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Caos nei cinema americani: Terrifier 3 e l’inaspettato effetto domino su Il robot selvaggio

La situazione nei cinema statunitensi si è fatta incandescente dopo l’uscita di Terrifier 3, un horror destinato a un pubblico adulto che ha colpito il mercato senza una classificazione ufficiale. Questo ha scatenato un dibattito acceso, soprattutto per quanto riguarda l’accesso dei minori. La pellicola di Damien Leone, dedicata alle sanguinose gesta di Art il Clown, ha suscitato non solo l’interesse dei fan del genere, ma anche una serie di comportamenti discutibili tra adolescenti e preadolescenti. Un’inchiesta recente del The Hollywood Reporter ha rivelato che questo film ha avuto un impatto sorprendente su un altro titolo, Il robot selvaggio, della DreamWorks, portando a risultati di incasso inusuali e sollevando interrogativi sulla sicurezza nei cinema.

Terrifier 3: la classifica e le polemiche

Sin dal suo debutto, Terrifier 3 ha attirato l’attenzione per il suo contenuto esplicito e per l’assenza di una classificazione ufficiale. Negli Stati Uniti, un film senza rating è, di fatto, accessibile a chiunque, incluso un pubblico molto giovane, purché accompagnato da un adulto. Questo ha portato i gestori delle sale a operare in una sorta di “zona grigia”, scegliendo di trattare il film come se fosse vietato ai minori di 17 anni. Ciò comporta che i cinema, incluso i grandi circuiti come AMC, Cinemark e Regal, stiano mirando a limitare l’accesso dei minorenni non accompagnati, in particolare dopo i segnali d’allerta emersi nel fine settimana successivo all’uscita.

Caos nei cinema americani: Terrifier 3 e l’inaspettato effetto domino su Il robot selvaggio

Questa polemica si è acuita nel momento in cui sono emerse notizie secondo cui molti giovani, approfittando della situazione, avrebbero comprato biglietti per Il robot selvaggio per poi accedere di nascosto a Terrifier 3. La mancanza di un sistema di controllo rigido all’ingresso delle sale ha reso questa pratica possibile, mettendo in discussione le misure di sicurezza degli esercenti e l’etica stessa della distribuzione cinematografica.

Il risvolto inatteso su Il robot selvaggio

L’analisi del mercato cinematografico ha svelato che Il robot selvaggio ha registrato un’impennata di incassi in concomitanza con l’uscita di Terrifier 3. Una parte significativa del pubblico, presumibilmente composta da adolescenti e preadolescenti, avrebbe infatti acquistato i biglietti per il film d’animazione della DreamWorks con l’intenzione di sfruttare l’accesso al cinema e infilarsi poi nella sala sbagliata. Questo comportamento ha non solo generato un incremento temporaneo degli incassi per Il robot selvaggio, ma ha anche messo a nudo vulnerabilità del sistema di controllo delle età nei cinema.

Le fonti citate dal The Hollywood Reporter evidenziano quanto accaduto nei cinema il giorno festivo dell’Indigenous Peoples Day, quando l’idea di una fuga verso il horror è divenuta particolarmente attrattiva per il pubblico giovane, creando un parallelo che ha destato preoccupazioni tra genitori e gruppi di tutela dell’infanzia. La questione solleva inoltre l’interrogativo su come le industrie del cinema e dell’intrattenimento affrontino il tema della classificazione e della responsabilità nei confronti dei minori.

Le ripercussioni sul settore cinematografico

La situazione di caos generata da Terrifier 3 non si limita a una mera questione di classificazione, ma si espande a ripercussioni più ampie per l’intero settore cinematografico. I film che si ritrovano a fronteggiare dinamiche inaspettate come questa potrebbero subire danni alla loro immagine e alle vendite future. Inoltre, i cinema possono trovarsi a dover rivisitare le proprie politiche di accesso e controllo, implementando misure più rigide per evitare situazioni simili.

L’industria cinematografica americana si trova a un bivio: mantenere la libertà creativa e la disponibilità ai giovani in maniera responsabile, o limitare l’accesso per tutelare un pubblico vulnerabile. Questo caso delinea non solo la fragilità del sistema di rating, ma evidenzia anche come un film horror possa avere effetti collaterali inaspettati su un prodotto completamente diverso, come un film d’animazione per bambini.

La necessità di un dialogo aperto sulla classificazione e la responsabilità nell’industria del cinema è ora più urgente che mai. Resta da vedere come le associazioni di genitori, i registi e gli esercenti risponderanno a queste sfide, mentre gli spettatori continuano a navigare nell’imprevedibile mondo della settima arte.

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