre esprime nostalgia per un’epoca in cui la solidarietà era un valore condiviso.
Questa ricerca di una connessione con il passato invita il pubblico a riflettere su ciò che significava quel periodo: un’Italia in grado di affrontare problematiche complesse con unità e determinazione. Il regista, attraverso le parole di Germano, mette in luce l’importanza di riconoscere le sfide del presente e del passato, invitando a considerare la storia come un mezzo attraverso il quale si può imparare e crescere. Questo rimando continuo tra passato e presente alimenta la riflessione su quanto oggi sembri difficile risolvere conflitti e tensioni che caratterizzano la società contemporanea.
Un’analisi del contesto politico attuale
La pellicola affronta anche la questione del fascismo e del modo in cui la memoria storica viene gestita nel presente. L’attore evidenzia come, dallo scoppio del governo Berlusconi, si sia tentato di minimizzare l’importanza della storia comunista, cercando di rimuovere un’eredità fondamentale per la comprensione del presente. “Il tentativo di mettere in pratica la Costituzione è osteggiato“, afferma, mettendo in evidenza come l’attuale sistema politico ostacoli anche le forme di dissenso e delle idee alternative, riflettendo su quanto possa essere preoccupante la scarsa possibilità di discutere e difendere posizioni contrarie.
Il dibattito sul comunismo, che molti considerano fallito, viene riproposto attraverso una lettura critica: Germano distingue tra i totalitarismi e l’idea originaria di socialismo democratico che il PCI intendeva promuovere. Questo contrasto rappresenta un invito alla riflessione su come le ideologie possano venire distorte e utilizzate a fini di potere, mascherando realtà sociali e necessità politiche.
Un’opera corale e di grande impatto
L’ambizione di Segre non risiede solo nella figura di Berlinguer, ma si espande a un’opera collettiva che coinvolge numerosi attori e comparse. La narrazione si avvale di un ampio cast di 50 attori e di 1500 comparse, contribuendo a creare un’atmosfera vibrante e autentica che denuncia un’epoca. Inoltre, l’uso di materiali d’archivio arricchisce il film, riportando alla luce volti, immagini e storie che fanno parte del patrimonio collettivo italiano.
In un’epoca in cui la narrazione storica viene spesso trascurata o riscritta, il contributo di “Berlinguer – La grande ambizione” si fa sentire come una necessità culturale e sociale. Il film non solo celebra la figura di un grande leader politico, ma si fa portatore di un messaggio universale sui valori di unità e solidarietà che sembrano sempre più fondamentali, invitando gli spettatori a riconsiderare le proprie radici e a riflettere su un futuro in cui la memoria storica possa guidare verso scelte più consapevoli e positive.