Il nuovo film di Paolo Sorrentino, “Parthenope”, sta per essere lanciato al pubblico italiano dal 24 ottobre, dopo un’accoglienza trionfale durante le anteprime notturne. Distribuito in 500 cinema in tutta Italia, il film mantiene Napoli come sfondo, richiamando la stessa atmosfera autobiografica del precedente lavoro del regista, “È stata la mano di Dio”. Con “Parthenope”, Sorrentino si cimenta in un racconto che mescola passione, vitalità e sentimenti, il tutto attraverso lo sguardo di una donna forte e ispirata, riflettendo le complessità della vita.
La protagonista: un ritratto di vita e vitalità
Al centro della storia c’è una figura che incarna lo spirito vivace e contraddittorio della città di Napoli: una donna dallo spirito audace e vitale. Il personaggio principale, che subisce le trasformazioni del tempo e delle esperienze, viene interpretata dalla giovane e talentuosa Celeste Dalla Porta nei suoi anni formativi, e da Stefania Sandrelli nella sua maturità. La narrazione si snoda attraverso episodi che esplorano incontri, amori e momenti di dolore, tutti elementi fondamentali per un ritratto umano particolarmente dettagliato.
Il cast eccezionale comprende nomi noti come Luisa Ranieri e Gary Oldman, ognuno dei quali arricchisce la trama con la propria esperienza e versatilità d’interpretazione. Attraverso l’abilità fotografica di Daria D’Antonio, il film dipinge un quadro evocativo, alternando momenti di splendore a scene di intimità profonda. La scelta di focalizzarsi su una protagonista femminile rappresenta una novità per Sorrentino, che, a 54 anni, decide di cambiare rotta dopo nove film incentrati su figure maschili. Questo cambio di prospettiva offre una nuova dimensione e una ricchezza di emozioni diverse, rendendo “Parthenope” un’opera unica nel suo genere.
Riflessioni sul cinema contemporaneo
Durante le interviste, Sorrentino ha espresso il suo punto di vista sul settore cinematografico contemporaneo. Ha sottolineato come, mentre in passato il suo lavoro si concentrava su figure maschili, sia giunto il momento di esplorare l’universo femminile, non solo come un atto di giustizia, ma anche come un’esigenza artistica. L’affermazione del regista sul “vitalismo selvaggio” delle donne suggerisce un’intensa partecipazione emotiva e una connessione profonda con i temi trattati nel film.
Sorrentino ha confrontato “Parthenope” con il suo film precedente, “La grande bellezza”, sottolineando la differenza tra esplorare “il bello quando il mondo era brutto” e il “bello quando il mondo era bello”. Questo spostamento narrativo riflette una maggiore ottimismo e una celebrazione della vita e della sua fragilità, piuttosto che la sua volgarità. La riflessione sul futuro del cinema è altrettanto significativa. Con l’aumento del consumo solitario dei film, Sorrentino evidenzia le sfide che questa evoluzione presenta per i registi, i quali devono fare i conti con pressioni e autocensure crescenti.
Consigli e speranze per i giovani registi
Il regista esorta i cineasti emergenti a non perdere la perseveranza e a rimanere fedeli alla propria passione, nonostante le difficoltà. La sua esperienza personale nel settore serve come esempio di come il talento possa emergere attraverso l’ostinazione. Sorrentino è anche un noto sostenitore della libertà artistica, temendo che le norme del pensiero politicamente corretto possano limitare l’espressione creativa. Ritiene che il cinema debba rimanere un ambiente in cui è possibile affrontare la verità, anche a costo di creare imbarazzo.
In un momento di sostegno al giovane talento del cinema, parla del figlio Carlo, che studia sceneggiatura al Centro Sperimentale, affermando che la chiave per il successo sia nel divertirsi con il proprio lavoro. La carriera di Sorrentino è un chiaro riflesso di questa passione, che continua a stimolarlo e ad accompagnarlo in questo viaggio artistico.
In attesa della distribuzione di “Parthenope”, cresce l’emozione tra gli spettatori e gli appassionati di cinema, pronti a scoprire il nuovo affascinante capitolo della filmografia di Paolo Sorrentino.