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La difficile scelta di Sacha Baron Cohen: Borat potrebbe non tornare più sul grande schermo

Il mondo del cinema e della satira è in tumulto per le rivelazioni di Sacha Baron Cohen riguardo al suo iconico personaggio Borat. L’attore e comico britannico ha dichiarato che il giornalista kazako potrebbe non riemergere in futuro, citando eventi estremi vissuti durante le riprese del sequel, “Borat – Seguito di film cinema“, uscito nel 2020. In un’intervista rilasciata al podcast SmartLess, Cohen ha condiviso la sua esperienza di paura e fuga, che ha portato a questa riflessione sul futuro del suo personaggio.

Una fuga disperata durante le riprese

La lavorazione di “Borat – Seguito di film cinema” si è rivelata ben più pericolosa del previsto per Sacha Baron Cohen. Durante alcune riprese avvenute negli Stati Uniti, in particolare nello Stato di Washington, l’attore si è trovato coinvolto in una situazione che ha superato ogni limite di sopportabilità. Durante un raduno pro-armi, Cohen si è ritrovato braccato da una milizia infuriata, costringendolo a cambiare rifugio più volte.

La difficile scelta di Sacha Baron Cohen: Borat potrebbe non tornare più sul grande schermo

“L’ultimo film è diventato così estremo,” ha rivelato Cohen. “Dopo quel raduno pro-armi ero praticamente in fuga. Mi seguiva una sorta di milizia. Sono passato da una casa sicura all’altra per circa quattro giorni.” Queste parole esprimono non solo la precarietà della sua situazione, ma anche la consapevolezza che il tempo di fortuna può esaurirsi e che il lavoro di un attore può trasformarsi in un’esperienza di vita o di morte. La narrazione di Cohen illustra un aspetto poco conosciuto del processo creativo: spesso, il confine tra arte e vita può diventare sfocato.

La paura di un ritorno al personaggio

L’esperienza traumatica vissuta da Cohen ha avuto un impatto significativo sulla sua decisione di portare avanti o meno il personaggio di Borat. L’attore ha affermato che l’elemento di pericolo presente durante le riprese lo ha indotto a riflettere seriamente su un possibile ritorno. “Penso che l’elemento di pericolo mi abbia fatto decidere di non volerlo fare di nuovo,” ha spiegato Cohen. “Sentivo di doverlo fare per quelle elezioni. Dovevo farlo. Ero terrorizzato da ciò che sarebbe potuto accadere.”

La paura è diventata compagna di viaggio dell’attore, costringendolo a rivalutare non solo il rischio personale, ma anche il significato del suo lavoro nel contesto di una società sempre più polarizzata. Ogni nuova avventura di Borat potrebbe comportare conseguenze impreviste, e Cohen non si sente più pronto a mettere in gioco la propria sicurezza.

Storia di audaci esperimenti satirici

Il percorso di Sacha Baron Cohen nel mondo della satira non è per nulla nuovo, e questa non è la prima volta che l’attore si trova in situazioni di grande pericolo. Già in passato, ha affrontato momenti critici, come durante un raduno di estrema destra, quando ha messo in scena una performance di una band fittizia ed è riuscito a scampare a un’aggressione potenziale.

In un articolo pubblicato su Time, ha raccontato: “Durante le riprese del mio ultimo film di Borat mi sono presentato come cantante di destra ad un raduno per i diritti sulle armi nello Stato di Washington.” Quella volta, la risposta del pubblico fu particolarmente violenta, con un gruppo di organizzatori che presero d’assalto il palco e l’attore costretto a fuggire in auto. “Una folla inferocita ci ha bloccato la strada e ha iniziato a colpire il veicolo con i pugni,” ha spiegato. Sebbene Cohen indossasse un giubbotto antiproiettile, la presenza di armi semiautomatiche tra i partecipanti contribuì ad aumentare la tensione del momento.

Questi episodi rivelano non solo il coraggio di Cohen di affrontare situazioni delicate e potenzialmente letali per il suo lavoro, ma anche la realtà di un mondo in cui la satira può diventare un’arma a doppio taglio. La traiettoria di Borat, che ha sfidato convenzioni e offerto uno specchio ironico della società, è ora sotto un ricco manto di incertezze e preoccupazioni.

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