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Appartamento 7A: il prequel di Rosemary’s Baby tra esoterismo e fallimento narrativo

Il nuovo film Appartamento 7A, disponibile su Paramount+, si propone come una prequella del celebre cult Rosemary’s Baby di Roman Polanski. Ambientato in un’atmosfera di mistero e tensione, il racconto segue le disavventure di una giovane ballerina, Terry Gionoffrio, che si ritrova coinvolta in un piano diabolico orchestrato da una setta satanica. Con questo film, i produttori cercano di richiamare l’attenzione dei fan del genere horror, ma il risultato non sembra essere all’altezza dell’originale.

Terry Gionoffrio: la giovane ballerina in cerca di riscatto

La protagonista, Terry Gionoffrio, esprime il sogno di ogni artista: quello di affermarsi nel mondo dello spettacolo. Originaria del Nebraska, Terry si trasferisce a New York con l’ardente desiderio di diventare una ballerina di successo. Tuttavia, le sue aspirazioni vengono bruscamente fermate da un infortunio alla caviglia, avvenuto durante una performance di Kiss Me, Kate a Broadway. Da quel momento, il suo nome diventa sinonimo di fallimento, etichettata come “la ragazza che è caduta”.

Appartamento 7A: il prequel di Rosemary’s Baby tra esoterismo e fallimento narrativo

Nonostante le difficoltà, Terry non si arrende e continua a provare audizioni, ma senza successo. La sua vita prende una piega oscura quando decide di seguire, in modo ossessivo, il famoso produttore Alan Marchand, fino al suo appartamento. Mentre tenta di allontanarsi da quella situazione, rimane colpita da un malore e viene soccorsa da Minnie e Roman Castevet, una bizzarra coppia di coniugi. Sebbene inizialmente sembrino accoglienti e desiderosi di aiutarla, Terry non ha idea che questo incontro segnerà l’inizio di un incubo. Scoprirà di essere una pedina in un inquietante gioco, messo in atto da una setta che opera nell’ombra, con mire sinistre che coinvolgono i livelli più alti della società.

I temi oscuri e il colpo di scena di Appartamento 7A

Come qualsiasi storia horror che si rispetti, Appartamento 7A affronta tematiche oscure che vanno oltre il semplice spavento. Violenza sessuale, maternità surrogata e le pressioni sociali che gravano sulle donne emergono con forza nel racconto. Natalie Erika James, alla regia, cerca di fornire un punto di vista femminile, abbandonando l’approccio puramente maschile di Polanski. Tuttavia, tale tentativo non riesce a smuovere le pesanti ombre dell’originale, risultando in una narrazione che non riesce a catturare l’attenzione.

Nonostante un inizio promettente, il corso della trama si complica rapidamente. Le atmosfere oniriche non riescono a compensare una sceneggiatura che appare debole e priva di innovazione. I momenti di tensione, pur presenti, appaiono spesso forzati e privi di incisività, portando a un’esperienza visiva monotona. La capacità di James di creare un’atmosfera di paura, simile a quella dell’originale, viene meno, e il risultato finale sembra essere una pallida imitazione delle intuizioni di Polanski.

Il peso del confronto: Appartamento 7A e il suo destino

In un panorama cinematografico dove abbonamenti e streaming continuano a guadagnare terreno, i prequel e sequel sembrano essere una strategia per attrarre i fan di storie iconiche. Tuttavia, il risultato di Appartamento 7A esemplifica le sfide e i rischi che tali pratiche comportano. Il film, pur cercando di fondere l’originale con fattori contemporanei, finisce per perdere la sua identità.

Julia Garner, ben nota per le sue interpretazioni intense, tenta di portare vita a Terry, ma finisce per trovarsi intrappolata in uno schema narrativo poco originale. La sua caratterizzazione è riduttiva, e il tentativo di veicolare un messaggio sociale appare maldestro, distraendo dalla tensione e dalla sorpresa che un horror dovrebbe garantire. Il film scivola così verso un epilogo poco soddisfacente, con il pubblico che si aspetta più di quanto la pellicola possa offrire.

Con un esito deludente e un riscontro qualitativo non all’altezza delle aspettative, Appartamento 7A rischia di restare un capitolo dimenticabile in una narrativa già complessa di remake e rivisitazioni. La moda dei prequel potrebbe aver bisogno di una revisione approfondita, come esemplificato dalle scelte compiute in questo film, dove l’eredità di un capolavoro potrebbe rimanere meglio intatta anziché tentare di essere “reinventata.”

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