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Hunger Games – La ragazza di fuoco – Recensione

Un sequel adrenalinico, coinvolgente, divertente, che non delude i fan e supera il primo film in qualità

(The Hunger Games: Catching Fire) Regia: Francis Lawrence – Cast: Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Woody Harrelson, Liam Hemsworth, Lenny Kravitz, Elizabeth Banks, Stanley Tucci, Donald Sutherland, Toby Jones, Jena Malone – Genere: Thriller, colore – Produzione: USA, 2013 – Distribuzione: Walt Disney Studios MotionPictures- Data di uscita: 27 novembre 2013.

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Passati “Harry Potter” e “Twilight”, è ormai chiaro che la saga fantasy del momento si chiama “Hunger Games”.

Nata anch’essa su carta prima che su pellicola, precisamente dalla penna dell’americana Suzanne Collins, debutta sul grande schermo nel 2012, per poi presentare, a distanza di un anno, il sequel “Hunger Games – La ragazza di fuoco”.

È proprio questo secondo capitolo a dare conferma di un successo di pubblico straordinario. Presentato in anteprima al Festival Internazionale del Film di Roma 2013, il film è stato accolto da una vera e propria orda di fan impazziti.

Il personaggio principale, Katniss Everdeen, è entrato nell’immaginario collettivo degli adolescenti, proponendo una figura femminile coraggiosa, onesta, generosa.

“Hunger Games – La ragazza di fuoco” riprende le fila dal momento in cui Katniss e Peeta, usciti entrambi salvi dall’Arena, iniziano il “Tour della Vittoria” per tutti i distretti, un viaggio che li costringe a fingere di essere persone che non sono. Mentre nell’aria si avverte una ribellione latente da parte del popolo, il presidente Snow prepara un’edizione tutta nuova degli Hunger Games che potrebbe cambiare per sempre le sorti della nazione.

Il regista del primo film, Gary Ross, passa la palla a Francis Lawrence che, nonostante il cognome, non ha legami di parentela con la protagonista. Il regista di “Constantine” e “Io sono leggenda” si inserisce in maniera eccellente nella saga. Pur mantenendo una buona continuità con il primo episodio, Lawrence conferisce un taglio più adulto alla pellicola.

Oltre all’entrata in scena di tanti nuovi, interessanti personaggi, “Hunger Games – La ragazza di fuoco” presenta anche un esame più dettagliato e attento delle personalità che il pubblico già conosce. Katniss (Jennifer Lawrence) ha ormai perso la più piccola traccia dell’ingenuità e della gaiezza giovanile ed è invece cupa, ansiosa, stravolta. Il triangolo con Peeta (Josh Hutcherson) e Gale (Liam Hemsworth) si evolve e si fa più serio in questo secondo episodio e il pubblico impara a conoscere meglio entrambi i due ragazzi che si contendono il cuore della giovane. Anche i personaggi secondari sono più intriganti, merito di un cast d’eccezione per i ruoli adulti: ritroviamo Elizabeth Banks nei panni di Effie, Woody Harrelson in quelli di Haymitch e Donald Sutherland nelle vesti del Presidente Snow; viene poi introdotta una prestigiosa new entry, Plutarch, che ha il volto di Philip Seymour Hoffman.

Se già in “Hunger Games” gli aspetti tecnici erano di qualità pregevole, il sequel brilla per la perfezione della post-produzione, merito anche di un budget più elevato. In particolare, trucco e costumi sono da Oscar: dagli abiti favolosi che indossa Jennifer Lawrence, sexy e al contempo fiabeschi, capaci di combinare elementi futuristici a un certo sapore retrò; ai coloratissimi, esagerati, pacchiani abbigliamenti di Effie che non possono fare a meno di strappare un sorriso.

Nonostante le scene d’azione siano meno frequenti di ciò che ci si può aspettare, i 146 minuti di “Hunger Games – La ragazza di fuoco” volano. L’ultima scena arriva improvvisamente e spiazza, ricordandoci che ci vorranno altri due film perché si concluda l’avventura di Katniss e dei suoi amici. Questo è sicuramente segno di una sceneggiatura ben scritta e di una regia attenta, capace di far appassionare il pubblico tanto alla lotta per la sopravvivenza della protagonista, quanto ai suoi conflitti interiori, espressi da una performance perfetta, giocata per la maggior parte sulla mimica, della giovane Jennifer Lawrence (che ha portato a casa un Oscar per “Il lato positivo – Silver Linings Playbook”, 2012), e da dialoghi ben scritti, incentrati sulla riflessione politica.

“Hunger Games – La ragazza di fuoco” si rivela un ottimo blockbuster, migliore del primo episodio (già ben fatto), incentrato su un personaggio femminile coinvolgente, forse il primo, nel filone dei fantasy per i teenager, che antepone il bene della sua gente alle attenzioni di un bel ragazzo.

Corinna Spirito

Hunger Games – La ragazza di fuoco – Recensione

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