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I Wish – Recensione

Commedia con protagonisti due fratelli separati dal divorzio dei genitori che percorrono un viaggio per esprimere il desiderio di riunirsi

(Kiseki) Regia: Hirokazu Kore-eda – Genere: Drammatico, colore, 128 minuti – Produzione: Giappone, 2011.

I Wish

In caso di divorzio, per un bambino esiste forse una sofferenza maggiore di quella causata dalla distanza da un genitore: vivere lontano dal proprio fratello.

È questa la situazione che affrontano Koichi e Ryunosuke. L’uno vive con la madre, l’altro con il padre, in due città diverse. Si sentono spesso al telefono raccontandosi le giornate, ma certo i chilometri pesano. Ai bambini mancano i giorni in cui la famiglia era riunita e loro quattro condividevano ogni cosa.

Quando inizia a girare la voce dell’imminente costruzione di un treno ad altissima velocità, Koichi si convince che il suo desiderio di ricongiunger e la famiglia si avvererà se sarà espresso mentre guarda il convoglio passare sui binari.

Parte così un viaggio insieme al fratello e i rispettivi amici per arrivare a un punto ottimale in cui osservare i binari. Tutti porteranno con sé un sogno e lungo il cammino impareranno a crescere.

Presentato in anteprima al Festival Internazionale del Film di Roma 2013, all’interno della sezione autonoma per ragazzi Alice nella Città, “I Wish” è la versione giapponese dei vari “Genitori in trappola”, “Matrimonio a quattro mani”, che gli States hanno realizzato negli anni ’90 sul tema dei fratelli di genitori divorziati.

Hirokazu Kore-eda concentra il suo film sulle figure dei bambini, lasciando che gli adulti siano per lo più comparse. Koichi, Ryunosuke e i loro coetanei sono completamente autonomi; cresciuti in fretta, in una società che sforna adulti-bambini, irresponsabili e infantili; nella maggior parte dei casi i figli sono costretti a prendere in mano le redini della famiglia. Tra Ryunosuke e suo padre, i ruoli sono praticamente invertiti: il piccolo si prepara il pranzo, lo mette nella cartella, si veste per la scuola e poi sveglia l’uomo, ricordandogli gli impegni di lavoro. Il tutto però è presentato con semplicità e innocenza. Ai bambini non pesano i propri compiti, anzi, sono sempre allegri e vivaci.

Nonostante il drammatico sottotesto, Hirokazu Kore-eda opta per una chiave molto leggera, adatta ai più piccoli. “I Wish” è una commedia divertente capace di far sorridere adulti e bambini, nonché un interessante specchio di una cultura diversa dalla nostra qual è quella giapponese.

Corinna Spirito

I Wish – Recensione

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